Il cielo di gennaio
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Osservare il cielo a Gennaio: Orione, Aldebaran, le Pleiadi e molto altro ancora…
di Monica Menzogni
Bentrovati amici e, soprattutto, Buon Anno!
Siamo in pieno inverno, la stagione più fredda, ma anche quella in cui il cielo riesce a a scaldarci più che mai con le sue meraviglie. Le costellazioni che possiamo osservare in questo mese sono tra le più affascinanti e passare qualche tempo ben coperti a naso all’insù non potrà che darci delle emozioni.
La Luna
L’anno è cominciato con la fase di Luna calante, l’ultimo quarto
sarà visibile il 6 gennaio. La Luna nuova sarà il 13 gennaio e la sua assenza
consentirà di osservare al meglio costellazioni e nebulose, per vedere la Luna
piena dovremo attendere il 28 gennaio.
Il Sole
Dopo il solstizio di dicembre, la nostra stella ha iniziato
subito a risalire e nonostante la sua altezza rimanga ancora piuttosto bassa
sull’Orizzonte, tenderà col passare dei giorni ad aumentare. Alla fine del mese
di gennaio le giornate saranno già allungate di circa 45 minuti.
I pianeti osservabili
Il piccolo Mercurio sarà visibile con difficoltà
all’inizio del mese in orario serale, nella luce del crepuscolo. Con il passare
dei giorni, il 24 gennaio raggiungerà la migliore condizione di
osservabilità; in quel giorno il pianeta tramonterà 1 ora e 30 minuti circa
dopo il Sole offrendo quindi maggiori opportunità per ammirarlo.
Venere, dopo aver brillato per oltre sei mesi nelle prime
ore del mattino, si abbasserà sempre più nell’orizzonte fino a scomparire nelle
prime luci dell’alba. Alla fine di gennaio potremo vederla solo per mezz’ora
prima del sorgere del Sole.
Ancora visibile Marte poco dopo il tramonto del Sole
guardando verso Sud, poi col passare delle ore, il pianeta tramonterà nel cuore
della notte.
Nella luce del crepuscolo potremo dare l’ultimo saluto a Giove,
protagonista insieme a Saturno della grande congiunzione del 21 dicembre
scorso. I pianeti, già molto bassi sull’orizzonte, risulteranno, con il passare
dei giorni, praticamente invisibili fino alla fine di febbraio quando faranno
di nuovo capolino sull’orizzonte orientale.
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Ammasso delle pleiadi
Le congiunzioni di gennaio
Intorno alle ore 17:20 dei giorni che vanno dal 9 al 12
gennaio, guardando verso Ovest potremo ammirare una vera e propria danza dei
pianeti Giove Saturno e Mercurio. I pianeti saranno molto bassi e
per osservarla dovremo scegliere un luogo con ampia visibilità dell’orizzonte,
ma lo spettacolo è garantito.
All’alba del giorno 11 gennaio ci sorprenderà una
sottilissima falce di Luna calante (Sud Est) seguita dallo scintillante pianeta
Venere.
Il 14 gennaio sempre nelle prime al crepuscolo intorno
alle ore 17:20 potremo godere della visione di una bella e sottilissima falce
di Luna vicina ai pianeti Giove, Mercurio e Saturno.
Il giorno 20 gennaio intorno alle ore 20:00 muniti di un
buon binocolo potremo osservare la Luna che si avvicina ai pianeti Marte
e Urano. Per poter vedere Urano, meglio avere a disposizione un
telescopio considerata la distanza del pianeta.
La notte del 23 potremo ammirare la Luna mentre
attraversa la costellazione del Toro passando tra l’ammasso delle Pleiadi
e quello delle Iadi dove scintilla la stella gigante rossa Aldebaran,
detta l’occhio del Toro.
Le costellazioni
Protagonista indiscussa del cielo di gennaio è la magnifica
costellazione di Orione, il grande gigante cacciatore con le sue stelle
brillanti. Ai vertici del quadrilatero che disegna le spalle e le ginocchia
dell’eroe mitologico, troviamo in alto Betelgeuse, una stella
supergigante rossa che si avvia alla propria estinzione e la brillante Bellatrix,
in basso la luminosa gigante azzurra Rigel e Saiph. Le tre
stelle allineate che rappresentano la cintura sono, da sinistra a destra, Alnitak,
Alnilam e Mintaka. Queste stelle sono tradizionalmente legate
alle grandi piramidi di Cheope Chefren e Micerino nella piana di Giza.
La zona più affascinante da osservare è la grande nebulosa M42, una vera e propria nursery di stelle. La nebulosa costituisce la spada del cacciatore ed è facilmente individuabile anche a occhio nudo poco sotto “la cintura”, ma sarà sufficiente disporre di un binocolo per godere di questa meraviglia.
Il cacciatore Orione è accompagnato idealmente dai suoi cani
che, in cielo, sono rappresentati dalle costellazioni del Cane Maggiore in
cui si trova la stella più brillante visibile nel cielo invernale, Sirio e
del Cane Minore con la splendente Procione.
Triangolo invernale
Le stelle Sirio, Procione e Betelgeuse formano un grande
asterismo noto come il triangolo invernale. Il triangolo invernale
contiene al suo interno la costellazione dell’Unicorno.
Altissima in cielo, quasi allo Zenit, troviamo la costellazione
del Perseo e, poco più in basso, sopra il Toro e i Gemelli,
si trova l’Auriga facilmente individuabile per la forma pentagonale. La
stella più luminosa di Auriga si chiama Capella, un nome che deriva dal
latino (capretta) e dedicato alla capra Amaltea che col suo latte nutrì Giove.
Guardando verso nord potremo riconoscere attorno alla Stella
Polare nell’ Orsa Minore, la grande Orsa Maggiore,
l’inconfondibile W di Cassiopea e, se si gode di un buon cielo buio,
potremo individuare anche le altre costellazioni circumpolari: il Cefeo
il Dragone e la Giraffa.
La nebulosa di Orione: una nursery di stelle.
Le nebulose sono grandi nubi di gas e polveri. Quella più vicina
al sistema solare è proprio la nebulosa di Orione nota anche come M42 dal
catalogo stellare di Messier, ben visibile anche a occhio nudo nel cielo di
questo mese.
“Io ne ho… viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…
(…) al largo dei bastioni di Orione…” Questo è l’incipit di un monologo
reso famoso dal film Blade Runner che ormai è entrato a far parte della nostra
cultura e della meraviglia che suscita questa zona del cielo.
Distante circa 1350 anni luce da noi, è ampia oltre 20 anni luce
e, al suo interno, ci sono almeno 700 stelle in fase di formazione, ma il
conteggio viene continuamente aggiornato. Molte di esse sono circondate da un
disco di polveri che fa presupporre la nascita di nuovi pianeti e, chissà,
forse di nuove forme di vita.
Nebulosa di Orione
L’ammasso delle Pleiadi
Le Pleiadi note con la sigla M45 del catalogo Messier, sono un
cosiddetto ammasso aperto, un insieme di stelle giovani che appaiono
molto vicine in cielo perché sono davvero legate tra loro. Gli ammassi aperti
rappresentano una fase precisa della formazione stellare. Si tratta di gruppi
di astri formati da poco, in genere non più di qualche centinaio di milioni di
anni fa, e che quindi sono in uno stato più avanzato di quelli che possiamo
trovare, ad esempio, nella nebulosa di Orione. Sono stelle “adolescenti” non
ancora del tutto indipendenti. Quindi non sono più completamente immerse nella
loro nebulosa originaria, ma, in molti casi, non l’hanno ancora spazzata via
del tutto
Il più famoso di questo tipo di ammassi, è quello delle Pleiadi,
nella costellazione del Toro. Le Pleiadi si trovano a circa 400 anni luce dalla
Terra e hanno circa 20 milioni di età. Gli antichi greci chiamavano queste
stelle “le sette sorelle e curiosamente venivano utilizzate per… misurare la
vista. Se si ha la vista buona, dal nostro pianeta considerato l’inquinamento
luminoso, se possono vedere sette anche se l’ammasso ne contiene circa 500!
Visibili a occhio nudo, sono uno spettacolo notevole se
osservate con un semplice binocolo.
Ammasso delle pleiadi
Il cielo, come sempre può regalarci momenti emozionanti e farci
recuperare fiducia ed energia. Per questo auguro di cuore a tutti un anno
stellare.
Cieli sereni!