Graziella Bragaglio: "Premio Donna Territorio & Cultura 2024" categoria "Sport"
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marzo 2024
Graziella Bragaglio: una leonessa alla guida della Leonessa!
(di Aurelo Armio)
Proseguiamo con la presentazione delle candidate a Premi Speciali “Donna Territorio & Cultura 2024” che verranno assegnati sabato 11 maggio 2024 nel corso della serata conclusiva di “Primavera è Donna”, il consueto appuntamento annuale ideato e promosso da Swanbook Associazione Culturale e Ricreativa di Desenzano del Garda.
La Donna che incontriamo oggi è una vecchia conoscenza dei lettori dell’Astrolabio Online, infatti la Dott.ssa Graziella Bragaglio è già stata ospite nelle nostre pagine.
I più conoscono Graziella Bragaglio come presidentessa della Pallacanestro Germani Brescia, ma Graziella è anche affermata imprenditrice di successo essendo amministratore delegato di Poliambulatorio Oberdan e di X-Ray Service, E' presidente di Fondazione B&B (vi invito ad andare a scoprire le importanti finalità sociali che persegue questo ente)
La chiacchierata di oggi ha sapori e contenuti ben diversi da quella del 2021, le uniche cose che sono rimaste tali (ma anche no… anzi, probabilmente sono aumentate ancora di più) sono la sua passione e l’impegno per la Pallacanestro Germani Brescia, la nostra amata Leonessa… leonessa come in fondo è anche Graziella Bragaglio che nel 2009 ha preso per mano, insieme al marito Matteo Bonetti, la squadra di pallacanestro cittadina portandola dai campionati inferiori delle serie nazionali al vertice della classifica di Serie A1, passando da una Coppia Italia vinta nel 2023.
Nel folto gruppo di Donne in corsa per l’assegnazione dei Premi “Donna Territorio & Cultura”, Graziella Bragaglio ha qualcosa che la distingue da tutte le altre: è l’unica sicura di essere premiata e riceverà il Premio “Donna Territorio & Cultura 2024” per la sezione “Sport”. Le commissioni di giuria che hanno selezionato le potenziali candidate non hanno avuto alcun dubbio: nessuna meglio di lei può essere simbolo migliore per lo sport bresciano al femminile.
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Ben ritrovata dott.ssa
Bragaglio, come dicevo poco sopra, lei è già stata presente sulle pagine del
nostro magazine online, ma nel giro di soli tre anni direi che le cose sono
cambiate sostanzialmente ed in meglio. Di lei e della sua vita al di fuori del
“Pala Leonessa” abbiamo già parlato e presumo che non vi siano stati
cambiamenti epocali. Le ripropongo una domanda che le abbiamo già posto in
passato e che immagino sia diventata un tormentone nelle interviste che la
vedono protagonista: quanto è ed è stata fondamentale la sua brescianità nel
dedicarsi ad uno sport che è diventato un simbolo prestigioso per la città ed
il territorio?
Posso dire che questo ruolo continua a
pormi di fronte tantissime nuove sfide emozionanti, stimolanti e ricche di
altrettante soddisfazioni. Ad esempio, essere tra le candidate al premio “Donna
Territorio e Cultura 2024” promosso proprio dall’associazione Swanbook che
all’interno dell’evento “Primavera è Donna” non solo assegna il premio
letterario che porta lo stesso nome, ma consegna anche i premi “Donna
Territorio e Cultura” a donne che si sono distinte in attività imprenditoriali
e artistiche e che così facendo danno maggiore risalto al territorio bresciano
e gardesano.
Essere bresciana mi ha permesso di
capire a fondo l’ambiente in cui svolgo la mia attività imprenditoriale ed è
certamente una marcia in più, essere parte del tessuto produttivo del proprio
territorio non è sufficiente per promuoverlo e valorizzarlo al meglio: a ciò
deve accompagnarsi una profonda consapevolezza delle difficoltà che questo
territorio presenta e di come la nostra attività può impattare su di esse.
È un lavoro costante di equilibrio tra
ciò che si fa e l’effetto che si ottiene, riparametrando di volta in volta
l’energia e le risorse: vedi ciò che il territorio ti restituisce e correggi il
tiro ogni volta, analizzando il tuo lavoro in profondità. Essere imprenditrice
è una grande responsabilità, anche se spesso si sottovaluta questo aspetto;
fare impresa significa investire in una comunità, risorse economiche e umane,
in primis le proprie, e si deve avere consapevolezza di cosa genera la propria
impresa: solo in questo modo si è davvero parte integrante della propria realtà
e se ne capisce l’effetto.
Rispetto a qualche anno fa, se
non sbaglio, ora è rimasta l’unica donna alla guida di una società di basket in
Serie A1. Orgoglio? Impegno? Fatica? E i colleghi presidenti maschi che dicono?
In realtà non è proprio
così, dal 2022 anche la “UNA Hotels Reggio Emilia” ha una Presidente donna
nella figura di Veronica Bartoli. Diciamo che io sono la prima donna Presidente
che ha alzato un trofeo grazie alla vittoria della Coppa Italia nel 2023.
Sicuramente esser Presidente è motivo di grande orgoglio, di responsabilità nei
confronti della propria gente in quanto reputo il titolo sportivo un patrimonio
importante per Brescia, i bresciani e la sua provincia. Devo pertanto dedicare
tanto impegno, fatica e togliere tempo alla mia famiglia e ai miei figli da
dedicare alla Pallacanestro Brescia che deve ritenersi una vera azienda a tutti
gli effetti. I colleghi presidenti maschi dopo tanti anni mi considerano una di
loro e spesso non si ricordano manco che io sia una donna, presi dal vortice
delle emozioni che questo sport sa dare.
Quest’anno la squadra ha
trovato una solidità e una continuità davvero importante. È azzardato affermare
che il punto di partenza sia stato la vittoria nella Coppa Italia 2023? Da
allora la crescita è stata costante. Ma da dove è iniziata l’ascesa del Germani
Brescia, che ora i tifosi vedono stabilmente accanto a quelle che sono le tre
corrazzate storiche del basket nazionale almeno dell’ultimo ventennio: Olimpia
Milano, Virtus Bologna e Reyer Venezia?
Ritengo che la crescita
sportiva della nostra società abbia radici profonde che arrivano da lontano.
Ogni anno la società ha continuato a migliorarsi nella sua strutturazione. I
successi di quest’anno non penso abbiano come punto di partenza la vittoria
della Coppia Itali 2023, ma bensì siano il frutto di una programmazione oculata
avvenuta durante l’estate confermando un blocco di 7 giocatori molto validi al
quale abbiamo aggiunto 3 giocatori di qualità come Christon, Burnell e Bilan.
Per noi è motivo di grande soddisfazione essere ormai stabilmente nell’elite
della pallacanestro nazionale insieme ai grandi nomi come Olimpia Milano,
Virtus Bologna e Reyer Venezia. Il difficile sarà continuare nei prossimi anni
a rimanere a questi livelli. Non dimentichiamoci che a Brescia la pallacanestro
di A1 è mancata per 28 anni finché nel 2016 siamo riusciti a vincere il
campionato di A2 in una stagione indimenticabile.
Graziella Bragaglio con David Cournooh, capitan Amedeo Della Valle e C.J. Massinburg
Da quel 2009 dove tutto è
iniziato ad oggi è cambiato il mondo della Pallacanestro Brescia. Si volti per
un attimo indietro e come la vede la tanta strada percorsa?
In questo, essere presidente di Basket
Brescia prima e ora della Pallacanestro Brescia è stata ed è una palestra
fondamentale: il mondo dello sport rappresenta un esempio concreto di come
rivitalizzare una comunità grazie all’affetto per una squadra, alla passione e
alla condivisione che genera e a tutto l’indotto che porta anche in termini
meramente economici.
Una squadra è il simbolo di una gioia
condivisa, dei momenti passati insieme ai propri compagni al palazzetto e anche
della storia di una città, di un territorio, che attraverso essa si esprime.
Quando sono arrivata alla squadra ho
capito che la sfida era impegnativa perché tanto vi era in gioco: la tradizione
cittadina, la volontà di riprendersi il proprio posto, il voler riconquistare i
tifosi. Per me, da donna, anche dimostrare che ciò che importa nella guida di
una squadra sono le tue capacità, la tua sensibilità e il volersi mettere in
gioco insieme agli altri.
Lo sport mi ha donato questa grande
possibilità, pur non in un percorso tutto in discesa: ci sono stati, e ci sono
tutt’ora, i momenti difficili in cui si dubita delle proprie risorse. E,
diciamolo pure, noi donne siamo specialiste nel dubitare di noi stesse e
facciamo difficoltà nel vederci riconosciuti i nostri meriti; ma un mondo
ancora molto maschile come quello della pallacanestro ti insegna a farti
coraggio e a capire che, se anche si sbaglia, e importante buttarsi.
In questo modo si fanno scelte
coraggiose, si rischia un po’, e qualche volta si esce acciaccati e sconfitti;
ma con la consapevolezza di averci messo tutte noi stesse. Dietro a ogni
impresa di successo c’è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa, con
orgoglio posso dire che io e Matteo questo l’abbiamo fatto.
Ricevere questo premio sarà
l’occasione per ricordare quanto è importante buttarsi: non nego che
preparazione, competenza e solidità siano imprescindibili, ma che in ogni
attività imprenditoriale ha bisogno di un po’ di ribellione alle regole. Questa
è la meravigliosa strada percorsa, 15 anni di lavoro faticoso e molto
impegnativo, ma che mi ha permesso e mi permette di vivere momenti di grande
gioia e soddisfazione.
David Moss con in braccio la Coppa Italia e la figlia
Ora ho una mia grande curiosità personale da soddisfare (forse poi non è solo mia): a Brescia è arrivato David Moss (io per colpa sua sono pure stato “costretto” a tifare anche Olimpia), un giocatore straordinario che ha dimostrato non solo di essere un grande campione sul campo ma anche di voler accettare delle sfide. Era ancora in un’età dove poteva ambire a qualcosa di importante ai tempi. Eppure, ha scelto Brescia e la Seria A2, diventando uno degli artefici della promozione in A1 e poi diventando capitano della squadra. Come siete riusciti a portare Moss a Brescia?
David per me è come un figlio. La sua storia è meravigliosa: stiamo parlando di un grande campione che il mondo della pallacanestro italiana aveva dimenticato. Siamo a gennaio 2016 quando una serata grigia di pioggia Matteo e Sandro Santoro insieme a me ci siamo ritrovati a fare il punto sulla stagione agonistica in corso. Matteo dice a Sandro: “Abbiamo visto e conosciamo tutti i nostri avversari, sostanzialmente siamo 3/4 squadre che possono provare a vincere questo campionato. Se vogliamo provarci dobbiamo inserire un giocatore che ci sposti verso l’alto l’asticella”. Matteo guarda Sandro e gli dice: “Sandro ci vorrebbe un giocatore carismatico, che abbia già vinto e che sia capace a vincere, che trascini la squadra in quelli che saranno i playoff. In questo momento mi viene in mente uno tipo David Moss”. Sandro risponde: “Hai ragione. Ci lavoro!”. Non passò neanche una settimana che Sandro ci convocò e ci disse: “Ho la soluzione, ho trovato il giocatore.” Matteo fibrillava e chiese subito chi fosse. Sandro con gli occhi che brillavano disse: “Matteo: David Moss!”. A Brescia era ufficialmente esplosa la Moss Mania. Con David abbiamo vinto subito, incredibile come David ogni settimana contasse le partite da vincere che mancavano alla promozione in A1 e ogni settimana ne cancellava una. È stata una cavalcata fantastica. I festeggiamenti in Piazza Vittoria con oltre 8000 persone rimarranno nel mio cuore per sempre.
Ma la Pallacanestro Brescia sembra
avere un fascino che oserei dire ammaliante nei confronti di giocatori di
valore assoluto: chi ha preso la fascia di capitano è un tale Amedeo Della
Valle che ha anche avuto un’esperienza nel basket americano. Eppure, eccolo a
Brescia per quella che potremmo definire una nuova vita cestistica. Come ci si
arriva a giocatori di grande livello come lui? (E non solo lui…)
Partirei dicendo che come
Presidente aver avuto capitani come Alessandro Cittadini e David Moss penso che
sia il massimo che un Presidente possa sognare. Ora tocca ad Amedeo, un
giocatore straordinario che ha saputo scrivere pagine meravigliose della pallacanestro
italiana. Con lui stiamo facendo un percorso importante e sicuramente a Brescia
Amedeo ha trovato l’ambiente ideale per potersi esprimere ai grandi livelli che
gli competono, trovando la chimica giusta con città, staff tecnico e compagni
di squadra. Per arrivare a giocatori come lui occorre un progetto solido, una
programmazione chiara nel tempo e penso che per questo vada dato grande merito
soprattutto a Mauro Ferrari, motore insostituibile di questo progetto.
Ma c’è un aspetto che valorizza ancora
di più il suo essere non solo il simbolo femminile di una squadra maschile, ma
anche il grande impegno nel sociale della Pallacanestro Brescia: il progetto
Germani West Africa, ce ne può parlare?
Il Senegal è famoso per le bellezze
naturali, per lo spirito artistico dei suoi abitanti, per la musica, per
l’artigianato, per le meravigliose spiagge coronate da palme e per quello che
la sua capitale, Dakar, richiama alla mente.
È anche grazie a queste meravigliose
caratteristiche che è nato il progetto Germani West Africa.
In questa stimolante sfida si aggiunge
il Programma di Responsabilità sociale promosso da Pallacanestro Brescia la cui
proprietà fa capo a Germani S.p.A.
Il progetto sociale non si limiterà
solo a fornire aiuto, ma piuttosto a potenziare gli individui e la comunità senegalese,
fornendo loro gli strumenti necessari per diventare autonomi e resilienti.
Un esempio emblematico di progetto
sociale è quello legato all'educazione attraverso lo sport.
Attraverso il progetto sarà possibile
quindi rispondere ai bisogni, promuovere servizi e favorire il processo di
cambiamento interculturale. Ci sono oltre centomila senegalesi residenti oggi
nella penisola, ma risultano anche 2600 italiani iscritti all'Aire e
stabilmente residenti nel Paese africano. Sono imprenditori, operai,
insegnanti, professionisti, artisti, impiegati.
L’obiettivo di Pallacanestro Brescia sarà
quello di sostenere l’organizzazione di eventi per ragazzi e ragazze delle
periferie di Dakar trasmettendo il valore della convivialità e condivisione,
portando questi giovani a socializzare attraverso
la scoperta dei valori dello sport ed, allo stesso tempo di avvicinarsi
alla conoscenza della Pallacanestro.
La nostra sfida partirà con una
donazione di materiale sportivo, principalmente composto da divise da gioco in
località in cui dove reperire e potersi permettere materiale da gioco, non è
affatto facile.
Germani West Africa con il supporto di
Pallacanestro Brescia attraverso la sua CHARITY attuera’ e svilupera’ attivita’
basate sul gioco di squadra e la collaborazione tra dipendenti.
Il lavoro di squadra è fondamentale
per migliorare la qualita di vita del lavoratore sia nell’ambito del luogo di
lavoro stesso, sia tra le mura domestiche.
Questo sara’ per GERMANI WEST AFRICA un
vero e proprio cambiamento nel modo di fare impresa, in cui si pone attenzione
non unicamente al profitto, ma al benessere dei lavoratori e della società.
Nel 2026 sarà la prima città africana
ad ospitare un evento olimpico: i “Giochi
olimpici giovanili estivi”.
Infatti, la quarta edizione dei Giochi
Olimpici Giovanili Estivi si svolgerà a Dakar, pertanto il Senegal sarà il
primo paese del continente africano ad avere l'onore di ospitare un evento
sportivo olimpico. I Giochi Olimpici Giovanili di Dakar 2026 saranno un
catalizzatore per una trasformazione sportiva, sociale, culturale, educativa ed
economica che donerà nuove speranze ed opportunità ai giovani.
Dakar 2026 nasce dal desiderio di
portare i Giochi Olimpici Giovanili in tutte le parti del mondo e di mettere i
Giochi al centro della trasformazione dell'Africa. La cultura e la pratica
sportiva del Senegal sono radicate nella storia e nella popolazione,
soprattutto nei giovani. L parole chiave per i giovani di tutto il mondo,
dell'Africa e del Senegal saranno simbiosi, scambio, gioia e orgoglio, ma anche
di umiltà. Lo sport vuole essere festa, un modo di vivere insieme, un fattore
di pace, di avvicinamento e di coesione sociale.
Source: https://www.olympic.org/dakar-2026
Sarebbe fantastico che Germani West
Africa si presenti con una sua squadra di Pallacanestro Giovanile . E questi ragazzi potrebbero essere i figli
dei dipendenti.
Nel ringraziarla per la sua
consueta disponibilità, non ci resta che aspettare l’11 maggio per averla
ospite nella serata evento “Primavera è Donna 2024” e insignirla del Premio
“Donna Territorio & Cultura per lo Sport”
Se dovesse mandare un saluto e un
augurio ai nostri lettori, cosa direbbe?
Auguro a tutti i lettori che
il 2024 sia un anno ricco di felicità, soddisfazioni e successo per tutti loro
e ovviamente per la mia amata Pallacanestro Brescia.