Fiorenero OdV: nel ricordo di Federico
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l’incontro di oggi nasce da
un’amicizia nata all’improvviso, come spesso nascono le cose belle della vita.
Lo scorso mese di ottobre, a Prato, ho presenziato alla cerimonia di
premiazione di un Premio Letterario dove facevo parte della giuria nella sezione
racconti.
A conferma di quanto sostengo da
sempre, cioè che il social network più vero che esista è quello di stare a
contatto diretto con la gente, con le persone, potersi stringere la mano mentre
ci si guarda negli occhi, tra le tante nuove conoscenze che ho fatto ho avuto
il piacere di passare più tempo che con altri con Luca e Stefania, con i quali
si è fin da subito instaurato un dialogo divertente e allo stesso tempo
costruttivo, parlando di interessi comuni passioni e molto altro.
Ebbene, tutto non si è fermato a
quella sera, ma i nostri contatti sono proseguiti fino a parlare anche di
Fiorenero OdV, un’organizzazione di volontariato che promuove importanti
progetti di solidarietà in Italia e all’estero.
Ed è proprio Fiorenero OdV che
vogliamo presentare oggi ai nostri lettori. Il modo migliore di farlo qual è?
Ovviamente tramite le parole di Luca e Stefania.
Per far conoscere questa Odv è
necessario partire da lontano, dai tempi della scuola e dalle amicizie profonde
che spesso si consolidano tra gli adolescenti.
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Ben trovato Luca. Direi che sia
giusto iniziare da te il racconto che ci porterà fino all’impegno che tu,
Stefania e tutti gli altri generosi volontari di Fiorenero state profondendo
oggi. Tante cose hanno preso il via dalla tua grande amicizia con Federico, una
persona dal grande cuore, ma purtroppo molto sfortunata. Chi eravate voi ai
tempi della scuola?
Eravamo due ragazzi, allegri e
spensierati come tutti a quell’età: se mi passi il termine, un po’ due pirloni,
spesso a caccia di ragazze, sempre invano. Poi nella prima parte del 1984 è
arrivata la malattia, un sarcoma osseo che ha colpito Federico al braccio,
diagnosticato forse in ritardo ma comunque talmente aggressivo da costringere i
medici all’amputazione del braccio sinistro per salvargli la vita: può sembrare
paradossale ma la nostra amicizia, quella con la “A” maiuscola è nata in quel
periodo. Oltre a noi due anche Marco, Giuseppe e Sergio, i magnifici cinque!
Federico
Chi è stato Federico e cosa ha
lasciato “in eredità” agli amici?
Sintetizzare chi è stato Federico e
cosa abbia rappresentato per tutti noi non è semplice.
Potrei dire che Federico è stato
“Amore senza compromessi”; è stato “dare senza chiedere nulla indietro”; è
stato l’insegnamento per tutti noi che piangersi addosso non serve a nulla,
meglio rimboccarsi le maniche e agire. Federico è stata la persona che pochi
mesi dopo la sua terribile malattia ha cominciato a fare il volontario presso
il reparto oncologico pediatrico della clinica De Marchio con l’ABIO, al sabato
pomeriggio si recava a far giocare e donare qualche sorriso agli sfortunati
bambini lì ricoverati: non saprei come raccontare meglio cosa ha lasciato in
eredità a tutti noi Federico con il suo esempio.
L’impegno nel volontariato vi
ha accomunati ancora prima di Fiorenero, mi dicevi che a metà degli anni ’90
avete collaborato con un’importante struttura di Lecco che ha anche diverse
strutture in provincia e nel Veneto, raccontaci di questo periodo?
Ti racconto un aneddoto: un altro
nostro compagno di classe, Marco, era entrato in seminario ma dopo due anni si
è reso conto che quella non era la sua strada; prima di uscire ha chiesto al
suo Padre Spirituale cosa poteva fare in cambio di quella “mancata” vocazione e
lui gli ha suggerito di mettersi in contatto con la “Nostra Famiglia” di
Bosisio Parini, associazione che si occupa di ragazzi disabili e che, in
occasione delle vacanze estive, aveva sempre bisogno di volontari che
accompagnassero questi ragazzi. Io e Federico eravamo in un periodo un po’
vuoto, non avevamo organizzato nulla per quella estate e per convincerci ci ha
detto che avremmo incontrato un sacco di volontarie della nostra età: abbiamo
accettato subito. Tra l’altro a noi tre si aggiunse anche la nostra amica
Emanuela che tutt’ora fa parte del direttivo di Fiorenero.
Se non ricordo male è stato
proprio durante una vacanza ad Oderzo che entra scena Stefania (da qui in poi
coinvolgiamo anche lei ovviamente nella conversazione). Dopo quella vacanza che
è successo?
Luca:
Marco era stato profetico (per chi
crede è facile trovare un disegno dietro a tutto questo…) e proprio durante
quella vacanza ho incontrato Stefania, volontaria che arrivava addirittura da
Lecce e di cui mi sono innamorato: a distanza di quasi trent’anni da
quell’agosto 1995 siamo sposati e abbiamo una splendida figlia di quasi 18
anni. Comunque, dopo quella vacanza abbiamo cominciato io, Federico, e per il
primo anno successivo, anche Emanuela, a trascorrere un week-end al mese a
Mandello del Lario in una delle case della Nostra Famiglia come volontari.
Stefania:
In quella vacanza la mia vita subisce
uno scossone: incontro, fra i vari volontari Luca e il suo amico Federico. Sono
simpatici, autentici, veri, è subito feeling con entrambi, ma per Luca si
accende in me una scintilla. Dopo un paio di anni avremmo iniziato la nostra
storia d’amore a distanza sotto lo sguardo sornione e compiacente di Federico.
Raccontateci di Mandello al
Lario e della passione della cucina che aveva Federico…
Luca:
Mandello del Lario è stata una
delle più belle avventure nella vita e nell’amicizia mia e di Federico; prima
che aprissero la famosa SS36 si saliva il sabato pomeriggio in treno e si
tornava la domenica sera, sempre in treno, quello delle 21.00. Una volta aperta
la SS36 al treno si è sostituita la macchina. Io ho fatto il volontario a
Mandello per 10 anni fino al 2006 quando è nata mia figlia Viola, mentre
Federico è andato avanti fino alla fine. E quando a un certo punto (non ricordo
con precisione l’anno) due ragazzi disabili della Nostra Famiglia, Enzo e Majed
hanno deciso di provare a vivere da soli in una casa loro, io e Federico li
abbiamo seguiti continuando il nostro volontariato con loro due. Per farti
capire cosa abbia rappresentato il volontariato a Mandello, quando io e
Stefania ci siamo sposati, Enzo e Majed (entrambi in carrozzina, Enzo con
problemi piuttosto gravi) hanno preso l’aereo e sono venuti giù fino a Lecce.
Per quanto riguarda la passione per la
cucina non so dirti se fosse innata in Federico o si sia sviluppata nel tempo,
quello che posso dirti è che nei fine settimana a Mandello Federico cucinava
per tutti pur avendo solo un braccio e il nostro aiuto si limitava ad aprire
qualche scatoletta e a scolare la pasta. Ricordo che chiamava tutti intorno al
giovedì, chiedendo sia ai ragazzi a Mandello che a noi volontari cosa
desiderassimo per cena al sabato e per pranzo la domenica…
Stefania:
Federico mi colpiva e mi insegnava
qualcosa ad ogni nostro incontro. Vederlo cucinare senza mai chiedere
espressamente aiuto (aiuto che mentre chiacchieravamo io gli davo ugualmente) -
poiché da solo, in cucina, era capace di sbrigarsela e creare qualsiasi ricetta
– mi ha fatto capire tante cose. La sua genuinità e serenità mi davano una
forza incredibile e anche i momenti meno facili Federico li affrontava quasi
con leggerezza, senza drammi insomma!
Non è un caso che spesso torna
prepotentemente il nome di Federico nella nostra chiacchierata, in fondo la sua
presenza (ancora oggi che non è più fisicamente con voi) è un po' l’asse
portante di tutto il nostro racconto. Dopo “La Nostra Famiglia” qualcosa è
cambiato nell’impegno sociale di tutti voi: è entrato in scena il Congo. Ce ne
volete parlare?
Luca:
Il Congo, in realtà è entrato
prepotentemente nella vita di Federico quando, sempre in cerca di qualcosa da
fare per il “prossimo” ha capito che la vita che stava facendo non gli era più
sufficiente e ha cercato qualcosa “al di fuori”. Il contatto con Padre
Valentino, un missionario che si occupava dei carcerati a Pointe Noire oltre
che dei bambini dell’orfanotrofio è stato decisivo per convincerlo a cominciare
a fare avanti e indietro con il Congo. Si assumeva tutte le responsabilità,
viaggiava con valigioni carichi di vestiti, giocattoli, farmaci e con tutti i
rischi annessi; raccoglieva somme di denaro che amici e conoscenti gli
affidavano certi che sarebbero stati destinati interamente ed esclusivamente a
Padre Valentino. Ricordo la sua casa negli ultimi tempi, un vero e proprio
deposito di materiale di ogni genere destinato al Congo, questo per farti
capire quanto fosse amato da tutti Federico e quale carisma aveva su chi veniva
in contatto con lui.
Stefania:
Il Congo ha stravolto la sua vita,
nel senso che dopo esserci andato per la prima volta, lui viveva e trascorreva
il proprio tempo a Milano aspettando il momento in cui ripartire e andare a
Pointe Noire dai suoi ragazzi in orfanotrofio. Preparava valigie di farmaci e
vestiti, andava lì per settimane senza risparmiarsi. In poche parole, Federico
incarnava, nella mia mente e nel mio cuore, “il servizio per l’altro”.
Fiorenero Run 2022
Serata evento di sabato 25 novembre 2023
Come sappiamo Federico ci ha lasciati nel 2017, a 50 anni (un po' troppo pochi) e voi vi siete ritrovati con una bellissima eredità che vi ha lasciato. Un’eredità che non avete voluto sprecare… ma? È qui che è nata Fiorenero Odv?
Luca:
Si poteva semplicemente chiudere lì con il Congo e tutto il resto ma sarebbe stato “sprecare” tutto il bene che Federico aveva distribuito negli anni. Soprattutto grazie alla cognata di Federico, Simona (attuale Presidente di Fiorenero ODV) e alla sua forza di volontà abbiamo deciso di proseguire, pur con tutti i nostri limiti, le attività di Federico.Naturalmente sarebbe stato impossibile farlo come lo faceva lui, sia per gli impegni di ciascuno di noi, sia per i rischi che ciò comportava; è nata così l’idea di costituire una Odv (Organizzazione di volontariato), quindi qualcosa di ufficiale ma che fosse allo stesso tempo snella e quanto più possibile trasparente. Attualmente fanno parte del direttivo Simona, Presidente, Daniela vicepresidente, Stefano, tesoriere, Emanuela, Segretario e Stefania e Pamela, consiglieri. Attorno a questi soggetti, ci sono altri volontari che partecipano e supportano il grande lavoro che, comunque, Fiorenero comporta.
Stefania:
Sì! A distanza di poco tempo dalla sua scomparsa alla quale faccio ancora fatica a credere dopo 6 anni e mezzo, abbiamo costituito Fiorenero ODV e attraverso grandi sforzi cerchiamo di istituire un evento-raccolta fondi all’anno (ad esempio la Run e/o Mercatino di Natale, oppure spettacoli teatrali e musicali e in ultimo un evento speciale con Asta e lotteria (proprio lo scorso 25 Novembre)per inviare denaro nei posti cari a Federico e per sostenere progetti importanti e utili alla popolazione congolese.
Ora l’Odv ha numerosi progetti
attivi e in cantiere. Non ultimo quello che è stato presentato in maniera
ufficiale sabato 25 novembre a Milano, con una serata roboante unita ad una
raccolta di fondi per un progetto di sviluppo a sostegno dei ragazzi in Congo.
Fate conoscere ai nostri lettori questo progetto e anche gli altri.
Luca:
Innanzitutto l’invito è di andare
sul sito ufficiale dell’odv http://www.fiorenero.org/ dove si
trovano tutte le informazioni sull’attuale struttura, su tutte le iniziative
passate e future e, soprattutto sui progetti attuali. La settimana scorsa abbiamo tenuto un
evento che ha avuto un grande successo e di cui a breve sul sito si potrà avere
un ampio resoconto fotografico compreso il nuovissimo progetto cui i fondi
raccolti saranno destinati.
Stefania:
la nostra testimonianza nasce dal
cuore di Federico e sgorga dall’amore che noi, amici e soci, nutriamo per lui.
Tutto ciò genera, e speriamo di continuare anche in futuro, azioni concrete
attraverso persone in gamba come lui (Don Ghislain è un Padre congolese al
quale noi attualmente diamo sostegno e del quale non puoi che “innamorarti”)
che con i soldi da noi raccolti e inviati finora, possono attuare: la
costruzione di una cisterna, la fornitura di bombole di gas per cucinare i
pasti oppure il pagamento dello stipendio di due insegnanti. In poche parole
proviamo a migliorare la vita di interi villaggi in Congo. Quindi
SOSTENETECI!!!!!
Il progetto della cisterna a Kingoue