Alea: una band, un progetto, uno stile vita... tutto attorno alla musica
Rubriche > Interviste, cronaca e notizie
ALEA: la passione sopra ogni cosa.
di Aurelio Armio
È un piacere poter intervistare
nuovamente a distanza di tempo, di anni, un’artista eclettica e talentuosa, una
rocker che vive di musica. Musicista, musicoterapeuta, laureata in scienze e
tecnologie delle arti, del cinema e dello spettacolo e con un grande amore per
la fotografia. Stiamo parlando di Elisabetta Filippini, eclettica artista
bresciana.
Sono passati davvero parecchi anni da
quella prima intervista realizzata con lei per “L’Astrolabio” quando era in
versione cartacea.
Però è anche vero che oggi il piacere
di realizzare questa intervista è doppio. Infatti, assieme a Elisabetta
intervisteremo anche Alessandra Dresda, in arte Alea.
Alessandra è sua volta musicista,
cantautrice, docente per laboratori musicali, etc, etc, etc… anche nel suo caso
chi più ne ha più ne metta: io azzarderei anche “poetessa”, perché i testi che
compone si collocano proprio su quel sottile confine che separa la poesia dalla
canzone.
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Alessandra ed Elisabetta condividono
il progetto Alea: ovvero un’idea della musica tutta al femminile.
Due artiste, due musiciste,
apparentemente diverse ma che hanno visto le loro “strade musicali” incrociarsi
e ora procedono parallele come due binari che guidano la corsa del treno delle
loro musica.
Elisabetta Filippini
Come accennavo poco prima, Elisabetta l’ho intervistarla una dozzina di anni fa; grazie ad Elisabetta, ho conosciuto Alessandra in occasione della prima collaborazione di Swanbook con Alea, quando il duo è stato colonna sonora dell’evento finale di “Primavera è Donna 2024”, peraltro dove a Elisabetta è stato assegnato il premio “Donna Territorio & Cultura 2024” per la sezione “Arte, Musica & Spettacolo”.
Il concerto di Alea Duo ha riscosso
uno straordinario successo, tanto che questa prima collaborazione non sarà fine
a sé stessa; infatti replicheremo subito il 21 giugno
in quel di Agnadello con evento congiunto dove Swanbook e Alea si mescoleranno e si integreranno con curiose sorprese... e poi, se tutto va come previsto, questa collaborazione proseguirà nel mese di
ottobre al Castello di Pandino, ammesso e non concesso che nel mezzo non si
possa inserire ancora qualcosa.
Alessandra Dresda
Elisabetta, sono passati tanti anni da quella fatidica prima intervista, molta acqua è passata sotto i ponti e, se me lo consenti, è passata anche impetuosamente. Ma, e coinvolgo anche Alessandra, in quell’acqua impetuosa non ci stati navigando da sola; quindi, raccontateci come è iniziato il vostro sodalizio artistico.
Elisabetta:
Ciao Aurelio! E grazie per questo spazio da condividere! È un piacere essere ancora qui, dopo tanti anni! È vero, di acqua sotto ai ponti ne è passata davvero tanta e con impeto! Sono molto soddisfatta di questo cambiamento, perché in questo caso fa rima con miglioramento. All’epoca, nel 2014, come ben sai, suonavo esclusivamente rock/metal, e la mia natura è rimasta quella, ma ero satura di suonare esclusivamente le cover. La casualità, che per me non esiste, mi ha fatto incontrare Alea, con la quale siamo entrate subito in sintonia musicale. L’inizio è stato un po’ bizzarro, ma già alla prima prova abbiamo capito che la nostra collaborazione sarebbe stata duratura.
Alessandra:
Prima di tutto grazie per
questa intervista e per la splendida collaborazione. Nel 2014 cercavo una
chitarrista per il mio progetto. Dopo lunghe peripezie, ricerche varie, una
chitarrista, di cui non dico il nome (all'epoca già occupata con altre band),
mi consigliò quattro possibili altre chitarriste molto brave. Mi informai dal
profilo Facebook di ognuna di loro e mi sorprese il profilo di Elisabetta: era
l'unica che non si pubblicizzava più di tanto. Decisi di contattare lei.
Salò, 11 maggio 2024: il live in Primavera è Donna 2024
Salò, 11 maggio 2024: il live in Primavera è Donna 2024
È
stato complicato trovare il giusto equilibrio per collaborare insieme? Avete
fatto delle rinunce su “come eravate” prima di unirvi?
Alessandra:
Non è stato per me difficile
trovare il giusto equilibrio, Il mio istinto mi suggerì che potevo fidarmi
tranquillamente. Ho cambiato tutto del mio vecchio progetto, elementi, staff e
tanto altro, Avevo capito che avevo trovato finalmente la persona giusta con la
quale elevarmi e poter costruire qualcosa di valido dal punto di vista
musicale.
Elisabetta:
Direi di no, la naturalezza
con cui il progetto si è formato è stata la base della nostra evoluzione. Non è
complesso trovare un equilibrio, perché qui ognuna di noi è quello che è, senza
vincoli o restrizioni. Posso per esempio portare le mie influenze musicali
passate nella composizione dei brani, e questo diventa un valore aggiunto, di
certo non un limite. Il bello del nostro progetto è proprio questo, essere
unite da un filo comune senza perdere la nostra identità, ecco perché funziona!
“Alea Live” è un progetto che non
esito un solo attimo nel definirlo “poliedrico”. Per quanto vi esibiate spesso
in duo, non siete le sole musiciste che compongono il gruppo. Con voi
collaborano altre straordinarie musiciste coinvolte in un progetto tutto al
femminile. Una scelta ben precisa o determinata dalla casualità?
Veronica Bellettato: basso elettrico e acustico, cajon
Eslisabetta:
La nostra band si è formata con una determinata scelta: ci siamo trovate. La nostra formazione ha raggiunto la stabilità fin dall’inizio, nel 2014, quando abbiamo eliminato dalle collaborazioni le persone che non avevano i nostri stessi ideali. Siamo una band affiata e lavoriamo in sintonia, alla base c’è l’amicizia che ci lega. Credo che se non fosse così, non potremmo esistere. Non siamo e non saremo mai come quei musicisti che vedono la musica come un lavoro in cui timbrare il cartellino, noi siamo passione, sangue, anima, il lavoro è frutto del nostro sentire profondo.
Alessandra:
Nel momento in cui conobbi
Elisabetta fu tutto più semplice. Le musiciste che ora suonano con noi nel
progetto, Veronica (basso) e Ilaria (batteria) sono arrivate poco dopo in modo
molto spontaneo, casuale, in pratica un incastro perfetto.
Ilaria Pesce: drums & percussion
È
fuori discussione che la musica rappresenta il motore della vostra vita ma,
oltre alla musica o, meglio, attorno alla musica cosa c’è nel vostro mondo?
Alessandra:
C'è solo la musica. Non posso
circondarmi di altro in quanto all'interno di essa c'è tutto quello di cui ho
bisogno: bellezza, creazione, sinergia e colori, amicizia, lavoro, benessere e
tanto altro. Oltre a fare serate, ci dedichiamo con grande soddisfazione, ad un
progetto molto interessante che si chiama Songbox, Un progetto nato nel 2020 in
tempo di Covid. Creiamo canzoni su misura per i privati, aziende ecc. In questo
progetto io mi occupo di scrivere il testo e la musica. Elisabetta si occupa di
tutta la produzione. Tutto ciò avviene in un bellissimo studio di cui
Elisabetta è proprietaria. In questo spazio ci occupiamo di registrazioni,
oltre a quelle musicali registriamo anche audiolibri, jingle, spot e tanto
altro. Inoltre c'è uno spazio adibito alla parte fotografica. In molti ci
contattano anche per i servizi fotografici, sia in studio che a domicilio.
Elisabetta:
Nel mio mondo si vive di
note, tutto è basato sulla musica, nelle sue svariate forme. Mi occupo di
musicoterapia e produzione audio quando non suono live, ma anche di servizi
annessi, come multimedia e fotografia, che da sempre mi appassionano. Mi piace
troppo quello che faccio, quindi il mio tempo libero è tutto dedicato alle
persone care, a godermi la natura e i miei cani.
Nei
vostri live proponete molti brani composti da voi che si alternano con
composizioni di grandi autrici o interpretati da grandi voci del pop e rock
internazionale. Una scelta che rende decisamente uniche e, se vogliamo,
imprevedibili le vostre esibizioni. Come riuscite a bilanciare quello che è
farina del vostro sacco con brani che fanno parte del panorama mondiale della
musica?
Alessandra:
Il nostro punto forte per i
live è l'omaggio alle voci femminili della storia della musica nazionale e
internazionale. Dico il nostro punto forte perché le organizzazioni di
eventi lo richiedono molto. Il nostro è un omaggio alle voci di donne ma non ci
piace imitare nessuno. Cerchiamo solo di ricreare lo spirito e l'atmosfera
delle canzoni che hanno lasciato un segno nel cuore delle persone. All'interno
di questo repertorio ho inserito anche i miei inediti: mi sembrava utile farlo
in quanto donna e artista.
Elisabetta:
Personalmente parlando
trovo utile differenziarci da tutte le altre band che propongono un repertorio
vagamente simile al nostro, ovvero cover di donne. Io preferisco far conoscere
la nostra musica, in quanto unica. L’omaggio alle voci femminili è un format
che piace, forse anche per il nostro modo di interpretare i brani con il nostro
stile, come se fosse una firma.
Quale
messaggio volete trasmettere attraverso la vostra musica e i vostri concerti?
Elisabetta:
La musica è un mezzo potente di comunicazione, e noi
vogliamo metterla al servizio degli altri, attraverso un sistema che non è fine
a se stesso. Infatti, spesso e volentieri, abbiamo legato la musica a giuste
cause, come per esempio la campagna di Pet Levrieri per “Save the Macau
Greyhounds”, dove il nostro cd sosteneva la raccolta fondi per salvare i
levrieri maltrattati in Cina. Abbiamo messo a disposizione la nostra musica per
aiutare animali, persone e progetti, e siamo sempre aperte a nuove
collaborazioni per dare un valore aggiunto. Nei live spero sempre che passi il
messaggio che è importante mettersi in ascolto, e di tenere il cuore aperto
all’arte.
Alessandra:
Per me la musica è medicina
dell'anima e mi piacerebbe trasmettere questo messaggio a più persone
possibili. La musica è terapia, aggregazione, energia ed elevazione dello
spirito, oltre ad essere cultura e bellezza.
Guardandovi
indietro, partendo dagli inizi delle vostre carriere musicali, c’è qualcosa che
rifareste o non rifareste?
Ale:<ssandra
Io sono sempre stata grata di tutto quello che ho avuto fino ad ora, nel bene e nel male. Sono consapevole che c'è ancora tantissimo da fare.
Elisabetta:
Se potessi tornare indietro
rifarei tutto quello che ho fatto, perché è così che doveva andare. Forse
vorrei tornare indietro e rivivere certe situazioni con la consapevolezza che
ho maturato ora, probabilmente sarebbe più facile, ma alla fine è la fatica che
ti fa raggiungere gli obiettivi che rende tutto più soddisfacente, no?!
E cosa
vi piacerebbe fare che ancora non avete fatto? Sogni? Desideri?
Elisabetta:
Il mio sogno più grande è
quello che sto già vivendo, fare della mia vita ciò che voglio, sentirmi a mio
agio nel fare ciò che mi piace. Spero solo di vivere a lungo, in salute,
facendo musica con le persone che mi fanno stare bene e facendo del bene agli
altri. Si può desiderare di più?
Alessandra:
Io vorrei creare un album
potentissimo (a fine anno tra l'altro uscirà un album che secondo me spaccherà)
con canzoni che possano rimanere indelebili nel tempo e nel cuore delle
persone. Vorrei poter vivere tranquillamente di musica per sempre, senza
ostacoli e difficoltà. Vorrei poter creare una rete di contatti di persone
affidabili con le quali lavorare ed espanderci insieme. Insomma mi piace
l'arte, la cultura, la musica, l'aggregazione. Inoltre mi piacerebbe continuare
a creare, produrre e diffondere musica e benessere. Spero di poter
realizzare tutti i miei sogni e anche tanti altri che si presenteranno sul mio
percorso.