"Le assassine" incontro con Tiziana Elsa Prina
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Le
Assassine, la boutique editoriale che ha portato in Italia il bestseller “La
Daronne” con il titolo “La bugiarda”
Di Francesca Ghezzani
Un piccolo gruppo di
appassionate e appassionati di crime che da anni lavora nel mondo editoriale,
occupandosi di scelta dei libri, traduzioni, editing e comunicazione. Vogliamo
dare espressione a questa passione per la letteratura gialla, proponendola nelle
sue svariate sfaccettature – giallo a suspence, deduttivo, hard boiled,
psicologico, noir –, negli stili più diversi – fantasiosi, essenziali,
sofisticati, semplici, d’antan – e nei contesti geografici più vari – Marocco,
Malesia, Canada, ma anche Germania, Francia… solo un piccolo esempio dei Paesi
da cui vengono le nostre scrittrici. Queste sono le parole con cui “Le
Assassine” e l’editrice Tiziana Elsa Prina si descrivono.
Tiziana,
credo che la tua sia stata una vera e propria sfida mossa dalla passione e
dall’amore per la cultura. Come ti è venuta l’idea di fondare una casa editrice
cosi particolare nel suo genere tanto da essere stata definita “una boutique
editoriale” e da aver attirato l’attenzione di alcune tra le più prestigiose
testate giornalistiche?
Ho sempre sentito il
bisogno di viaggiare, di conoscere altre lingue, e questo mi ha portato prima a
lavorare all’estero e poi, dopo la laurea in lingue, a scegliere come lavoro il
mondo della traduzione e in seguito dello scouting letterario (ho portato in
Italia alcuni libri per bambini di un editore serbo e di un editore vietnamita
e il romanzo di una scrittrice saudita). Girando poi per le fiere
internazionali del libro, mi è cresciuta la voglia di non lavorare più per
altri, ma di essere indipendente e di poter scegliere i libri secondo i miei
gusti (naturalmente non sono sola a decidere!). Il fatto di dedicarsi a un
genere preciso deriva da una passione che ho sempre avuto per la letteratura
gialla, declinata nei diversi sottogeneri che vanno dall’enigma della camera
chiusa al thriller psicologico, al noir, e che considero una specie di
intrattenimento nobile di cui tutti abbiamo bisogno.
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Ci
spieghi meglio qual è la proposta editoriale de “Le Assassine” attraverso le
sue collane?
La proposta editoriale
è riassumibile in poche parole chiave: letteratura gialla nei diversi
sottogeneri, scrittrici straniere contemporanee e del passato. Insomma abbiamo
deciso di avere un focus ben preciso che si realizza nelle due collane: una
Vintage con le scrittrici che hanno preceduto o sono state contemporanee delle
regine del giallo, mi riferisco alla Christie, alla Sayers, alla Marsh e alla
Allingham. Vi sono infatti coraggiose pioniere del genere che sono
misconosciute e che invece andrebbero scoperte per l’ingegnosità delle trame e
per la loro bella scrittura. Leggendo i loro romanzi - che a tratti potrebbero
essere lontani dal nostro gusto e modo di sentire ma che sono sempre intriganti
se ci si lascia trasportare nel loro tempo e non ci si sofferma su certe convenzioni
letterarie e sociali, ormai superate - riusciamo anche a ripercorrere i
cambiamenti di costume e del ruolo delle donne.
L’altra collana che abbiamo
chiamato Oltreconfine propone scrittrici contemporanee; la scelta delle
pubblicazioni avviene sui libri che sono stati raccolti visitando diverse fiere
internazionali. Le nostre autrici provengono infatti dai luoghi più diversi
della Terra: Francia, Germania, Canada, Malesia, Marocco, Botswana e sono unite
dalla stessa passione per il genere giallo, che interpretano in modo diverso.
Il nostro intento è quello naturalmente di intrattenere, ma nella scelta
cerchiamo di entrare in altre realtà e di scrutare lo sfondo sociale e
culturale in cui le autrici fanno agire i loro personaggi. Insomma l’ispettore che
risolve il delitto non ci basta, vogliamo di più da una storia.
Le
Assassine, peraltro, hanno portano di recente per la prima volta in Italia il
bestseller di Hannelore Cayre “La Daronne”, che nella versione italiana ha il
titolo “La bugiarda”. Oltre alla trasposizione cinematografica che ha visto
proiettato nelle sale il film omonimo del regista Jean-Paul Salomé con Isabelle
Huppert come protagonista, quali premi ha vinto scalando le classifiche?
Il romanzo è stato
pluripremiato sia in Francia che altrove; ha ottenuto infatti: le Grand prix de
la littérature policière 2017, le Prix du polar européen 2017, le Prix des
Lecteurs – Festival du Polar Vileneuve-lès-Avignon 2017, the Barry Award 2020
negli USA con il titolo The Godmother, the Crime Fiction In Translation Dagger
2020 in Gran Bretagna con il titolo The Godmother, Deutscher Krimipreis –
International 2019 – primo posto. Nel gennaio 2020 primo posto nella classifica
dei bestseller crime di Deutschlandfunk e di Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Che storia dobbiamo aspettarci?
Patience Portefeux ha
cinquantatré anni, due ottime figlie, un amore tiepido per un poliziotto e una
madre demente ricoverata in una casa di riposo, la cui retta peggiora la sua
già difficile situazione economica. Eppure prima di rimanere vedova in giovane
età, la sua vita era trascorsa tra gli agi, grazie ai traffici della sua
famiglia e del ricco marito, e il futuro le si prospettava brillante e
scoppiettante come i fuochi d’artificio che tanto l’incantavano. Con la morte
del marito, Patience è dunque costretta a trovarsi un lavoro, e sfruttando la
sua perfetta conoscenza dell’arabo lo trova come interprete traduttrice al
Ministero della Giustizia, sezione narcotici. Il lavoro non è solo frustrante,
ma anche pagato in nero e senza sicurezze sociali, mettendo così Patience di
fronte alla prospettiva di un futuro ben misero. Tuttavia un giorno, mentre
ascolta e traduce delle intercettazioni che riguardano una famiglia di
trafficanti di droga marocchini, le si presenta quella svolta che aveva sempre
sognato.
Infine, cosa dire dell’autrice Hannelore Cayre e della sua apparizione
sulla copertina nella prima edizione francese del libro?
Direi che ha un senso
dell’immagine molto spiccato. Non solo ha scritto un libro che si adatta – come
poi è successo – a una trasposizione cinematografica, ma lei stessa ha questo
gusto dell’immagine. Come accennato si è travestita da daronne araba (una
specie di padrina) e si è fatta fotografare di notte in un parcheggio della
banlieu francese dalla figlia fotografa.