Un amore campagnolo e indissolubile, un amore vero
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20 settembre 2025
UN AMORE CAMPAGNOLO E INDISSOLUBILE, UN AMORE DI QUELLI VERI QUELLO TRA LA CIPOLLA DI SERMIDE E IL TIROT DI FELONICA (PRESIDIO SLOW FOOD)
Redazionale

Quella che vi raccontiamo oggi è la storia di un amore, di un grande amore nato nelle campagne dell’Oltrepò Mantovano. Come ben sappiamo gli amori di una volta forse erano più durevoli e meno contaminati di come non lo siano ora. Ma queste sono storie che non ci riguardano, quando quantomeno parliamo di prodotti della campagna e di preparati da forno, quindi, torniamo alla nostra storia d’amore.
I protagonisti della nostra vicenda sono una dolcissima fanciulla biondo dorata e un maschietto dai modi gustosi e delicati.
Lei è un P.A.T., ovvero un Prodotto Agricolo Tradizionale, lui invece fiero del suo riconoscimento di Presidio SlowFood.
Ma diamine, chi saranno mai questi due Giulietta e Romeo che vivono a ridosso del Po e non sull’Adige?
Direi che è giunto il momento di svelare i loro nomi.
Lei: la Cipolla di Sermide o Paglierina.
Lui: il Tirot, una focaccia tipica delle zone di Felonica e Semide.
Ho parlato di amore, e di quello si tratta, senza la Cipolla di Sermide il “Tirot” non può esistere. Continuate a leggerci e scoprirete il perché. Iniziamo a parlare della femminuccia.
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La Cipolla di Sermide
Abbiamo già detto che si tratta di un Prodotto Agricolo Tradizionale.
La sua coltivazione è diffusa principalmente nei di Sermide e Felonica e in quello di Borgocarbonara. La Cipolla di Semide viene seminata seminata in autunno e raccolta in estate quando il suo colore giallo paglierino quasi dorato tinteggia i campi.
Questa rara cipolla si caratterizza per il suo colore giallo paglierino, di forma tondeggiante e al palato per il suo sapore dolce. A causa della sua breve conservabilità (al massimo tre mesi) la sua produzione è andata via via calando per essere sostituita da varietà che possono essere conservate più a lungo. Però gli agricoltori del territorio, fedeli alla loro cipolla storica, hanno continuato la produzione della Paglierina fino a raggiungere il riconoscimento P.A.T. che garantisce tutela e continuità nel tempo per un frutto della terra di cui si hanno tracce risalenti al 1800, quando la cipolla costituiva un’importante fonte di reddito.

Pensate che esistevano magazzini per la lavorazione dell’ortaggio, una fabbrica per la produzione di cassette di legno. La Cipolla di Sermide veniva spedite col treno all’estero, soprattutto in Francia, in Germania e in Svezia. È stato alla fine degli anni ’70 la produzione di cipolla è entrata in crisi (l’ultimo magazzino ha chiuso circa una ventina di anni fa). Poi c’è stata una lenta ripresa che ci permette ai giorni nostri di poter assaporare sulle nostre tavole di questa particolare cipolla.
E per fortuna che agricoltori che potremmo definire quasi eroici continuano a coltivare la Cipolla di Sermide, così possiamo anche degustare l’amante segreto di questo prezioso bulbo: il Tirot di Felonica.
Abbiamo citato il “Tirot” ed è ora di presentarvi anche quest’altra squisitezza che si tramanda da generazioni nell’Oltrepò Mantovano.
Il “Tirot”
Tiròt in dialetto mantovano è sinonimo di una focaccia, per essere precisi di una focaccia tipica prodotta da tempo a Felonica, l’ultimo comune del basso mantovano, situato sul confine tra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.
Il tiròt è un prodotto da forno tanto radicato nel territorio che la sganzega, la festa del paese, è dedicata a questa focaccia. Come moltissime altre preparazioni, anche questa focaccia era consumata dai contadini durante il lavoro nei campi o alla fine della giornata, alla sera, quando le famiglie si riunivano nelle aie delle fattorie.

Le donne preparavano di primo mattino l’impasto a base di farina di grano tenero, cipolla, strutto, un poco di lievito, acqua e sale per poi recarsi ai forni collettivi del paese per la cottura.
Il nome tiròt sembra essere nato dal modo di stendere la pastella morbida e soffice pastella che ancora ai giorni nostri, con abilità, viene tirata a mano distendendola sulle teglie da forno. Dopo la cottura viene tagliata, come impone la tradizione, in forme rettangolari.

La focaccia dopo la cottura assume un colore paglierino carico e dorato e uno spessore di pochi millimetri. Ciò che la caratterizza però è l’aroma intenso della cipolla, che al palato si presenta dolce ma sapido.
La bontà unica e particolare del Tirot è stata tale da attirare su di sé l’attenzione di esperti gastronomi, cosa che ha portato a ottenere per questa focaccia il prestigioso riconoscimento di Presidio SlowFood.
Il Presidio vuole difendere il Tiròt di Felonica dalle imitazioni purtroppo sempre frequenti e vuole fare conoscere il prodotto, con la conseguente valorizzazione del territorio e dare continuità al recupero della varietà di cipolla bionda di Felonica.
Inoltre la Pro loco di Felonica tutte le domeniche estive, da giugno a settembre, propone il Tiròt agli abitanti del paese e del circondario.


Tutto quel che esiste ho celebrato, cipolla,
ma per me tu sei
più bella di un uccello
dalle piume accecanti,
ai miei occhi sei
globo celeste, coppa di platino,
danza immobile
di anemone innevato
e vive la fragranza della terra
nella tua natura cristallina.
Pablo Neruda, "Ode alla cipolla."