Il vino? Un affare di famiglia per Cobue: incontro con Gilberto Castoldi che ci parla dell'azienda di famiglia
Rubriche > Vino, cibo e dintorni
14 aprile 2023
Nel mese di gennaio sulle pagine de
“L’Astrolabio Online” abbiamo parlato di un gioiello della viticultura
gardesana che per questioni puramente “politiche” è stato costretto a cambiare
nome, in genere è una cosa che succede ai collaboratori di giustizia. In realtà
il toc… cioè il tuchì di male non ha fatto nulla davvero, anzi… piuttosto
possiamo dire che, invece, una certa “protezione” la merita, perché è davvero
un vino notevole.
Ma è il tempo di lasciare perdere
questo preambolo, che c’entra di sicuro con il resto dell’articolo, ma non sarà
il protagonista. Ho citato semplicemente il “tuchì”, ovvero il “San Martino
della Battaglia Doc”, perché di troviamo proprio in un delle sue case storiche:
l’Azienda Agricola Cobue di Pozzolengo.
Se pensiamo che Cobue sia una semplice
cantina vinicola sbagliamo di grosso: qui oltre a vino, olio e un’accogliente
struttura di accoglienza con Spa e tutti i confort, siamo in mezzo alla storia.
E non parlo di una storia qualsiasi ma
di "una storia importante”, che non è quella di Ramazzotti, ma è un pezzo
di storia del nostro Paese, ma non voglio anticipare nulla sull’argomento, ce
ne parlerà Gilberto Castoldi che, insieme a mamma Laura, papà Aurelio e Simona,
la sorella, sono i proprietari dell’azienda.
I terreni e le vigne dell’azienda si
distendono, come accovacciandosi, sulle sinuose colline moreniche del Garda, un
territorio di straordinaria bellezza e dalle condizioni climatiche davvero
particolari.
Siamo nel cuore di una zona che non è
solo celebrata per i suoi vigneti e le sue produzioni agricole, ma sono luoghi
che sono stati il palcoscenico di uno dei più importanti eventi bellici che
hanno contribuito all’Unità d’Italia: la battaglia di Solferino e San Martino.
Ogni colle, ogni insediamento rurale dell’epoca è stato teatro di scontri
sanguinosi e molti di quegli antichi casolari oggi sono ancora lì a raccontare
“la storia” e molti di questi luoghi ospitano prestigiose aziende vinicole:
Cobue è una di queste aziende che ci parlano di storia e di vino.
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Ben trovato Gilberto. Ci siamo
conosciuti diversi anni fa in una simpatica circostanza. Sebbene non siano
molti questi anni, possiamo dire che da allora Cobue ha cambiato pelle. L’azienda
ha fatto passi importanti in avanti per essere sempre all’avanguardia e per
avere lo sguardo sempre proiettato verso il futuro. Ma Cobue ha una storia
antica. Se non sbaglio le sue origini risalgono agli inizi del XIX° secolo e
sempre in quel XIX° che ha segnato in maniera importante la nostra storia,
Cobue è riuscita a ritagliarsi, inconsapevolmente forse, un suo spazio
importante nella storia. Quindi, prima di parlare di come è l’azienda nel 2023.
Vuoi raccontare ai nostri lettori la storia di Cobue?
Cobue è un’Azienda Agricola e
Vitivinicola che affonda le sue radici fin dal 1800 in questa terra di colline
moreniche cariche di storia… intrise di lavoro, di fatica ma anche di mirabili
bellezze della natura che rinfrancano lo spirito, testimonianze del passato
rimangono per la nostra memoria e allo stesso tempo si trasformano in
prospettive per il futuro.
Dal 1971 l’Azienda è di proprietà
della nostra famiglia, Gettuli/Castoldi, che ha creato un’entità modello per la
cura e la trasformazione dei prodotti della terra, per una piacevole e
rilassante gioia del gusto dello stare insieme godendo di quanto la natura sa
darci.
La tua famiglia ha acquistato
l’azienda diversi decenni fa. Cosa vi ha spinti, o forse meglio dire stregati,
per indurvi a intraprendere questo viaggio che via ha legati radicalmente a
questa terra?
Il legame con questa terra del nonno
materno Francesco Gettuli che ha voluto tornare alle proprie radici, appena
avuta la possibilità… poi la seconda e terza generazione ha cercato sta cercando
di renderla esempio di produzione vino e accoglienza turistica di pregio e di
qualità
Quanto si estende l’azienda? È
tutta adibita a vigneto la sua superfice?
L’azienda si distende su 23 ettari distribuiti
su queste magnifiche colline. Circa 17 ettari sono adibiti a coltivazione di
vigneti.
Questo territorio a sud del
lago di Garda è terra di vigneti. Cosa hanno di particolare le Colline
Moreniche del Garda da consentite alla “vite” di sentirsi a casa”?
La composizione di argilla insieme al
calcare tipica delle colline moreniche e la brezza del lago, che quasi sempre
accarezza le vigne, e l’esposizione perfetta per la maturazione corretta delle
uve.
Parlaci dei vostri vini, di
come li producete, della linea guida che seguite. Immagino che i vostri vini
rappresentino alla perfezione chi siete voi e il vostro pensiero…
Coltiviamo vari vitigni, che poi
vinifichiamo interamente in proprio seguendo le più moderne tecniche di
trasformazione nel rispetto della tradizione delle nostre terre, che sanno
regalarci grandi vini che rappresentano l’espressione più vera delle
peculiarità vitivinicole del territorio.
Noi poniamo molta cura nella
piantagione delle barbatelle che poi alleviamo in viti ad archetto.
La ridotta potatura e la selezione dei
grappoli in fase di raccolta, unite a trattamenti sempre meno invasivi, la
vendemmia rigorosamente manuale e la conseguente selezione dei grappoli
migliori rappresentano il fiore all’occhiello dell’Azienda Cobue; un lavoro
enorme ma gratificante e di fatica, che ricompensa degli sforzi fatti tutto
l’anno.
Il frutto della nostra fatica sono il
Lugana, la vera espressione del territorio, il San Martino della Battaglia da
una Tuki (il buon vecchio tocai: n.d.r.), un vino un po’ trascurato seppure
elegantissimo che regala emozioni al palato.
A questi si affiancano i nostri
splendidi rossi di pronta beva: il Garda Classico (col vitigno autoctono
Groppello) e il Marzemino in purezza. Naturalmente non mancano gli spumanti,
con il classico Chardonnay, che è la base del nostro Cobue Brut Metodo Classico
e Pas Dosè. Una chicca è il Cobue Passym, una vendemmia tardiva di vitigno
Tuki, una produzione rara davvero e riservata a averi intenditori. E poi per
chiudere ci sono il Getulio Rosso e Bianco.
Non avete una grandissima gamma
di etichette come molti alti produttori ma, una scelta ben precisa o è solo
casualità?
Ultimamente abbiamo inserito nella
nostra produzione diverse etichette che rappresentano una peculiarità
qualitativa, nel senso che abbracciamo, con qualche “chicca”, i vari gusti dei
nostri ospiti
Domanda un po’ vigliacca: se tu
non fossi Gilberto Castoldi di Cobue, ma uno dei tanti avventori che arrivano
in cantina per assaggiare i vini dell’azienda, quali sceglieresti? (puoi non
rispondere se lo ritieni)
Senza ombra di dubbio il San Martino
della Battaglia doc “Campolivi”
Per uno questo vino che hai
appena citato tu sei una specie di “referente e garante”: il San Martino della
Battaglia Doc, di cui tu sei presidente del piccolo, grande, consorzio che
tutela e promuove questo vino ed il suo vitigno. Cosa rappresenta il San
Martino, non solo per te e Cobue, ma per questo territorio?
In realtà ora non ho più nessuna carica,
ma per me e la mia famiglia il San Martino è la vera risorsa e collante tra la
tradizione storica e la modernità dell’essere nel presente e nel futuro legati
al territorio
Ora attorno al vino c’è molto
altro nell’azienda. Il nuovo fabbricato, realizzato in assoluto rispetto della
natura e dell’ecosostenibilità. Ora gli spazi destinati alla degustazione si
fondono alla perfezione a quelli destinati all’accoglienza degli ospiti. Una
scelta importante, determinata da cosa?
Sensibilità innata ed educata in
ambito familiare alla sostenibilità, al rapporto con il territorio e la natura
dove l’UOMO è ospite e non prevaricatore
Affermare che chi arriva da
voi, scopre i vostri vini e soggiorna in azienda, si ritroverebbe a fare un
viaggio a 360° nella cultura gardesana che unisce le sue radici vinicole con
quelle del turismo sarebbe un’eresia?
NO, per niente! Anzi è stato, è e sarà
il nostro obiettivo da perseguire.
Cobue è un’azienda che è
presente e molto attiva all’interno dei maggiori consorzi di tutela e
promozione del territorio, mi riferisco al “Consorzio Valtenesi”, alla “Strada
dei Vini e Sapori del Garda” e al “Consorzio di tutela del Lugana”, Quanto è
importante per un’azienda vinicola (e anche struttura turistica nel vostro
caso) aderire a questi enti?
L’importanza della tutela e promozione
di qualsiasi prodotto è fondamentale per dare identità, per dare continuità,
per dare conoscenza al mondo che circonda in questo caso il vino, importante è
che ci siano scelte ben precise in una direzione di qualità lungimirante e non
solo di crescita fine a sé stessa
Nell’intervista Gilberto ha citato,
rispondendo ad una mia domanda, il San Martino della Battaglia Doc “Campolivi”,
facendone nome e cognome del vino. A questo punto mi vedo costretto a
coinvolgere nella conversazione e lasciare la patata bollente nelle mani di
Adele Gorni Silvestrini, valente sommelier che la tua cantina la conosce molto
bene. Adele, ti va di farmi altri nomi e cognomi?
“Mi sbilancio molto volentieri,
Aurelio! I vini firmati Cobue sono tutti dotati di grande eleganza e hanno
personalità ben definite. Ma ce n’è uno in particolare secondo me, oltre al San
Martino Campolivi, che a questo aggiunge anche un’identificazione territoriale
ben precisa.
Si tratta di Albis, uno strepitoso
metodo classico con minimo 24 mesi di affinamento sui lieviti; è “blanc de
noir” particolare perché, diversamente dalla spumantistica classica più diffusa
(si pensi alla vicina Franciacorta) in cui si predilige in Pinot Nero, qui il
vitigno è il più gardesano di tutti: Groppello al 100%. Così deciso, schietto
ed elegante, conquisterà tutti gli amanti delle bollicine a dosaggio zero che
ancora non lo conoscono. Fidatevi, passate da Gilberto a provarlo!”
Ringrazio Gilberto Castoldi per la sua disponibilità e Adele Gorni Silvestrini per il prezioso dono del suo cameo finale,