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Il cielo di gennaio

Rubriche > Archvio > Astronomia > 2021
Osservare il cielo a Gennaio: Orione, Aldebaran, le Pleiadi e molto altro ancora…
di Monica Menzogni

Bentrovati amici e, soprattutto, Buon Anno!
Siamo in pieno inverno, la stagione più fredda, ma anche quella in cui il cielo riesce a a scaldarci più che mai con le sue meraviglie. Le costellazioni che possiamo osservare in questo mese sono tra le più affascinanti e passare qualche tempo ben coperti a naso all’insù non potrà che darci delle emozioni.
La Luna
L’anno è cominciato con la fase di Luna calante, l’ultimo quarto sarà visibile il 6 gennaio. La Luna nuova sarà il 13 gennaio e la sua assenza consentirà di osservare al meglio costellazioni e nebulose, per vedere la Luna piena dovremo attendere il 28 gennaio.

Il Sole
Dopo il solstizio di dicembre, la nostra stella ha iniziato subito a risalire e nonostante la sua altezza rimanga ancora piuttosto bassa sull’Orizzonte, tenderà col passare dei giorni ad aumentare. Alla fine del mese di gennaio le giornate saranno già allungate di circa 45 minuti.

I pianeti osservabili
Il piccolo Mercurio sarà visibile con difficoltà all’inizio del mese in orario serale, nella luce del crepuscolo. Con il passare dei giorni, il 24 gennaio raggiungerà la migliore condizione di osservabilità; in quel giorno il pianeta tramonterà 1 ora e 30 minuti circa dopo il Sole offrendo quindi maggiori opportunità per ammirarlo.
Venere, dopo aver brillato per oltre sei mesi nelle prime ore del mattino, si abbasserà sempre più nell’orizzonte fino a scomparire nelle prime luci dell’alba. Alla fine di gennaio potremo vederla solo per mezz’ora prima del sorgere del Sole.
Ancora visibile Marte poco dopo il tramonto del Sole guardando verso Sud, poi col passare delle ore, il pianeta tramonterà nel cuore della notte.
Nella luce del crepuscolo potremo dare l’ultimo saluto a Giove, protagonista insieme a Saturno della grande congiunzione del 21 dicembre scorso. I pianeti, già molto bassi sull’orizzonte, risulteranno, con il passare dei giorni, praticamente invisibili fino alla fine di febbraio quando faranno di nuovo capolino sull’orizzonte orientale.
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Ammasso delle pleiadi
Le congiunzioni di gennaio

Intorno alle ore 17:20 dei giorni che vanno dal 9 al 12 gennaio, guardando verso Ovest potremo ammirare una vera e propria danza dei pianeti Giove Saturno e Mercurio. I pianeti saranno molto bassi e per osservarla dovremo scegliere un luogo con ampia visibilità dell’orizzonte, ma lo spettacolo è garantito.
All’alba del giorno 11 gennaio ci sorprenderà una sottilissima falce di Luna calante (Sud Est) seguita dallo scintillante pianeta Venere.
Il 14 gennaio sempre nelle prime al crepuscolo intorno alle ore 17:20 potremo godere della visione di una bella e sottilissima falce di Luna vicina ai pianeti Giove, Mercurio e Saturno.
Il giorno 20 gennaio intorno alle ore 20:00 muniti di un buon binocolo potremo osservare la Luna che si avvicina ai pianeti Marte e Urano. Per poter vedere Urano, meglio avere a disposizione un telescopio considerata la distanza del pianeta.
La notte del 23 potremo ammirare la Luna mentre attraversa la costellazione del Toro passando tra l’ammasso delle Pleiadi e quello delle Iadi dove scintilla la stella gigante rossa Aldebaran, detta l’occhio del Toro.
Le costellazioni

Protagonista indiscussa del cielo di gennaio è la magnifica costellazione di Orione, il grande gigante cacciatore con le sue stelle brillanti. Ai vertici del quadrilatero che disegna le spalle e le ginocchia dell’eroe mitologico, troviamo in alto Betelgeuse, una stella supergigante rossa che si avvia alla propria estinzione e la brillante Bellatrix, in basso la luminosa gigante azzurra Rigel e Saiph. Le tre stelle allineate che rappresentano la cintura sono, da sinistra a destra, Alnitak, Alnilam e Mintaka. Queste stelle sono tradizionalmente legate alle grandi piramidi di Cheope Chefren e Micerino nella piana di Giza.
La zona più affascinante da osservare è la grande nebulosa M42, una vera e propria nursery di stelle. La nebulosa costituisce la spada del cacciatore ed è facilmente individuabile anche a occhio nudo poco sotto “la cintura”, ma sarà sufficiente disporre di un binocolo per godere di questa meraviglia.
Il cacciatore Orione è accompagnato idealmente dai suoi cani che, in cielo, sono rappresentati dalle costellazioni del Cane Maggiore in cui si trova la stella più brillante visibile nel cielo invernale, Sirio e del Cane Minore con la splendente Procione.
Triangolo invernale
Le stelle Sirio, Procione e Betelgeuse formano un grande asterismo noto come il triangolo invernale. Il triangolo invernale contiene al suo interno la costellazione dell’Unicorno.
Altissima in cielo, quasi allo Zenit, troviamo la costellazione del Perseo e, poco più in basso, sopra il Toro e i Gemelli, si trova l’Auriga facilmente individuabile per la forma pentagonale. La stella più luminosa di Auriga si chiama Capella, un nome che deriva dal latino (capretta) e dedicato alla capra Amaltea che col suo latte nutrì Giove.
Guardando verso nord potremo riconoscere attorno alla Stella Polare nell’ Orsa Minore, la grande Orsa Maggiore, l’inconfondibile W di Cassiopea e, se si gode di un buon cielo buio, potremo individuare anche le altre costellazioni circumpolari: il Cefeo il Dragone e la Giraffa.
La nebulosa di Orione: una nursery di stelle.
Le nebulose sono grandi nubi di gas e polveri. Quella più vicina al sistema solare è proprio la nebulosa di Orione nota anche come M42 dal catalogo stellare di Messier, ben visibile anche a occhio nudo nel cielo di questo mese.
“Io ne ho… viste cose che voi umani non potreste immaginarvi… (…) al largo dei bastioni di Orione…” Questo è l’incipit di un monologo reso famoso dal film Blade Runner che ormai è entrato a far parte della nostra cultura e della meraviglia che suscita questa zona del cielo.
Distante circa 1350 anni luce da noi, è ampia oltre 20 anni luce e, al suo interno, ci sono almeno 700 stelle in fase di formazione, ma il conteggio viene continuamente aggiornato. Molte di esse sono circondate da un disco di polveri che fa presupporre la nascita di nuovi pianeti e, chissà, forse di nuove forme di vita.
Nebulosa di Orione
L’ammasso delle Pleiadi
Le Pleiadi note con la sigla M45 del catalogo Messier, sono un cosiddetto ammasso aperto, un insieme di stelle giovani che appaiono molto vicine in cielo perché sono davvero legate tra loro. Gli ammassi aperti rappresentano una fase precisa della formazione stellare. Si tratta di gruppi di astri formati da poco, in genere non più di qualche centinaio di milioni di anni fa, e che quindi sono in uno stato più avanzato di quelli che possiamo trovare, ad esempio, nella nebulosa di Orione. Sono stelle “adolescenti” non ancora del tutto indipendenti. Quindi non sono più completamente immerse nella loro nebulosa originaria, ma, in molti casi, non l’hanno ancora spazzata via del tutto
Il più famoso di questo tipo di ammassi, è quello delle Pleiadi, nella costellazione del Toro. Le Pleiadi si trovano a circa 400 anni luce dalla Terra e hanno circa 20 milioni di età. Gli antichi greci chiamavano queste stelle “le sette sorelle e curiosamente venivano utilizzate per… misurare la vista. Se si ha la vista buona, dal nostro pianeta considerato l’inquinamento luminoso, se possono vedere sette anche se l’ammasso ne contiene circa 500!
Visibili a occhio nudo, sono uno spettacolo notevole se osservate con un semplice binocolo.
Ammasso delle pleiadi
Il cielo, come sempre può regalarci momenti emozionanti e farci recuperare fiducia ed energia. Per questo auguro di cuore a tutti un anno stellare.
Cieli sereni!
L'Astrolabio di Swanbook
Redazione: Desenzano del Garda
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