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Intervista a Stefania Jade Trucchi (di Francesca Ghezzani)

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Stefania Jade Trucchi: “Raggiungere il rispetto per se stessi e la Libertà, questo è quanto narro ne Il ladro di fiori
Di Francesca Ghezzani

L’autrice romana Stefania Jade Trucchi con il nuovo romanzo Il ladro di fiori (Bertoni Editore) non ha scritto solo un libro. Potremmo dichiarare, infatti, che in queste pagine ha messo al servizio tutta la sua sensibilità di donna e il profondo impegno svolto come psicoterapeuta, terapeuta EMDR, specializzata nel campo del Disturbo post traumatico da stress e delle conseguenze psicologiche della Violenza e del Lutto.
Stefania, Stefano e Lara sono due fiori recisi spezzati. Una donna forte, un ragazzo apparentemente debole. Due storie di violenza familiare, una subita da moglie, l’altra da figlio. Le loro vite non si incontreranno mai, se non agganciate da un unico elemento che le tiene insieme. Quali sono i temi principali trattati nei ricordi e nelle riflessioni di Lara?
Lara esplora il mondo degli affetti, dei sentimenti, dei ricordi, dell’interiorità come valori da preservare e da difendere. È una donna che non trascura nulla, nel dettaglio trova uno spunto di riflessione per sentirsi più forte e arricchita nel suo animo, fugge da un passato di violenza fisica e psicologica per costruire un presente e un futuro in armonia soprattutto con se stessa.
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Racconto di legami familiari spezzati come tanti bellissimi fiori recisi a causa di uomini violenti senza scrupoli dove la Violenza psicologica diventa peggiore di quella fisica. I figli ne fanno le spese e le donne/madri si ritrovano impotenti e disperate di fronte a situazioni nelle quali si vedono strappate dall’amore più grande che è quello con i propri figli, vittime innocenti che porteranno per sempre cicatrici profonde nel loro animo.
Quale ruolo assume la figura di Natalia nel romanzo?
Natalia, anch’essa vittima di Violenza domestica, rappresenta la parte forte, quella che Lara vorrebbe sentire dentro di sé e che in realtà fa da esempio alle tante donne schiacciate dal dolore. È una persona capace di accettare le conseguenze in suo figlio della violenza del padre a cui lui ha assistito e, di conseguenza, diventare così determinata da far sentire a quel figlio il suo rifiuto di un comportamento simile a quello paterno. Il tutto per interrompere un cinico ciclo della Violenza.  
Come si evolvono i personaggi?
I personaggi nel Romanzo piano piano emergono nella loro vera assenza, dando così voce a chi vorrebbe essere riconosciuto nella sofferenza subita e nel proprio valore e mettendo allo scoperto tutte le persone violente non visibili grazie alla loro ipocrisia e capacità manipolatoria.

Potremmo, quindi, definirla una storia di resilienza, di elaborazione del dolore e di rinascita?
Assolutamente sì. Le storie narrate in questo Romanzo sono esempi di come si può riuscire a raggiungere una dignità personale, attraversando il dolore, la paura e l’insicurezza ma sempre con il fine ultimo di raggiungere il rispetto per se stessi e la Libertà.
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Redazione: Desenzano del Garda
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