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Gerry Di Lorenzo: un uomo, un poeta...

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GERRY DI LORENZO: UN UOMO, UN POETA, UNO SCRITTORE SENZA OMOLOGAZIONI

di Francesca Ghezzani
Classe 1975, grande amante della musica e della poesia tanto da pubblicare nel 2019 la sua prima silloge poetica Pensieri di un poeta mediocre e, nel 2021, la sua seconda dal titolo In viaggio (Robin Edizioni).
Abbiamo il piacere di parlare con Gerry Di Lorenzo, a cui propongo una sorta di intervista doppia tra tesi e antitesi, differenze e analogie per conoscere meglio lui e la sua produzione letteraria.
Partiamo dalle prime due tue opere poetiche: cosa in comune e cosa di diverso?
In comune sicuramente c'è il desiderio di vivere le passioni pienamente, di soffrire per afferrarle, perché le cose importanti non sono mai facili ed io di certo non mi fermo davanti alle difficoltà per realizzarmi. C'è tanto riflettere, gioire, soffrire, amare, timore. Come sempre mi metto a nudo, mi scavo dentro. Di diverso c'è che mentre nella prima silloge si legge un Gerry sicuramente più sognatore che prende a morsi la vita, nella seconda è più riflessivo, ha maggior rispetto per la vita stessa e col passare degli anni inizia a porsi alcune domande, tirando fuori anche le prime paure del tempo che passa. Direi che emerge chiaramente un contrasto tra le illusioni e le disillusioni, oltre che un linguaggio più veloce, snello e semplice nella prima silloge Pensieri di un poeta mediocre, piuttosto che nella seconda In viaggio.  È importante chiarire che l'opera del 2019 racchiude poesie scritte in un arco temporale molto ampio, quasi trent'anni; quella del 2021 è decisamente più recente. Abbandono la gioventù e mi catapulto nel mondo dei grandi. Non sempre però, perché in questo mondo non ci so stare e preferisco essere un eterno ragazzino.
Viaggio e stasi: quali pro e contro?
Non esiste un viaggio senza una breve stasi per poter metabolizzare, interiorizzare quanto si è visto e scoperto. Ciò che si scopre ogni volta che si parte, che sia un viaggiare fuori o dentro di noi stessi, è sempre una nuova ricchezza che va immagazzinata fermandosi un attimo per avere il tempo di comprendere appieno il suo valore, e poi ripartire. Personalmente i miei viaggi interiori servono per cercarmi, capire chi sono e cosa voglio. Se non lo facessi mi sentirei omologato e questa è una condizione che mi spaventa davvero. Questo mondo ci vuole tutti uguali perché è difficile tenere a bada i cani sciolti. Non vorrei dilungarmi su questo argomento così delicato, ma mi auguro di aver chiarito il mio pensiero. Fermarsi vuol dire accettare che il nostro tempo sia padrone di noi e non il contrario. A volte però è opportuno farlo, da un lato per quanto ho detto prima, dall'altro perché può accadere che si acceleri troppo, quindi è necessario mettersi un po' a riposo, poiché è vero che bisogna vivere di scoperte, nuove sensazioni ed emozioni, ma bisogna anche capire quando arriva il tempo di fermarsi. C'è una sottilissima linea che non va mai varcata.
Prosa e poesia: hai una preferenza?
La poesia è una necessità, la prosa una nuova sfida che, devo dire, mi appassiona molto. Non a caso è in fase di pubblicazione il mio primo romanzo e nel cassetto è già pronto il secondo. La poesia mi affascina, mi risucchia in una realtà parallela in cui si fluttua. È parte di me. Come già ho raccontato in altre interviste, ho iniziato a scrivere in versi da quando ero piccolissimo. Mi dona forti emozioni, mi affascina, mi libera anche dai pesi. La prosa è qualcosa di meraviglioso; le descrizioni dettagliate, le trame intriganti, il pathos, sono tutti elementi che adoro. Quando leggo, più riesco mentalmente a dipingere un quadro, più quel libro sta diventando parte di me.
Il Gerry Di Lorenzo uomo e scrittore di qualche anno fa e quello odierno… cosa hai perso e cosa hai guadagnato?
L'uomo ha guadagnato una forte serenità interiore; sa quello che vuole, in pace con se stesso forse lo è meno, ma con gli altri di scuro. Vede tutto chiaramente, non conosce panico nelle difficoltà e non si illude che le gioie possano essere eterne. Trova un equilibrio nella serenità, anche se essendo un'anima inquieta, troppe volte la perde, seppure solo di vista. Lo scrittore è contorto, instabile, tormentato. Probabilmente l'uomo ha avuto la capacità di gettare sullo scrittore i propri pesi, liberandosene per trovare quel barlume si stabilità emotiva che tanto desiderava.
In chiusura, quale libro sorprenderebbe i tuoi amici se lo trovassero nella tua biblioteca? Al contrario, da chi vorresti ricevere una recensione o un consiglio letterario?
Chi mi conosce davvero, ormai ha smesso di sorprendersi. Direi che si è quasi rassegnato. Sa che potrebbe trovarci di tutto perché io non escludo nulla a priori. Non ho riserve mentali. Leggo qualunque cosa come ascolto qualunque genere di musica. Poi ho i miei gusti, le mie preferenze e faccio le mie scelte su ciò che voglio portare dentro di me. A quel punto divento estremamente selettivo. Da chi vorrei ricevere una recensione o un consiglio letterario? Di getto ti rispondo Freddie Mercury, anche se resterà un desiderio irrealizzabile. Era un artista completo, senza tempo, un rivoluzionario avanti anni luce ed il suo ego mi ha sempre affascinato. Sicuramente veniva da un altro pianeta.
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