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Giulia Fagiolino: "I miei romanzi sono catartici" di Francesca Ghezzani

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Incontro con la scrittrice Giulia Fagiolino
Di Francesca Ghezzani


"I miei romanzi sono catartici" è il biglietto da visita della scrittrice.
Giulia Fagiolino, senese di nascita e viterbese d’adozione, ha esordito in ambito letterario con il romanzo “Quel Giorno” (Capponi Editore) nel giugno 2018, poi è tornata sul mercato editoriale con l’opera “In un battito d’ali” edito da L’Erudita, Giulio Perrone editore.
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Giulia, quanti premi letterari hai vinto finora e qual è la motivazione che ti ha gratificata maggiormente?
Ne ho vinti tanti di premi letterari internazionali, sia con il primo che con il secondo. Con l’esordio, quello che mi ha dato più orgoglio è stato il premio internazionale Giglio blu di Firenze dove mi hanno paragonato al fanciullino di Pascoli, con il secondo il prestigioso premio Casentino, fondato da Gadda negli anni ’40 che ha avuto nel corso degli anni tra i premiati e tra gli esponenti del mondo culturale persone come Montanelli, Pertini, Susanna Agnelli.


Se non avessi ottenuto tali riconoscimenti, avresti continuato comunque a scrivere?
Penso di no, è fondamentale il confronto con la critica letteraria, se non piace come scrivi è inutile continuare a provare.
Ti va di mettere a confronto le due tue opere? Se sì, partiamo dal titolo…
Il primo romanzo si intitola “Quel Giorno", fa riferimento a un particolare momento della storia su cui fa perno l'intero romanzo, quel giorno in cui tutto ha avuto inizio. Anche il secondo “In un battito d'ali" fa riferimento a un preciso momento su cui fa perno l'intera storia, stessa espressione infatti è stata scritta nella parte finale del romanzo. Per me i titoli simboleggiano sempre qualcosa di centrale ai fini della storia.

A livello di trama ci sono parallelismi da evidenziare o sono vicende completamente diverse?
Sono vicende diverse sia come trama che per periodo storico. “Quel Giorno” è ambientato ai nostri giorni e parla di una donna che subisce, contro la sua volontà, la separazione dal marito ed è in quel momento di vulnerabilità che l’inconscio la porterà in una grotta, dove scoprirà qualcosa del suo passato che aveva rimosso e inizierà un percorso introspettivo utile per chiudere con la vita di prima e cominciare a vivere pienamente. Fondamentale nella parte finale la metafora del mito della caverna di Platone per cui l'uomo dal buio totale prenderà piano piano coscienza di sé, riuscendo a uscire e a trovare la luce.
Il secondo è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, ho preso spunto da alcuni fatti accaduti alla mia famiglia e poi ho romanzato il tutto. Alcuni personaggi, quindi, sono reali come Corrado, un mio prozio che tornò veramente dal campo di concentramento di Mauthausen, o Dario, il ragazzino catturato nella rappresaglia che era mio nonno, e altri inventati come Agnese, donna forte che non si arrende alla paura di non proteggere i figli o Ginevra, sua figlia, che rischia la propria vita per amore. C'è qualcosa però che li accomuna: i miei romanzi li definisco catartici proprio perché i protagonisti devono affrontare periodi difficili, ma poi trovano la forza per superarli e tornare a vivere.
Tra i personaggi, invece, troviamo similitudini o dissonanze?
In entrambi i romanzi sono protagoniste donne vulnerabili per il periodo che stanno vivendo, ma al tempo stesso forti, ciascuna di loro deve affrontare ostacoli diversi, ma il coraggio e la tenacia le accomuna.

E, infine, ambienti la narrazione in posti geograficamente vicini tra loro o cambi radicalmente location?
Il secondo romanzo è ambientato vicino Firenze sotto la linea Gotica, perché mio nonno materno era di quella zona, anche se i nomi dei paesi sono di fantasia, per il primo non c'è un luogo determinato, non nomino città o paesi, ho voluto decontestualizzare il romanzo in modo che ogni lettore lo possa immaginare ambientato dove vuole.

Concludo con una curiosità personale… da toscana a toscana residenti in due regioni diverse: ti manca la nostra terra d’origine?
Beh, un po' sì, senza nulla togliere alle altre regioni, ma mi manca il paesaggio, dalle dolci colline che circondano Siena, la  Val d’Orcia e la Maremma con il suo litorale al clima così scanzonato e gioviale delle persone che ti mette il buonumore.
L'Astrolabio di Swanbook
Redazione: Desenzano del Garda
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