Il corpo elettrico (Jennifer Guerra)
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Recensione di “Il corpo elettrico”
Titolo: Il corpo elettrico – Il desiderio nel femminismo che
verrà
Autrice: Jennifer Guerra
Casa editrice: Tlon
Ciao cari amici, come va il vostro week end?
Ieri ho terminato questo libro e ho pensato molto a come parlarvene;
ho “post-ittato” un sacco di pagine sottolineando concetti e riflessioni
importanti che la scrittrice ha sapientemente espresso ma non voglio svelare
tutta la moltitudine d’informazioni e analisi che contiene “Il corpo elettrico”
perché ciò che è rilevante per me, magari per voi non lo è e ritengo corretto
che ognuno di voi possa farsi la sua idea personale anche se è inevitabile che
vi giunga il mio pensiero.
Il nostro corpo è espressione pura di ciò che siamo o che
vogliamo trasmettere; concetto determinante se non basilare e scontato per
molti ma bisogna approfondire e capire nel dettaglio cosa comporta e come
questo si è riflettuto nei secoli e ancora oggi.
La premessa- che diventa un inno- inizia affermando che ciò
che riguarda il corpo di una donna, di riflesso racchiude anche quello di tutte
noi.
Espresso questo, ci tuffiamo nel patriarcato profondo che da
secoli domina ogni tipologia di cultura e che ancora oggi si estende nel mondo
povero quanto in quello civilizzato.
Un qualcosa che si fonde anche nell’educazione sessuale (non
obbligatoria per la scuola italiana) che rimane celata ai giovani di oggi
(soprattutto alle ragazze) proprio per tenerci allo scuro su molti diritti e
tutele che ci spetterebbero.
A pagina 31 la scrittrice sottolinea un aspetto davvero
importante:
“L’uguaglianza, a differenza della parità, rischia di
appiattire ogni differenza e, quindi, di cancellare ogni soggettività. Ogni
corpo è diverso ed è nella diversità che risiede la nostra forza.”
Ed eccoci qui ad affrontare
un’altra tematica che, sinceramente, è il punto cardine di ogni aspetto che
riporta a far capire quanto il nostro esser femmine sia sempre sminuito,
svilito, annientato rispetto all’esser uomo.
Nella società di oggi si parla
spesso di uguaglianza invece che di rispettare ogni identità per quella che è
senza etichettarla e creare un canone nel quale bisogna identificarsi.
Da questo aspetto si estende una
descrizione minuziosa di quanto il mondo sia calibrato in base alle esigenze
maschili portando noi donne a correggerci istintivamente per poterci conformare
(anche inconsciamente) a questa sfera maschilista arrivando anche a competere
tra di noi e ad ostacolarci invece che sostenerci.
Partendo dalla storia e dalla
cultura, l’autrice arriva ai giorni d’oggi sottolineando anche i maligni
risvolti dei social e descrivendo tecnicamente e psicologicamente, le cause e
le conseguenze di ogni azione subita.
Si prosegue entrando in diretto
contatto con il femminismo e il transfemminismo (di cui non ero a conoscenza)
dove scopriamo le differenze e ciò che caratterizza questi movimenti.
Potrei darvi altri brevi punti
cardine del libro ma non saprei scegliere perché ritengo che tutto questo testo
sia di rilievo e vada letto da ogni donna affinché possa capire il suo valore e
i suoi diritti ma soprattutto (se già non lo sa) imparare quanto sia
fondamentale un sostegno e un’apertura mentale affinché si possa quantomeno
tentare di migliorare questo mondo maschilista e impregnato di patriarcato fin
nelle fondamenta.
Con questo testo, l’autrice mi ha
totalmente stravolta arricchendomi moltissimo sia sulla comprensione del mio
corpo e della mia personalità quanto del senso più comune (che non significa
basilare) dell’esser femminista.
Grazie a questo saggio, ho compreso
molto di più che tipologia di donna “per le donne” voglio essere e, nel mio
percorso di “auto-valore”, mi ha portata ad apprezzare maggiormente tutta la
mia libertà d’espressione e d’identità che molti cercano di annientare e
sminuire.
Mentre lo leggevo, e anche quando
l’ho terminato, pensavo che “Il corpo elettrico” dovrebbe esser letto da
giovani e adulti, da uomini e donne, da filosofi e commesse, etc. perché può
davvero cambiare il pensiero di molte persone e, di conseguenza, abbattere
ignobili e bigotti muri sociali.
Se poi mi fermo a pensare che
tutti i concetti, tutte le analisi, tutte le riflessioni, sono state
sapientemente descritte e analizzate da una scrittrice giovane ma con due palle
enormi (concedetemi la schiettezza), una capacità scrittoria davvero
encomiabile e un’intelligenza sopraffina, mi viene solo da dire “Chapeau”.
Complimenti davvero.
Alla prossima recensione, la
vostra Ele
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