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Annalisa Platè in nomination per i "Premi Donna Territorio & Cultura 2025"

Rubriche > Interviste, cronaca e notizie
28 aprile 2025

ANNALISA PLATÉ
Tra musica e disegno… e la nomination per i “Premi Donna Territorio & Cultura 2025”

Continuiamo con le presentazioni delle candidate ai premi “Premi Donna Territorio & Cultura 2025” che verranno assegnati sabato 10 maggio 2025 nell’evento conclusivo di “Primavera è Donna 2025”, l’iniziativa ideata e promossa da Swanbook Associazione Culturale & Ricreativa che si svolgerà al Teatro San Michele di Rivoltella (Desenzano del Garda).
Oggi vogliamo presentare un’artista decisamente poliedrica: musicista, o meglio chitarrista, ha una sua band di hard rock, ma ha anche un talento innato per il disegno, per il ritratto. Sarà lei a raccontarci come ha scoperto questo talento.
Quindi, basta preamboli e intervistiamo la nostra artista che è tra le candidate per il “Premio Donna Territorio & Cultura” per la categoria “Arte, Musica & Spettacolo”: Annalisa Platé di Pavia.
 

Buongiorno Annalisa e ben trovata. Prima di parlare di arte e musica, parliamo di Annalisa per farla conoscere ai nostri lettori. Sei artista che potremmo dire navigata, ma quello che fai ora è quello che la bimba Annalisa sognava, magari quando giocava con le bambole?
Buongiorno a voi e innanzi tutto volevo ringraziarvi per la nomination: è davvero un onore per me essere tra le candidate per l'assegnazione del premio, sono davvero commossa, è la prima volta per me essere in un a nomination.
Da piccola in realtà giocavo poco con le bambole: mi ricordo che spesso passavo interi pomeriggi chiusa nella mia cameretta a fare 2 cose, che sono poi esattamente le stesse cose che faccio ancora oggi a 54 anni: suonavo l'organetto Bontempi e disegnavo con i pastelli (paesaggi, animali, fiori). Poi negli anni sono passata alla chitarra e alle matite con i ritratti. Ricordo che le mie amichette sognavano il Principe Azzurro, io sognavo di fare le rockstar.
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immagine di Anna Ramaioli
Forse la musica è arrivata prima del disegno nella tua vita, come ti sei trovata con una chitarra in mano e sui palcoscenici?
La passione per la chitarra è nata in adolescenza, semplicemente perché c'era una mia amica d'infanzia che suonava la chitarra nella nostra compagnia estiva. Ci si ritrovava ogni anno dove avevamo la casa in montagna per le vacanze. Eravamo una ventina di ragazzi con cui ci si ritrovava negli anni 80 tutte le estati in agosto. Passavamo le serate al parco giochi, lei suonava la chitarra e noi tutti cantavamo, Battisti, De André, Vasco. E così ho voluto imparare anche io, da autodidatta. A 14 anni mia nonna mi regalò la mia prima chitarra classica, che ho ancora ovviamente. Nella compagnia c'era un ragazzo di Milano che suonava il basso in una band e da lì nacque il mio desiderio di avere una band e a 20 con il mio primo stipendio comprai la mia prima chitarra elettrica.
immagine di Gianfranco Ferracci
E perché la musica rock?
Non c'è una spiegazione, sono quelle cose che senti dentro e senti che ti appartengono. E poi rimasi folgorata quando scoprii Eddie Van Halen negli anni 80, il suo modo di suonare mi aveva letteralmente stregata.
Ad un certo punto, e non più da ragazzina ecco il disegno. Come e cosa è successo di così importante da fare diventare l’arte figurativa un’altra componente del tuo mondo?
Durante la pandemia, a causa delle restrizioni, non potendo suonare nei locali con la mia band, ho sentito il desiderio di approfittare dello stop musicale per fare un corso di disegno dato che avevo più tempo. Da qualche anno infatti era nato in me l'interesse per i ritratti dopo un viaggio a Roma dove vidi un artista di strada fare dei ritratti stupendi. Uno dei tanti sabati sera chiusi in casa, ero sul divano a guardare Facebook e vidi un video in timelapse di un ritratto iper-realistico in bianco e nero, hai presente quelli che sembrano delle foto? È nato tutto da lì.
Se ho ben capito è stata quasi una folgorazione, per fortuna non di quelle che fanno cadere da cavallo sulla via di Damasco, ma è stato qualcosa di simile.
Quando ho visto quel video non ci ho capito più niente: il cuore ha iniziato a battermi forte, volevo essere in grado di fare quelle cose anche io! Così sono risalita alla fonte di quel video e come regalo di compleanno mi sono recata a Firenze presso la Bottega dell'Arcimboldo dal Maestro Domenico Mileto dove insegnavano a fare “quelle cose” spaziali. Ho frequentato 3 mesi di Accademia diluiti in un anno e mezzo, perché ho un lavoro a tempo pieno e non potevo assentarmi per 3 mesi di fila. Il Maestro mi aveva eccezionalmente concesso di andare saltuariamente quando potevo, perché aveva capito che a casa mi sarei impegnata molto e perché, dopo avermi fatto fare un test nel giorno del mio compleanno, aveva visto che avevo un talento naturale. E ci aveva visto bene, ho bruciato tutte le tappe e mi sono ritrovata a 50 anni a scoprire di essere nata con un dono per la matita.
E adesso cosa è predominante in Annalisa: Chitarre e decibel sul palco oppure carta da disegno e matite e colori?
Sono ancora predominanti i decibel, ma le matite, come i plettri, ormai fanno parte di me e sono diventate essenziali, sono il mio ossigeno, non posso più farne a meno. Prima di scoprire il mio dono, sentivo che avevo qualcosa dentro di me che doveva esplodere, sensazione stranissima, mi sentivo come un leone in gabbia senza apparente motivo. Da quando faccio i ritratti quella sensazione è sparita e mi sento completa.

Come lo dipingeresti o lo suoneresti il tuo futuro? Cosa chiederesti alla vita che non hai avuto o che ti piacerebbe avere?
Dopo le scuole medie avrei voluto fare il liceo artistico, ma le cose poi non sono andate come avrei voluto appunto. Mi piacerebbe poter vivere della mia Arte. Diciamo che ci sto lavorando.
L'Astrolabio di Swanbook
Redazione: Desenzano del Garda
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