Quello che non ti aspetti... o forse si: Alea ha attaccato la spina per scatenare l'Apocalisse!
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24 aprile 2025
QUELLO CHE NON TI ASPETTI… O FORSE SI?
ALEA HA ATTACCATO LA SPINA PER SCATENARE L’APOCALISSE
(di A. Armio)
Il titolo dell’articolo può anche apparire banale. Ebbene, vi garantisco che non lo è, specialmente per chi, come me, conosce bene Alea (Alessandra Dresda) e il resto della band e sono è uno di quelli che ha avuto la possibilità di ascoltare tutta la discografia della cantautrice milanese che da tempo vive nel bresciano.
Direi che il titolo dell’album è quanto mai azzeccato: “Apocalisse” calza alla perfezione con quello che potrete ascoltare.
Alea ci ha abituati ad atmosfere decisamente acustiche, spesso molto soft dove le notevoli caratteristiche vocali dell’artista sono spesso predominanti nel contesto di ogni brano.
In “Apocalisse” qualcosa cambia.
Alea, straordinariamente supportata dalle musiciste della band, ha attaccato la spina, e l’ha attaccata davvero nel migliore dei modi.
Al primo ascolto dell’album, ciò che subito colpisce e coinvolge è il sostanziale cambio di passo nel sound dell'artista: Apocalisse è un album rock a tutti gli effetti che rispetta tutti canoni del rock.
Mi spiego: cosa ci si aspetta da un album rock?
Ritmo? Energia? Carica adrenalinica?
Perfetto, qui c'è tutto! Allora ci siamo in pieno!

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Sono 7 le tracce che si rincorrono alternando rock puro a ballade avvolgenti, ma pur sempre seguendo un filo conduttore che lega un brano all’altro. Direi che potremmo affermare tranquillamente che “Apocalisse” sia un concept album dove ogni traccia ruota attorno ad un unico tema.
Alessandra ha più volte spiegato che l’album, o almeno i testi arrivano da lontano e sono nati i step differenti, il primo all’epoca del Covid e via via negli anni a seguire.
Tutti testi che affrontano diverse problematiche, situazioni, emozioni di una società che sembra un pochino allo sbando: disagi giovanili, contraddizioni, delusioni, inquietudini, passioni e desideri rincorsi o sogni infranti.
Testi che possono essere parte di noi, di qualche nostro stato d’animo con parole che vengono spesso come trasportate e sospinti dalla musica, di ritmi incalzanti e trascinanti.
Ovviamente non sarò certamente io a svelare nello specifico i contenuti dei testi e delle musiche dell’album, nossignori! Quindi per togliervi la curiosità non dovete fare altro che acquistare “Apocalisse” e magari unirvi a quei fortunati che potranno assistere all’anteprima assoluta in concerto di “Apocalisse” sabato 10 maggio 2025 al Teatro San Michele di Desenzano del Garda (Rivoltella) dove la band sarà guest star nell’evento artistico, sociale e letterario “Primavera è Donna 2025”.
Posso però garantirvi che già al primo ascolto, quello che a volte si fa anche distrattamente, Apocalisse riuscirà coinvolgervi e avvolgervi con i suoi ritmi, i riff a volte martellanti e a armonie di estrema delicatezza, dove Alessandra riesce a spaziare vocalmente mostrando una volta di più le sue qualità artistiche.
Ma, badate bene, l’album non è solo Alessandra, tutt’altro: l’importanza delle musiciste della band è fondamentale e straordinaria e le musiche non possono e devono essere considerate in secondo piano rispetto ai testi: gli uni esistono solo in funzione dell’altra.
A chi acquisterà l’album suggerisco si ascoltarlo più volte, cosa che a parer mio dovrebbero fare i veri cultori della musica.
Prima ascoltatelo nel suo insieme, apprezzerete la coesione d’insieme della band dove emerge prepotentemente l’affiatamento che unisce le musiciste.
Poi riascoltate l’album concentrandovi prima sui testi e la voce di Alessandra che entra nulla musica come uno strumento, e poi concentratevi e dedicatevi alle tracce di ogni singolo strumento: le chitarre di Elisabetta Filippini, le sue amate chitarre elettriche (ve l’ho che hanno attaccato la spina, no?), Veronica Bellettato con il suo basso che pompa parecchio e le percussioni di Ilaria Pesce che dispensano ritmo instancabilmente.
A mio parere non c’è modo migliore di ascoltare musica che entrare con la mente in ogni singolo strumento, aiuta ad apprezzare anche la qualità di ogni singolo musicista e dare il giusto valore al lavoro d’insieme.
Da sinistra: Ilaria Pesce, Alessandra Dresda (Alea), Elisabetta Filippini e Veronica Bellettato
Un consiglio però ve lo devo dare: se ascoltate “Apocalisse” in auto, fatelo lontani da autovelox e telecamere varie, perché davvero l’adrenalina salirà a mille e dovrete tenere a bada il piede sull’acceleratore.
Vorrei concluder dicendo che “Apocalisse” è sicuramente l’album che certifica la maturità artistica raggiunta da Alea, Alessandra è un’artista che ha raccolto molto meno del suo reale valore e che meriterebbe, sia per le doti vocali che i contenuti di testi che invitano alla riflessione e che allo stesso tempo sono ben amalgamati, grazie alle talentuose musiciste della band, con un groove coinvolgente e accattivante che trasmette e scatena una sensazione di movimento ed energia in ogni momento.
