Incontro con Francesca
Rubriche > Francesca e dintorni > Chi è Francesca Ghezzani
Scopriamo qualcosa di Francesca Ghezzani
Eccoci qua per scambiare quattro chiacchiere
con Francesca Ghezzani, affermata giornalista e molto altro, ponendola almeno per una
volta dall’altro lato del ‘microfono’, normalmente è lei che pone domande al
suo interlocutore, ma oggi la vedremo nei panni dell’intervistata e non dell’intervistatrice.
Sarà le che curerà la rubrica ‘Francesca
e dintorni’ nelle pagine del nostro magazine; una rubrica dove Francesca
affronterà le tematiche più varie, dalla letteratura all’enogastronomia, passando
attraverso i viaggi, la televisione e l’arte, spaziando un po’ dappertutto, ma
sempre con la sua consueta dinamicità e professionalità.
In questa breve intervista
cercheremo di scoprire qualcosa di più di Francesca, della professionista e
della mamma, della giornalista e della moglie.
Ci faremo raccontare quello
che non è descritto nel suo profilo, quello che potrete leggere nella pagina
dedicata.
Chi è Francesca Ghezzani in
tre sole definizioni?
Se dovessi utilizzare tre aggettivi “positivi” opterei per seria,
determinata, empatica.
Mille interessi:
Giornalismo e Tv, cucina e viaggi, salute e arte. Quale sta sopra, quale sta
sotto, quale sta in mezzo?
Bella domanda, di fatto tutti fanno parte di me e mi caratterizzano
profondamente. Dovendo metterli in ordine mi trovo davvero in difficoltà.
Giornalismo e tv sono il mio lavoro, cucina e viaggi i miei hobbies più cari,
salute e arte un modus vivendi per stare bene ed esprimersi. Per forza di cose,
comunque, devo anteporre la salute e l’arte perché, senza di loro, non potrebbe
esserci il resto, poi metterei giornalismo e tv perché senza informare e
comunicare mi sentirei monca e, al terzo posto, cucina e viaggi.
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Il viaggio può essere un
fil rouge che collega tutti gli interessi?
Assolutamente sì. Grazie ad un viaggio si gode dell’arte e della cucina
di un luogo, la nostra salute ne giova e, nel mio specifico caso, occupandomi
anche di programmi televisivi itineranti si coniuga perfettamente con la sfera
professionale.
Un percorso da giornalista
a conduttrice, anche di programmi suoi. Cosa rappresentano televisione e
giornalismo?
L’amore per tutto ciò che sta dietro la telecamera, per uno studio
televisivo o radiofonico, per una pagina di giornale sono innati. Ho sempre
amato più il dietro le quinte e non ho mai ambito a stare davanti a una
telecamera. Iniziando, tuttavia, a collaborare con emittenti locali ai tempi dell’università,
appena ventiduenne, si impara a dover fare un po’ di tutto e a ricoprire più
ruoli. È così che mi sono ritrovata ad
apparire e, quando i programmi sono i miei, a volerci mettere la faccia perché
sono proprie “creature”. Televisione e giornalismo sono gli amori della mia
vita, professionalmente parlando, sono ciò che mi fa battere il cuore anche
dopo diciassette anni dagli esordi, sono un ulteriore motivo di legame con mio
marito, conosciuto proprio allora come collega del reparto tecnico.
È stata lasciata per ultima la comunicazione. Ma che cos’è la
comunicazione?
La comunicazione è
responsabilità, serietà, empatia, lealtà. Comunicare è un atto fondamentale in
ogni ambito, va fatto consapevolmente per rispetto del nostro interlocutore.
Quando si riveste il ruolo di “comunicatore” bisogna sentire che abbiamo il privilegio
di esprimerci ma anche il dovere di farlo nel modo giusto. Si pensi, per
esempio, quando ad ascoltarci è un bambino che pende dalle nostre labbra. Lo
stesso deve avvenire davanti ad una platea di studenti, di lettori,
telespettatori, davanti a chiunque.
Quali sono gli step per una
buona comunicazione?
Per prima cosa direi essere in possesso di una buona padronanza della
lingua sia in forma verbale che scritta, poi aggiungerei il controllo e la
veridicità di quello che sto comunicando e, non da ultimo, una dote che forse è
naturale: l’empatia. Quando si è empatici è più facile adeguarsi al registro
del nostro interlocutore, è più facile entrare nelle sue corde e ci permette di
poter comunicare anche concetti non sempre piacevoli senza per questo offendere
o prevaricare.
Lavoro e famiglia, o
famiglia e lavoro?
Assolutamente famiglia e lavoro, sempre e comunque, anche a costo di
scelte e rinunce che ho dovuto più volte fare e che sono state penalizzanti sul
fronte economico e professionale, ma altrettanto premianti in termini di
armonia e solidità familiari.
Sono stata e sono tuttora una figlia assai fortunata dal punto di vista
dei legami, degli affetti e dei valori, perciò mi viene naturale dar loro la
priorità anche nella gestione della famiglia che poi ho creato io.
Ciò non vuol dire, a mio avviso, doversi annullare e non concorrere alle
aspirazioni e alla realizzazione dei propri talenti perché sono fermamente
convinta che il senso di frustrazione che ne deriverebbe porterebbe negatività
e ripercussioni nell’ambito familiare, ma significa essere consapevoli e sapere
che, con tanta dedizione, si possono portare avanti le due sfere, dovendo anche
fare delle rinunce o scendere a dei compromessi.