Intervista a Teresa De Sio
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TERESA DE SIO: L'INTERVISTA
di Rossana Prest
Sta per uscire nelle librerie
un’interessantissima raccolta di poesie edita da Swanbook.
“Mia Anima” è il titolo di questa
silloge, l’autrice è Teresa De Sio, poliedrica artista milanese che divide il
suo talento artistico tra la scrittura, la fotografia e la realizzazione di
straordinari disegni/dipinti per i quali Teresa utilizza una tecnica
particolare.
Cerchiamo di scoprire qualcosa di più
su di lei.
Teresa,
buongiorno. Il suo nome, se me lo consente, è piuttosto evocativo nel panorama
artistico nazionale. Un’omonimia che incuriosisce molto. Ci parli di lei, chi è
la Teresa De Sio che è entrata a far parte degli autori di Swanbook?
Buongiorno, anzitutto vorrei ringraziare
l’editore Aurelio Armio per l’opportunità di raccontarmi un po’, oltre e
soprattutto per la pubblicazione di ‘Mia Anima’ mostrando vero apprezzamento
per le mie parole.
Fa cenno all’omonimia … Ebbene sì,
siamo parenti. Il nonno di mio padre e il bisnonno delle artiste De Sio erano
fratelli. Un’omonimia che per il successo delle sorelle De Sio ha e continua a
dare origine a svariate battute.
Ciò detto, ‘sono nata con la
penna in mano’ così amo definirmi.
È limpida l’immagine di una bambina
che fremeva con una penna ma che, non sapendo cosa scrivere, si mise a copiare
le parole da un vocabolario. Arrivarono in un tempo vicino e i tratti astratti
e i primi versi ‘Quando guardo gli occhi della mia mamma, vedo…’; poi, il tempo
della crescita con lo studio ha accantonato ma non sopito e ogni supporto era
sempre utile e valido per dar sfogo a un sentire. Conservo ancora il retro di
qualche confezione di merendine decorato con tratti di linee sinuose e puntinate.
Chi sono … una persona che trova la
sua evasione il suo respiro in qualche scatto fotografico, nei tratteggi su
fogli che prendono le vesti di astratti disegni o assurgono a testi, grovigli
di anima.
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Le sue
passioni artistiche sono diverse, scrive poesie, ama fotografare e realizza
disegni in uno stile particolare. Ci parli di questi suoi amori.
Difficile, perché per me è tutto molto
naturale, spontaneo. Quando mi sento dire ‘bello, brava’ mi sorprendo,
incredula ‘ma va, nulla di che’. È qualcosa che nasce da dentro, cerco solo di
‘buttarlo fuori’ e fintanto che non esce, sto male. Perché sento che monta, si
sviluppa sempre più e si dibatte tra pareti che faticano a contenere. Così, spesso,
è sufficiente uno scatto fotografico per dar sollievo, senza troppo badare a
soggetto sfondo e quant’altro; poi lo sguardo si fa attento preciso ricercato e
allora la soddisfazione si leva in immagini che sono un gioco di riflessi di
luci e ombre di giochi d’acqua di una fontana … O accade che una parola
riecheggi sovrana sopra mille altre, il suo eco si fa prepotente financo che ne
sento il suono e allora occorre fermare questa parola perché ne arrivano
subitamente altre … per esempio il testo ‘È nato un bambino’ si è formato
proprio così.
Per strada, noto un fiocco a un
portone. Sorrido, sono rari oggigiorno, e nel sorriso già volto sul tappeto di
foglie mi sento pronunciare ‘è nato un bambino, è nato un bambino, è nato un
bambino … È nato un bambino su un letto di foglie calpestate dal vento’.
Così per il disegno. Non ho svolto
studi artistici.
Era una sera quando ho ripreso tra le
mani la prima penna che ho trovato e su un foglio qualsiasi ho lasciato andare
… i tratti si susseguivano senza un’idea un pensiero, solo un moto istintivo
naturale e viscerale faceva scivolare il nero inchiostro. Ne son seguiti altri,
sempre su fogli occasionali. Un giorno facendomi coraggio mostrai a una
studentessa d’Accademia questi ‘scarabocchi’. ‘Prendi un blocco e lavora’ fu il
suo commento. E così ho iniziato a crederci un po’. Non è arte che si manifesta
per apparire, bensì mappature di pensieri, emozioni, sensazioni, speranze e
paure. Trascendo l’immagine, ogni linea è un tratteggio che si sviluppa
nell’istante stesso in cui l’inchiostro incontra la carta, in un connubio che
dà vita a tracce di anima, pezzi di essenza di struggenti svolazzi.
Sono tratteggi maniacali, china sul
foglio quasi a voler entrare penetrare nel nero inchiostro che scorre per
plasmarlo dirigerlo perché anche il più breve tratto sia espressione di ciò che
ho dentro.
Perché la penna. La penna è sempre con
me, è stato naturale e spontaneo destinarla a strumento d’arte. Con la penna
non puoi tornare indietro, puoi solo mascherare l’errore, starci dentro,
renderlo altro per rimodularlo, ripresentarlo sotto nuova veste, un po’ come
nella vita … Ora sto sperimentando il colore, ma senza abbandonare né la penna
né lo stile di linee sinuose tratteggiate puntinate. È una miscela di folli
ingredienti quella cui tendo.
Che cosa ci
può svelare delle Teresa intima, segreta?
Mah, non saprei. Amo il buio, la sera,
quando si attenuano le luci del giorno, quando il vociare frenetico chiassoso
imperante dismette corona e scettro, o l’alba, fugace tempo tra cobalto e
aurora, quel velo striato che in un attimo si fa luce ma per quell’attimo è un
tempo sospeso dove tutto può ancora accadere… amo il freddo, coprirmi di lana, avvolgermi
tra coperte lasciando andare mente e cuore e concedere riposo a stanche membra.
Amo l’acqua, infinito è il tempo che resterei in sua contemplazione, e non
occorre che sia mare lago o fiume, bastano i giochi d’acqua di una fontana;
quante volte ho sostato sui suoi bordi perdendomi nei guizzi e nel rimestar di
voci.
La raccolta di
poesie, “Mia Anima”, ha un titolo suggestivo: anteporre l’aggettivo possessivo
al sostantivo, sembra voler dare un preciso significato ai contenuti del libro.
Cosa può scoprire il lettore scorrendo i suoi versi?
In effetti nella lettura di un testo
il lettore può sempre scoprire un qualcosa dell’autore, dal pensiero a un
sentimento. Così come può ritrovare sé stesso e/o nel pensiero e/o nel
sentimento.
I testi di Mia Anima sono a tratti talmente
espliciti che verrà facile delinearne natura e immagine, ma vi sono anche
tratteggi ermetici in cui il lettore potrà spaziare nell’immaginario.
Ciò che amerei sarebbe che il lettore
vivesse un’emozione sua propria nella lettura di queste parole, che tramite
loro sentisse la sua di voce, il suo di battito. Non rispondo mai a chi domanda
‘Cosa volevi dire? Cosa significa questa poesia, questo disegno?’. Non è
importante ciò che ha significato per me, ciò che rileva è se suscita qualcosa
in te che leggi o osservi un disegno; è in quel preciso istante che mi riterrei
contenta, se ciò che realizzo potesse dare emozione rosea o buia che fosse.
Leggendo “Mia
Anima”, in realtà sembra che vi siano diverse anime di Teresa: vero o falso?
Indubbiamente, sì. Ogni tempo in cui
scrivo disegno o fotografo, ogni tempo in cui respiro e do sfogo al turbinio di
emozioni si esprime un Animo una voce diversa … un Animo che sa essere
passionale ma anche malinconico, disperato ma anche speranzoso, sognatore.
Amo molto Pirandello, Maestro
dell’Animo, e mi son sempre detta che sono ‘Uno nessuno e centomila’,
così come svariate e variopinte sono le Voci di dentro che mi
accompagnano, tanto per ricordare un altro amato Maestro quale Eduardo De
Filippo.
Ci dipinga o
ci racconti cosa si aspetta dal 2022 a livello personale, artistico e, perché
per la vita in generale.
Non saprei. Un tempo attendevo il
nuovo anno illudendo i sensi che il nuovo il bello sarebbe arrivato nella magia
di una notte. Ora tento di concentrare il respiro sull’attimo, su progetti a
breve termine e ciò che desidero bramo è poter esprimere sempre meglio emozioni
sentimenti sogni illusioni e disillusioni con ogni mezzo che mi venga incontro
per … non tenermi niente dentro.
Si descriva in tre aggettivi:
La più impegnativa tra tutte le
domande, questa.
Inquieta intricata viscerale, direi.