Nicole Vezzola: verso il futuro con il passato e le tradizioni di famiglia nel DNA
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Nicole
Vezzola verso il futuro con il passato e le tradizioni di famiglia nel DNA
(di
A. Armio)
In previsione dell’edizione 2024 di
“Primavera è Donna” e dei Premi “Donna Territorio & Cultura”, come per la
passata edizione riproponiamo una serie di interviste alle donne candidate per
l’assegnazione dei premi.
La prima donna che andiamo a
presentare ha un DNA importante, quello della famiglia Vezzola, che è sinonimo
di “Costaripa”, un’azienda che fa parte della storia e delle radici
vitivinicole della Valtènesi.
La protagonista di questa intervista
presentazione è Nicole Vezzola, ovvero la quarta generazione della famiglia e
di riflesso dell’azienda. Una giovane donna con le idee decisamente molto
chiare sul futuro dell’azienda ma che è ben consapevole del grande patrimonio
storico, culturale e imprenditoriale che sta gestendo e facendo crescere
insieme al padre, Mattia, un nome che è un simbolo non solo nella Valtènesi,
infatti ha lasciato importanti tracce della sua presenza in Franciacorta, dove
potremmo dire che guardato dall’alto i vigneti da una splendida terrazza da
dove si godeva di una bella vista… (chi vuol capire capirà).
Ma torniamo a Nicole, candidata ai
Premi “Donna Territorio & Cultura” nella sezione “Donna del vino”.
Ora è in azienda, ma in gioventù ha
scelto di fare esperienze all’estero, esperienze che sicuramente saranno state
importanti per il suo futuro nell’azienda di famiglia.
Ovviamente volevo conoscere
personalmente Nicole, per dare un senso a scambi di mail e telefonate che, per
quanto utili, lasciando sempre il grande vuoto del contatto diretto che, come
sempre, arricchisce. Quindi, ho avuto il piacere di essere accolto da Nicole in
una giornata novembrina carica di pioggia.
E’ stato un incontro estremamente
piacevole e senza rimanere seduti su comode poltroncine e attorno ad un tavolo:
la conversazione si è srotolata mentre Nicole mi raccontava ovviamente del suo
percorso, ma soprattutto dell’azienda e della coesione e simbiosi che ha con
ovviamente papa Mattia, ma anche con il suo staff. Piacevolissimo sentirsi
raccontare la storia di “Costaripa” attraverso i locali con le vasche di
stoccaggio e fermentazione dei vini, oppure nelle cantine dove riposavano
laboriose le botti di varia grandezza, tra le quali ve se sono alcune
autografate di illustri personaggi dopo percorsi che li hanno avvicinati a
Costaripa.
Ma nessuno meglio di Nicole potrà
raccontarci chi è lei e cos’è “Costaripa”.
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Innanzitutto, grazie per la
cordialissima accoglienza che mi hai riservato. Vorrei porgerti alcune domande
per far conoscere ai lettori del nostro magazine online chi è Nicole Vezzola,
il nome Vezzola per i gardesani dice molto, ma chi si segue merita di sapere.
Partiamo banalmente: ora sei in
azienda ad affiancare papà, ma Nicole bimba cosa sognava? Quello in cui sei
immersa ora oppure pensa a percorsi diversi? Quali sono i tuoi percorsi di
studi?
Una grande costante nella mia vita è
stato il viaggio. Sin da bambina ho sempre amato scoprire nuovi mondi,
confrontarmi con culture diverse e questo desiderio è stato il motore di
numerose mie scelte. Ho cominciato a viaggiare da molto piccola, grazie a mia
madre Lia, una grande sognatrice e viaggiatrice. A 11 anni, il mio vero e primo
viaggio. 43 giorni in Australia con mamma e fratello. Da quel momento non mi
sono mai fermata.
In quarta liceo andai un anno in
America, durante la triennale in economia aziendale feci 6mesi a Bordeaux e
altrettanti a Melbourne in Australia e per concludere la specialistica in
marketing e comunicazione/innovazione feci un doppio titolo tra Londra e
Parigi, all’ESCP. Penso che il mio unico e vero sogno sia sempre stato quello
di viaggiare e vivere in un ambiente ricco di cultura, dove poter crescere e
confrontarmi. Il mondo del vino, mi regala tutto ciò.
Ad un certo punto della tua
vita hai fatto una scelta, tua se ho ben capito, di fare un’esperienza
all’estero sempre nel mondo del vino. Da dove è nato questo impulso di prendere
e andare e, soprattutto quanto è stata importante, non solo sul momento ma in
prospettiva futura.
Stavo concludendo l’ultimo anno di
specialistica a Parigi e mio padre mi suggerì di cercare uno stage in
Champagne, essendo a soli 40 minuti dalla capitale. Lo ascoltai e con estrema
felicità trovai lavoro da Philipponnat dove ci rimasi quasi 2 anni. Il vissuto
da Philipponnat è stato forse il più formativo ed importante in quanto a soli
23 anni cominciai a confrontarmi con il mondo del lavoro e scopri quanto sia
importante, soprattutto nel mondo del vino, avere etica e cultura.
All’inizio citavo il DNA, il
tuo è quello di una famiglia importante e di un’azienda storica. Ora ne sei ai
vertici. Quanto pesa essere dove sei, se di peso si può parlare?
Fortunatamente, ad oggi, non sento
tanto un peso ma un’immensa opportunità di crescita ed evoluzione. Ho ancora la
fortuna di avere mio padre come guida che mi permette di sbagliare senza averne
paura. Siamo e rimarremo un’azienda di famiglia, con i valori e principi saldi
al territorio.
Cosa rappresenta gestire e
pensare a portare nel futuro il patrimonio storico e imprenditoriale di una
delle più importanti cantine della Valtènesi?
Uno dei fondamentali condivisi
totalmente con papà è riuscire sempre a mantenere la tecnologia ed innovazione
al servizio della tradizione, e non viceversa. Dobbiamo tutelare e valorizzare
sempre più la nostra identità e storia per poterla valorizzare e raccontare
alle generazioni future.
Quello che mi affascinava
nell’ascoltare il tuo racconto dell’azienda è la presenza costante di tuo padre
che indubbiamente per te rappresenta un riferimento importante. Tu sei tornata
in azienda dopo essere stata all’estero, sicuramente avrai portato le tue idee
di innovazione finalizzate ad una crescita costante. È stato difficile fondere
e rendere coeso quello che a tutti gli effetti potrebbe essere un confronto
generazionale?
Devo ammettere che dopo
tanti anni all’estero tronare in Italia non è stato facile. Sia come giovane
che come donna. In Italia, il giovane viene spesso ancora visto come fardello e
non come un valore aggiunto di visione o innovazione. Un concetto alternativo
che ho elaborato negli anni, e che ci potrebbe aiutare a migliorare le sinergie
generazionali, è sostituire la parola confronto o scambio con coesistenza
generazionale.
Il nome “Costaripa” è
conosciuto grazie a Vostri vini che potremmo definire storici, alcuni hanno
raggiunto e stanno raggiunto traguardi importanti: parlo di RosaMara e Molmenti
che hanno una storia davvero molto lunga. Che cosa rappresentano per voi questi
vini? (Tra l’altro parliamo di due vini “rosa” che ben si abbinano al motivo
del nostro incontro)
RosaMara e Molmenti sono i vini che
rappresentano al meglio la nostra interpretazione di territorio. La Valtènesi è
stata definita vocata alla produzione di rosé già dal fine 1800 ed è per noi
fondamentale valorizzarne l’identità.
La bellezza dei rosé è che riescono a
racchiudere la raffinatezza e l’eleganza del rosé con la struttura ed il
carattere di quattro uve rosse di grande qualità.
Ma oltre ai vini rosa avete
anche un’altra etichetta storica: il “Maim”, un Groppello Gentile e ovviamente
le bollicine Mattia Vezzola. Chi non vi conosce ne ha molti di motivi per
scoprire un’azienda importante e che fa della qualità il suo cavallo di
battaglia. Come possiamo incuriosire i nostri lettori anche su questi vini.
Parlare di storia,
vocazione e tradizione unendo innovazione e lungimiranza. Sono queste le parole
chiave per descrivere Costaripa e i suoi vini. Il MaIm è nato per rompere il
pregiudizio sul Groppello Gentile, uno dei 15 vitigni più antichi d’Italia, ma
altamente sottovalutato dai tanti. Possiede infinita raffinatezza e leggerezza
con tannini eleganti e mai aggressivi. Il metodo classico Mattia Vezzola, che
quest’anno festeggia i 50anni, ha equilibrio e armonia. Bollicine sottili e
soffici che raccontano storie lontane di tradizione e famigliarità.
Visitando l’azienda sono stato
stupito, e l’ho subito detto, quando siamo entrati nei magazzini di stoccaggio:
i contenitori completamente in legno, diversamente da quello che mi sarei
aspettato. Indubbiamente una vostra scelta particolare; del resto, passeggiando
per tutti gli spazi produttivi è evidente le cure e l’attenzione dei
particolari che va parallela alla proiezione verso il futuro della mission
aziendale. Come te la immagini “Costaripa” fra 20 anni?
Esattamente come oggi.
In un mondo che è in continuo
cambiamento la difficoltà maggiore è rimanere saldi ai propri principi e
valori. La vera difficoltà è non cambiare. Costanza e coerenza.
Guardiamo avanti al futuro, alle nuove
tecnologie pur rimanendo ancorati alla nostra identità.
Il vino è indubbiamente
qualcosa di importante nel nostro paese, fa parte della nostra storia e della
nostra cultura, delle tradizioni e del lavoro. E in Valtènesi, attorno al lago
di Garda e in tutto il bresciano è qualcosa davvero di importante. Tu stessa mi
dicevi che il Garda è conosciuto per il turismo, ma sottolineavi che il vino ha
una storia ancora più lunga dell’industria del turismo. Forse manca davvero una
vera conoscenza dei vini gardesani (e non solo). Cosa si può fare per
migliorare la conoscenza dei vini gardesani?
Sarebbe importante lavorare sulle
nuove generazioni per fa sì che possano sviluppare un sempre più forte spirito
d’appartenenza e tutela del proprio territorio. Questo concetto l’ho vissuto in
Champagne, dove c’è un sentimento viscerale e profondamente culturale condiviso
fra tutte le generazioni. I giovani partecipano attivamente alla vendemmia, i
trattori non vengono visti come intralcio ma come parte integrante di un
ecosistema che vive di viticultura. Noi abbiamo un potenziale incredibile,
semplicemente non siamo ancora stati in grado di valorizzarlo e veicolarlo.
Infine, la nostra domanda
finale consueta: descriviti in tre aggettivi!
Solare
Lungimirante
Leggera
Ringraziamo nuovamente Nicole per la sua disponibilità e in attesa di qualche possibile iniziativa che possa vedere unite Swanbook e Costaripa, diamo appuntamento ai nostri lettori per nuove interviste alla donne in lizza per i premi "Donna Territorio & Cultura 2024"