Leandro Conti Celestini: il designer col vizio della scrittura
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"L’educazione sentimentale di un
ragazzo"
il nuovo
romanzo di formazione nato dalla penna di Leandro Conti Celestini
Di Francesca Ghezzani
Il 3 novembre scorso è uscito il
secondo libro del designer e artista italiano Leandro Conti Celestini, dal
titolo L'educazione sentimentale di un
ragazzo.
Nato a Milano nel 1978, dopo una
laurea in Storia dell'Arte si trasferisce a Los Angeles per lavorare nella moda
e nel cinema, da sempre attratto dall'estetica glamour di Old Hollywood degli
anni 40, dai film noir e le immagini in bianco e nero. Lo stile che pervade
ogni sua opera, dalla scrittura, alla pittura, alla fotografia, mostra sempre
un lato nostalgico e retrò, unito all'influenza dei grandi maestri italiani del
cinema e dell'arte.
Ha iniziato a stendere L'educazione sentimentale di un ragazzo nell'estate
del 2020, sicuramente incoraggiato dal successo di Alle corde (pubblicato con Eroscultura Editore del Gruppo
Editoriale Brè) e da tutti i commenti positivi che ha ricevuto su Instagram,
dai lettori su Amazon e nei vari blog.
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Qui rende omaggio a uno dei suoi
scrittori preferiti, Gustave Flaubert. La figura principale di Federico Moreau
nel suo (quasi) omonimo romanzo ha ispirato tantissimo il personaggio
principale di Andreas. Ovviamente non siamo a Parigi a metà ’800, bensì a metà
anni ’90, in una vicenda che si svolge tra Los Angeles e Las Vegas, dopo un
breve inizio a Milano. Oltre a viverci da più di dieci anni, per Conti
Celestini queste due città rappresentano simbolicamente un escapade, due destinazioni ai confini del mondo oltre cui non c'è
nient'altro, una meta di sognatori e disperati: sono l'inizio immenso di una
storia o la fine assoluta.
Partiamo dalla prefazione e dall’epilogo: quanto sono lontani gli anni ‘90
nel nostro immaginario e qual è il panorama attuale?
Ciao e grazie per l’ospitalità!
Anche se sono solo tre decenni fa, la vita allora era diversa anni luce per
l’apporto di internet che è arrivato poco dopo. Non c’erano telefoni cellulari,
non potevi cercare un’informazione su Google o una strada sulla mappa
dell’iPhone. Si studiava in biblioteca, ci si dava appuntamento da casa prima
di uscire in un posto preciso e non c’era neanche la sicurezza di trovarsi a
volte. Tutto più complicato da una parte ma neanche troppo, chi ci è passato ne
è uscito indenne e rafforzato!
Rimpiangi quel periodo?
Beh, io sono un nostalgico,
quindi sì, assolutamente lo rimpiango ma mi piace guardare avanti, è
l’evoluzione delle cose, restare ancorati al passato non serve, piuttosto è
importante ricordare del contributo che il presente di oggi ha costruito sulle
spalle del passato. Per questo trovo fondamentale il rispetto verso gli anziani
e verso la storia, che se ignorassimo ripeteremmo gli errori già successi.
Ci racconti, senza spoiler, la storia di questo secondo tuo romanzo?
L’educazione sentimentale di un ragazzo è un classicissimo romanzo
di formazione del ragazzo di provincia che si trasferisce per sfondare a
Hollywood. Niente di nuovo sotto il sole, a parte moltissimi elementi che (a
detta dei lettori, non mia!) lo rendono unico: la narrazione in seconda
persona, l’atmosfera un po’ retrò, lo stile cinematografico e i riferimenti ad
altri universi culturali che si intrecciano alla narrazione.
Riporto testualmente: “Che strana sensazione lo
sbagliarsi, soprattutto dopo che il tuo mondo è stato per tutta la vita solo
bianco e nero, mentre solo adesso inizio a percepire tutte le sfumature del
grigio, del dubbio e i colori dell’imprevisto”. Qual è il percorso compiuto
tra l’errore e la consapevolezza?
Andreas è il personaggio
principale che subisce un’evoluzione nel corso della storia: da ragazzo ingenuo
e pieno di speranze attraverserà esperienze che lo faranno maturare. A volte
lui stesso si rende conto di sbagliare, ma procederà comunque per la sua strada
senza perdere di vista i suoi obbiettivi e la purezza che lo contraddistingue.
Ci sono dei passaggi forti ed espliciti. Quanto è richiesto il
“compromesso sessuale” anche in ambito maschile?
Non credo ci sia una grossa
distinzione tra ambito femminile e maschile, di quest’ultimo forse si parla un
po’ meno ma entrambi sono presenti sin dall’inizio della storia del mondo. A
ognuno la sua scelta, io non giudico una decisione o un’altra, l’importante è
che sia presa con consapevolezza.
Infine, una curiosità: ritorna più di una volta la frase “voi
italiani”. Come ti poni in tal senso tu che sei nato a cresciuto a Milano e
vivi da tanti anni a Los Angeles?
Noi italiani all’estero
saremo sempre un mondo a parte nel bene e nel male, ma alla fine gli americani
ci ameranno sempre proprio per questo!