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La strabiliante avventura di Palla di Cannone

Arte e Cultura > Racconti e poesie
La strabiliante avventura di Palla di Cannone

racconto di Monica Menzogni

(questo racconto farà parte di un importante progetto editoriale riservato alle bimbe e ai bimbi delle scuole primarie, le nostre care e amate elementari. Il progetto avrà finalità benefiche,)  
C’era una volta una cometa che viveva nel grande e freddo regno di Oort. Era una bella cometa nera come il carbone e crescendo aveva imparato a sfrecciare velocissima tra milioni di altre comete e asteroidi tanto che aveva conquistato il rispetto e la fama tra le sue compagne che l’avevano soprannominata Palla di cannone.
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Fin da piccola era stata sempre molto curiosa e le piaceva tanto ascoltare le fantastiche storie di viaggi che alcune vecchie comete del villaggio raccontavano nelle buie e fredde serate. Alcune erano davvero paurose, parlavano di comete che erano partite per visitare il regno del Sole e non avevano mai più fatto ritorno. Le comete più anziane dicevano che il Sole le aveva ingoiate intere perché avevano osato avvicinarsi troppo a lui, ma Palla di cannone era affascinata dall’idea di poter viaggiare e vedere coi propri occhi i pianeti meravigliosi di cui aveva tanto sentito parlare.
Non tutte i viaggi finivano così male, molte comete tornavano e raccontavano le loro avventure. La grande cometa di Halley era una tra le più invidiate. Aveva viaggiato tanto e ancora, nonostante fosse molto anziana, non si sentiva stanca e ripartiva ogni volta con grande energia.
Ma la storia che preferiva ascoltare era quella dell’anziana cometa Codalunga.
«Lo hai visto davvero il Sole?» le chiedeva ogni volta con curiosità.
«Certo, piccolina, credi che io racconti le bugie?» rispondeva la cometa, permalosa.
«È davvero così grande e forte?»
«Molto più di quanto tu riesca a immaginare! È caldissimo e così potente che se ti avvicini troppo a lui non riesci più a scappare!»
«Ma tu ci sei riuscita, però! Come hai fatto?»
«Non è stato facile, ho dovuto correre velocissima, e per la fatica mi sono quasi consumata tutta.»
«Mi racconti di nuovo di quando ti è spuntata la coda?»
E Codalunga, vanitosa, non si stancava mai di parlare della sua bellissima coda.
«Oh, se tu l’avessi vista! Era lunghissima, una vera meraviglia! Brillavo come una stella e mi sentivo bella come una regina, sfrecciavo tra i pianeti e tutti mi ammiravano!»
«Perché non ce l’hai più?»
Quella domanda la rattristava sempre: «Il regno di Oort è troppo freddo e lontano dal Sole. Quando sono tornata a casa mi è caduta e ora non mi resta che il ricordo» sospirava.
Palla di cannone era affascinata da quella storia e per questo si allenava con passione ogni giorno. Voleva imparare a viaggiare sempre più veloce, per poter andare un giorno a vedere coi propri occhi il Sole nel suo regno.
Quando si sentì pronta cercò il modo di uscire da Oort, ma la cosa era molto più difficile di quanto potesse immaginare. Per quanto si sforzasse di viaggiare veloce, continuava a tornare sempre nello stesso punto: si rese conto che aveva bisogno di qualcuno che le desse una spinta. A furia di pensare, le venne un’idea strepitosa: litigare con un asteroide che le sfrecciava vicino.
«Ehi tu, faccia di bronzo, non vedi che mi stai intralciando la strada? Spostati subito e fammi passare!»
Gli asteroidi, si sa, hanno un brutto carattere e così appena Palla di cannone finì di parlare, quello, anziché spostarsi, le dette uno spintone tanto forte che la fece catapultare all’istante fuori dal regno di Oort, nello spazio profondo e nero come la pece.
La piccola cometa cominciò a ruzzolare; rotolava senza potersi né fermare né sapere se stava viaggiando nella direzione giusta.
"Oh povera me! Cosa ho combinato, e chi potrà mai venirmi a cercare quaggiù", pensava disperata.
Trascorse così tanti anni, rotolando nel buio senza sapere dove andava. Aveva ormai perso le speranze di raggiungere il regno del Sole quando, in lontananza, vide la sua luce accecante. Cominciò a sentire la sua forza che l’attraeva a sé e un calore buono che la riscaldava. Era davvero magnifico!
Sapeva che era molto pericoloso, ma il Sole era così bello che non riusciva a distogliere lo sguardo dai suoi raggi brillanti. Man mano che si avvicinava, il suo mantello, nero come il carbone, cominciò a sgretolarsi e a sciogliersi, mostrando al cielo la sua natura bianca di ghiaccio lucente.
Il vento solare soffiava forte e la piccola cometa non riuscì più a tenere la rotta. Sbuffi di gas cominciarono a uscirle dal corpo, viaggiava a zig zag, cambiava spesso direzione come se fosse ubriaca; all’improvviso aveva perso ogni controllo!
Viaggiava così veloce che tutti i pianeti le passavano davanti agli occhi senza che lei si potesse soffermare ad ammirarli. Quando arrivò vicino alla Terra però, successe una cosa straordinaria: per la prima volta riuscì a specchiarsi. Il mare azzurro le mostrò il suo volto lucente e grande fu la sua meraviglia quando vide che le erano spuntate due lunghissime code brillanti: una azzurra come un cielo d’estate e una bianca e soffice come il cotone. Avrebbe voluto fermarsi per sempre lì, ma il Sole, inesorabile l’attirava sempre di più verso di lui.
Palla di cannone, si ricordò dei racconti di Codalunga e cercò di viaggiare ancora più veloce. Sapeva che solo in quel modo avrebbe potuto evitare di cascare nella bocca famelica della stella. Così, sebbene fosse già molto stanca per il lungo viaggio, si mise a rotolare più veloce che mai e, facendo una grande giravolta, riuscì ad allontanarsi dal pericolo.
Ora, si trovava nuovamente nell’oscurità, dove il freddo era così intenso da farle cadere la coda. Non sapeva dove stava andando, non sapeva se avrebbe mai ritrovato la sua casa nel grande regno di Oort. Conservava nel cuore la sua immagine riflessa sui mari della Terra, bella e lucente con le sue lunghissime code splendenti.
Nessuno sa dove sia andata, da molti anni non si hanno sue notizie, ma tutti sulla Terra ricordano il suo passaggio e ogni anno il cielo, per festeggiarlo, s’illumina di stelle cadenti.
L'Astrolabio di Swanbook
Redazione: Desenzano del Garda
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