Adele Gorni Silvestrini: le reginetta del marketing food&wine
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27 luglio 2022
ADELE
GORNI SILVESTRINI:
cibo e vino non hanno segreti per lei.
di R. Prest
Il lago di Garda non è solo turismo,
accoglienza, cultura, belle spiagge e colline da percorrere camminando, in
bicicletta o, perché no, anche a cavallo. Il comprensorio gardesano e le
province circostanti sono anche un grande patrimonio enogastronomico del nostro
paese.
Vini, olio, formaggi, ma non solo, spesso i tanti turisti che arrivano nelle località rivierasche non sanno che attorno al Garda ci sono i tartufi, si coltiva lo zafferano, i frutteti sono quasi estesi come i vigneti.
Tutto questo grande patrimonio agricolo e molto altro potremmo racchiuderlo in un enorme contenitore che fornisc le nostre dispense e giunge sulle nostre tavole, nei nostri bicchieri o nelle creazioni degli chef di tutta Italia.
Se dovessi pensare ad un nome da affibbiare a questo contenitore mi verrebbe in mente Food&Wine.
Ma immagino che qualcuno di voi… magari anche tutti… vi chiederete perché chiamarlo proprio “Food&Wine”?
Beh… la risposta è molto semplice: la persona che incontriamo oggi si occupa proprio di wine & food; infatti, l’amica di cui parlo è Adele Gorni Silvestrini e la sua professione, pensate un po’, è quella di “Consulente Marketing Food&Wine”.
Ma non sarò ovviamente io a spiegarvi di cosa si tratta questa professione, lo farà la diretta interessata.
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Bentrovata Adele. La prima
domanda che ti pongo è anche la più ovvia e banale: chi è Adele Gorni
Silvestrini?
Ben
trovati a voi tutti, curatori e lettori.
Sono
una persona orientata ai risultati e voglio aiutare le aziende del settore food&wine
a rafforzare il proprio posizionamento sul mercato, così che riescano a vendere
più efficacemente i propri prodotti.
Sembrerebbe che nel tuo DNA ci
siano importanti tracce di agroalimentare, viaggi ed eventi. Ma di cosa si
tratta? E’ uno scherzo genetico o forse c’è qualcosa di più profondo?
Sono per natura
curiosa, desidero conoscere quanti più angoli di mondo e diciamo che, fino ad
un istante prima della pandemia, ho tenuto una buona media di timbrature sul
passaporto: l’ultimo viaggio di lavoro, timbrato “UAE” è proprio di febbraio
2020, per la fiera GulFood di Dubai, città in cui sono tornata quest’anno per
una missione di Confindustria Lombardia in occasione di Expo.
Amo viaggiare, ma non
soggiornare all’estero per lunghi periodi: non riesco ad immaginare la mia vita
in nessun Paese diverso dall’Italia. Solo qui, a mio parere, abbiamo il vero gusto
per il buon vivere e la convivialità. L’enogastronomia di qualità fa parte
della nostra genetica perché trasmessa dalla cucina delle mamme e delle nonne,
non riusciamo a concepire che ad un qualsiasi evento importante manchi qualcosa
di buono da mangiare e da bere…
Nessuno scherzo
genetico dunque: solo tanta, genuina, “italianità”.
Viaggi molto, hai viaggiato
molto. Mentre preparavo l’intervista chissà perché mi è venuto in mente Ulisse.
Ha vagato per anni, tanti, ma il suo letto ad Itaca era in un ulivo secolare.
Hai anche tu qualcosa di simile all’ulivo delle tue radici da qualche parte?
“Radici” è proprio la parola chiave.
C’è un proverbio arabo che recita qualcosa come “Beato colui che riesce a dare
ai propri figli ali e radici”. Mi ci ritrovo in pieno, orgogliosamente figlia e
nipote di agricoltori dell’alto mantovano. Ci si può credere o no, ma ci trovo
qualcosa di viscerale in questo attaccamento alla terra e ai prodotti che
offre, e con me non ha tardato a manifestarsi già nel mio primo lavoro nel
consorzio export agroalimentare più grande d’Italia.
Proprio al Consorzio Piacenza
Alimentare, dove sono entrata ancor prima di terminare la mia laurea
specialistica in International Management all’Università Cattolica di Piacenza,
ho gestito per oltre 80 aziende associate della Food Valley l’organizzazione di
eventi promozionali B2B: degustazioni, workshop, visite aziendali di buyer
esteri invitati tramite diverse Camere di Commercio italiane all’estero e
soprattutto… fiere. Tutte le più importanti a livello globale, dall’estremo
oriente, come il Foodex di Tokyo, alla West Coast, come il Winter Fancy Food di
San Francisco. Senza dimenticare la più grande al mondo, l’Anuga di Colonia, e
l’appuntamento più importante per produttori private label e buyer della grande
distribuzione, il PLMA di Amsterdam. Per ciascuno di questi eventi, curavo ogni
aspetto della partecipazione per i gruppi delle aziende.
Cosa fa di preciso un
Consulente Marketing Food&Wine? Raccontalo ai nostri lettori.
Il mio obiettivo è far
emergere quello che c’è di buono nel posizionamento aziendale e togliere quello
che ne disturba la comunicazione, con un orientamento agli obiettivi. Trovo
leve di comunicazione adatte per costruire una solida fiducia tra i consumatori
e l’azienda, così che questa a vendere meglio i propri prodotti.
Mi rivolgo, infatti, a
tutte quelle realtà sprovviste di un referente marketing interno, oberate da
mille attività quotidiane e desiderose di avere una struttura pronta e di
fiducia, capace di portare l'azienda verso nuovi mercati o nuovi canali di
vendita. Grazie al mio approccio strategico-consulenziale e ad una conoscenza
approfondita del settore (fiere, riviste, personaggi influenti), trasformo la
comunicazione aziendale in una realtà più solida, a lungo termine e meno
incentrata sull'urgenza, differenziandomi perciò dalla classica agenzia multisettore.
Entrando nello specifico
degli eventi, permetto di ottenere il massimo da una fiera strategica,
curandone tutti i dettagli organizzativi e comunicativi, e facendo rendere al
meglio l’investimento, in tempo e denaro. Posso assistere l’azienda fino al
momento del “debutto”: grazie alle mie competenze linguistiche e di settore,
riesco a comunicare in modo sia tecnico che coinvolgente con gli interlocutori
esteri, trasmettendo passione e perizia.
Il nostro paese, l’Italia, è
straordinario, penso che difficile immaginarsi altrove per noi che ci siamo
nati. Il territorio dove viviamo, il Garda e dintorni, è una specie fi
ecosistema enogastronomico. Solo attorno a noi, tra vini diversi, oli, etc,
abbiamo decine di prodotti da tutelare. Tu come ti collochi in tutto questo?
Penso che non potrei mai trovarmi un
collocamento più congeniale. Qui l’enogastronomia fa vivere il turismo e
viceversa. “Ospite”, nella lingua italiana, indica sia colui che
accoglie, sia colui che è accolto.
Non c’è maniera più
diretta, concreta ed efficace per spiegare l’identità di un territorio se non
attraverso l’accoglienza, e qui la mia naturale propensione a stabilire
connessioni tra persone ed aziende trova grandi occasioni per esprimersi.
Cambiamo
argomento. Chi è Adele quando non è immersa nel lavoro? Passioni? Hobbies?
Oppure…?
Fuori dal mio lavoro
coltivo la mia passione da sommelier, visitando cantine che hanno prodotti
particolari.
Faccio
parte come modella amatoriale di Progetto Runway, un gruppo che sostiene
stilisti emergenti.
Sono inoltre appassionata
di viaggi, cinema e auto d'epoca.
Cosa
sogni?
Voglio
aiutare altre persone a raggiungere i propri obiettivi, non c’è soddisfazione
più grande.
Cosa
ti aspetti dal futuro per te e per tutti?
Il
prossimo futuro sarà molto complesso: il cambiamento climatico, i nuovi
equilibri geopolitici, la fine di un ciclo economico sono solo alcune delle
sfide già in atto. Dobbiamo tirar fuori le nostre energie migliori.
Per
concludere: tre soli aggettivi per descriverti
Determinata,
empatica, energica.