"La vita terrena", il primo romanzo di Laura Cosso (R. Prest)
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31 gennaio 2025
"La vita terrena" (Ed. Swanbook)
il romanzo di Laura Cosso
recensione di Rossana Prest
Laura Cosso, docente di “Arte Scenica” al Conservatorio di Milano, dopo aver pubblicato saggi con tematiche musicali (due pubblicazioni su Berlioz), si propone ai lettori con il suo primo romanzo “La vita terrena”, che proietta l’autrice anche nel mondo della narrativa con un’opera che fa intuire le sue grandi potenzialità di scrittrice anche al di fuori del suo confort zone di autrice di saggi in ambito musicale.
“La vita terrena” narra una vicenda che ha come fulcro il mondo di Vittoria, una giovane donna che fin da ragazza si è dibattuta nelle onde del mare in tempesta che è stata, ed è, la sua vita.
Attorno al mondo di Vittoria, alla musica (sua grande passione) si intreccia una trama di relazioni complicate, amori irrisolti, delusioni che si trascinano in un tira e molla di eventi e situazioni che sembrano non trovare mai una vera soluzione.
Una sorella, Stella, con un ritardo psichico, morta suicida dopo un aborto spontaneo dopo una relazione con un giovane militare da cui che è rimasta incinta. Questo episodio ha accompagnato per tutta la vita Vittoria, diventandone un tormento ossessione, che col trascorrere del tempo ha fatto perdere alla nostra protagonista la passione e la voglia di scrivere musica. Anche sentimentalmente Vittoria naviga nella confusione, divisa tra due uomini, due amici molto legati fra loro.
A cercare di aiutare Vittoria a fare chiarezza nel suo mondo ci provano un’esuberante amica e coinquilina e un vicino di casa omosessuale, forse gli unici due amici veri per lei.
Quasi tutta la vicenda si svolge prevalentemente a Torino, città natale di Vittoria nella finzione narrativa, ma Torino è anche la città dove vive l’autrice che riesce pertanto a collocare gli eventi in un contesto decisamente realistico. Anche scegliere per Vittoria “la passione per la musica” sembra voler unire l’autrice alla sua eroina.
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Anche la collocazione storica della vicenda negli anni Novanta non è casuale, è un periodo storico che Laura Cosso conosce molto bene, un decennio di grande fermento nel mondo, dove alcuni momenti storici dell’epoca affiorano qua è là nella narrazione. L’autrice sembra voler evocare attraverso il percorso di vita della sua protagonista proprio i fermenti di quel periodo, dove tra un trasparire momenti nostalgici, emerge anche la guerra in Kosovo unitamente ad altri fermenti sociali.
Ma torniamo ai personaggi della vicenda e ai loro rapporti: Vittoria su tutti che prima diventa l’amante di Carlo, uno dei due amici citati in precedenza e poi, in seguito, dopo un susseguirsi di strane coincidenze, diventa anche l’amante di Anselmo, il padre di Carlo. Attorno a questo intreccio amoroso e trasgressivo viaggiano paralleli anche altri legami tra alcuni personaggi del libro, apparendo a volte come inappropriati e poco etici, ma, tutto sommato, stiamo parlando sempre dell’indole umana e, che ci piaccia o no, spesso viaggia su binari diversi da quello che può essere il “buon pensiero” della gente che spesso ama nascondersi, fingendo di essere ciò che non si è.
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Fin dalle prime pagine la narrazione è costellata di citazioni importanti, Laura Cosso menzione versi di grande letteratura di grandi autori, nonché opere di musica classica (come non potrebbe farlo l’autrice?), ma si narra anche di vicende personali di grandi compositori, per non restare avvolti dalla precisione con cui vengono descritte Torino e Milano (secondo palcoscenico del romanzo). Ma anche accenni alla politica di quel periodo attraversano le pagine de “La vita terrena”.
Tutti i personaggi che si rincorrono nel romanzo hanno un sottile filo che sembra legarli fra loro: la cultura elevata che contraddistingue la personalità di ognuno di loro. Come altro aspetto che sembra accomunarli è una confusione emotiva che rasenta un disagio psicologico che li rende anche molto fragili.
Possiamo sicuramente affermare che la narrazione procede con molto ritmo, del resto l’autrice vive di musica e quindi dobbiamo aspettarci che ci sia ritmo anche nel suo scrivere. le vite dei vari protagonisti si intrecciano con continuità, non vi sono pause, anzi c’è il desiderio del lettore di proseguire nella lettura che diventa sempre più intrigante con lo scorrere delle pagine, tra realtà del momento e flash back di ricordi del passato che inevitabilmente tendono a condizionare il presente.
Potemmo definire “La vita terrena” come un romanzo psicologico dai contenuti che inducono alla riflessione, non solo per analizzare i fatti narrati, ma anche per ripensare a quel particolare momento storico in cui le vicende sono collocate.
Una lettura che davvero mi sento di consigliare.
Rossana Prest