Il Paese delle Fiabe (di Fabiola Orsini)
Rubriche > Archvio > Luoghi e viaggi
Oggi inizia una nuova avventura tra le pagine dell'Astrolabio Online.
Una nuova firma inizia a collaborare con il magazine e si tratta della più giovane della famiglia..
Siamo felici di dare in benvenuto a Fabiola Orsini, giovanissima giornalista freelance di Priverno, borgo in provincia di Latina.
Per i nostri lettori Fabiola sarà certamente un "personaggio" da scoprire, ma siamo certi che non deluderà le spettative dei lettori.
Diciamo subito che Fabiola Orsini, per il gruppo di cui fa parte L'Astrolabio Online non è assultamente una ragazza di scoprire, l'abbiamo scoperta già da un pò.
Fabiola, oltre che appassionata e curiosa scopritrice di bellezze e luoghi ameni della nostra bellissima Italia, è anche scrittrice: è la vincitrice assoluta del premio letterario riservato a romanzi inediti "E io scrivo..." promosso e organizzato da Swanbook, che presto pubblicherà il romanzo vincente del concorso.
Ora però vi lascio al primo viaggio accompagnati da Fabiola che vi porterà nel Paese delle Fiabe, il piccolo e incredibile borgo di Sant'Angelo di Roccalvecce, una frazione di Viterbo.
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Il Paese delle Fiabe
“Vieni con me
Dove nascono i sogni
e dove
il Tempo
non è programmato
pensa solo cose felici
e il tuo cuore
volerà
sulle tue ali
per sempre”
(versi di Simona Selvetti)
Ci sono due modi per mantenere
impresso nella memoria il ricordo di qualcosa che ha suscitato in te
un’emozione: o era qualcosa che avevi voglia di vivere da tempo e la realtà ha
mantenuto le aspettative, oppure era qualcosa di totalmente inaspettato.
Inaspettato, oltre che fiabesco, è
l’aggettivo che più di ogni altro mi è tornato in mente durante la mia visita a
Sant’Angelo di Roccalvecce, frazione di Viterbo.
Fino al 2016, un luogo come tanti altri
in Italia, una frazione sconosciuta fatta di semplici case, piena di salite e
discese, circondata dal verde del territorio laziale.
Tutto cambia nel dicembre di quello
stesso anno, grazie all’idea venuta ad un abitante del luogo, Gianluca Chiovelli,
deciso nel voler valorizzare in modo innovativo il suo paese. Per farlo fonda
l’associazione culturale ACAS e chiede la collaborazione di numerosi street artists,
per lo più donne, insieme naturalmente all’approvazione degli abitanti del
luogo, cosa non scontata e semplice da ottenere, soprattutto quando si tratta
di convincere persone adulte, non sempre propense a cambiamenti e rivoluzioni
del genere.
Nasce così “Il Paese delle Fiabe”.
Quelle che prima erano semplici
facciate delle case diventano grandi tele dove ogni artista rappresenta una
fiaba tra le più conosciute ed amate da ogni bambino ed adulto.
Il 27 novembre
2017 vengono inaugurati i primi murales.
L’apertura è data da “Alice nel paese
delle meraviglie” di Lewis Carroll, grazie alla rappresentazione dell’artista
Tina Loiodice che personalizza la sua opera, in diversi modi, primo fra tutti
l’ora indicata dal famoso orologio, fermo alle 11:27, a rendere indelebile il
momento dell’inaugurazione.
L’opera gira su tre lati dell’abitazione
su cui è stata realizzata, ed ha la particolarità di avere rappresentati, su uno
di questi, due bambini intenti nel tirare una corda come a voler “aprire il
sipario” al murales. Non a caso il titolo dell’opera rivisitata dall’artista è
“I bambini scoprono Alice”.
Continuando il percorso ci si imbatte in altre fiabe, come “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupèry, “Hansel e Gretel” dei fratelli Grimm, “La fabbrica di cioccolato” nella versione portata al cinema da Tim Burton, e molti altri.
Tutti estremamente coinvolgenti, anche se, una menzione in particolare, sento di volerla fare alla bellezza e maestosità di “Cenerentola” (realizzata da Stefania Marchetto), in cui la posizione, la grandezza della “tela” ed il sapiente utilizzo dei colori sono riusciti a rendere ancora più affascinante l’opera e donargli un velo di romanticismo attinente a quello che è il tema del racconto.
Ad oggi sono quasi cinquanta i murales che compongono questo enorme museo all’aperto e se ne prospettano altrettanti nei prossimi anni, accompagnati sicuramente ad una sempre maggiore organizzazione del percorso ed un ampliamento dei servizi offerti.
Al di là della bellezza delle opere, ciò che mi ha colpito maggiormente durante questa visita casuale nel “Paese delle Fiabe” è il come questo progetto sia riuscito a valorizzare ed abbellire il borgo senza stravolgerlo.
Tutto è perfettamente integrato nel contesto.
Non c’è niente di costruito o
artefatto, si percepisce la semplicità tipica dei borghi italiani, l’autenticità
degli abitanti, ma, allo stesso tempo, si resta incantati da ogni fiaba che
sembra trovarsi lì per caso.
Anche il seguire un percorso
senza una logica definita, a mio parere, contribuisce a rendere più incisivo il
senso. Il “perdersi” nel mondo delle fiabe è una caratteristica intrinseca e
fondamentale proprio del suddetto mondo, dove tutto è possibile ed illogico.
Passeggiando tra le case,
complice anche il bellissimo sole di maggio, tutto sembrava magico e fuori dal
tempo.
Le risa dei tanti bambini
arrivati da ogni parte d'Italia per vedere le immagini più rappresentative
delle loro fiabe preferite impresse lì, sui muri delle case, rallegravano il
tutto.
Bambini accompagnati dai loro
genitori che, loro malgrado, rendevano ancora più interessante la visita.
Il vederli domandarsi a vicenda a quale famosa fiaba apparteneva quel murales, chi fosse l'autore, in quale anno fosse stato pubblicato il libro o il film, come se fossero protagonisti di un quiz televisivo, aveva un non so che di teneramente comico. Percepire l'imbarazzo di chi dei due non sapeva la risposta, la soddisfazione dell'altro che invece la conosceva e rispondeva fiero, era niente rispetto a quando, tra i due genitori che continuavano a "bacchettarsi" a vicenda, arrivava correndo un bimbo, il loro, che con molta nonchalance gridava "Ecco finalmente Il Piccolo Principe!". I visi dei genitori stupiti ma, al contempo, rincuorati perché quell'intervento li aveva salvati da una probabile imminente figuraccia, beh era la ciliegina sulla torta per me che sorridevo gustandomi la scena.
Il vederli domandarsi a vicenda a quale famosa fiaba apparteneva quel murales, chi fosse l'autore, in quale anno fosse stato pubblicato il libro o il film, come se fossero protagonisti di un quiz televisivo, aveva un non so che di teneramente comico. Percepire l'imbarazzo di chi dei due non sapeva la risposta, la soddisfazione dell'altro che invece la conosceva e rispondeva fiero, era niente rispetto a quando, tra i due genitori che continuavano a "bacchettarsi" a vicenda, arrivava correndo un bimbo, il loro, che con molta nonchalance gridava "Ecco finalmente Il Piccolo Principe!". I visi dei genitori stupiti ma, al contempo, rincuorati perché quell'intervento li aveva salvati da una probabile imminente figuraccia, beh era la ciliegina sulla torta per me che sorridevo gustandomi la scena.
Non fosse stato per le mascherine
posizionate su ogni viso che incontri, in questo periodo di pandemia, a
coprire, ahimè, anche i sorrisi, sembrava di essere fuori da questo nostro tempo
per una mattinata.
Una poesia dipinta su una scalinata
lungo il percorso, la stessa da me citata all’inizio di questo racconto,
riportava chiunque la leggesse alla realtà con un pizzico di tristezza.
Uno degli ultimi murales, realizzato
in tempo di covid, simbolo di speranza e coraggio.
Il coraggio che serve a tutti noi per
credere ancora nel potere dei sogni.
di Fabiola Orsini