Tappa 3 - 31/10/2020
Rubriche > 3x3: 3 domande e 3 risposte a cura del Dott. Pagnoncelli > 3x3 Archivio
Carissimi lettori, siamo così giunti alla terza tappa della rubrica 3 x
3: tre domande e tre risposte - Spunti per ulteriori approfondimenti personali.
Siamo nel bel mezzo dell’emergenza covid-19, pandemia che sta mettendo a
dura prova gli equilibri di ogni genere.
Proprio su questo argomento di estrema importanza per la nostra società
si è avvertita la necessità di esternare e condividere alcune riflessioni in un
dialogo tra la giornalista Francesca Ghezzani e il Dottor Davide Pagnoncelli,
autore di questa rubrica.
1.
Con che ottica va letta e affrontata questa emergenza legata al covid-19?
Numerose fonti di varia provenienza hanno formulato il messaggio
che può essere sintetizzato nelle parole di Papa Francesco: “Abbiamo proseguito
imperterriti, pensando di rimanere sani in un mondo malato”. Comunque la si pensi, uno dei punti di
partenza è questo per il post covid-19: il mondo ante covid-19 era già seriamente
malato.
Se il mondo era, ed è, malato, dovremo prendere in cura, in
terapia soltanto i malati contagiati dal covid-19: è urgente una terapia… allargata
al contesto sociale e ambientale. Non è forse da incompetenti e da
inconsapevoli pensare di curare esclusivamente pesci malati, sapendo che nuotano
in un mare inquinato, mortifero e, per certi versi, patogeno?
Ognuno deve guarirsi, prendersi cura di sé, cosa più che
sacrosanta, però è essenziale avere una visione d’insieme, ragionare in termini
di sistema; con la consapevolezza precisa che ci salveremo solamente insieme,
salvando anche la natura.
Sostieni L'Astrolabio
Dona con PayPal
un piccolo contributo
per noi è un grande tesoro
ci aiuterai a fare informazione
un piccolo contributo
per noi è un grande tesoro
ci aiuterai a fare informazione
2. Ma che tipo di prevenzione può
essere più efficace?
La prevenzione non può essere solo difensiva, cioè lottare contro
qualcosa di negativo che minaccia la salute psicofisica, ma deve essere una
prevenzione rafforzativa, che costruisce, che progetta in tempo. È preferibile vivere per costruire, per
progettare e per prevenire piuttosto che vivere solamente per lottare contro
qualcosa o qualcuno, dopo! La
prevenzione rafforzativa è molto accorta: si prepara e corre prima, per
camminare dopo; a differenza di chi cammina poco prima e deve correre dopo,
pure con affanno.
La malattia attecchisce in un substrato specifico: si ammala meno
chi ha l’organismo meno intossicato. Va data attenzione ai microrganismi
patogeni, ma anche al terreno, al livello di infiammazione dell’organismo
coinvolto e al rafforzamento del sistema immunitario di ognuno. Da tempo la PNEI
(psico-neuro-endocrino-immunologia) studia l’integrazione dei sistemi e ciò
implica anche un’integrazione culturale e formativa. La medicina non può
intervenire esclusivamente riferendosi a protocolli terapeutici, assolutamente
importanti per patologie acute: è sempre più necessario anche l’apporto di
varie discipline. Esiste un patrimonio significativo, per esempio, legato alla
saggezza e alle culture antiche, alla psicologia del profondo e alla fisica
quantistica.
Il paziente non è oggetto di indagine, ma è soggetto della
guarigione: questa non può essere esclusivamente fisica. Perciò le decisioni
riguardanti la salute psicofisica degli individui non possono essere prese
considerando esclusivamente i dati statistici o l’età cronologica delle
persone. Ogni individuo è un originale, unico e irripetibile e non può essere
trattato come una fotocopia.
- Che fine ha fatto il piano dettagliato per le emergenze
sanitarie?
- E la riorganizzazione della medicina del territorio, anche
domiciliare, che consenta di rispondere tempestivamente ai bisogni della
popolazione?
- E la medicina scolastica che consentirebbe di intervenire in
modo ampio e continuo dato che nella scuola tutti i bambini e i ragazzi,
proprio tutti, sono presenti per tanti anni?
- E un progetto serio e completo per strutturare un Servizio
Psicologico scolastico che aiuti alunni, famiglie e docenti ad affrontare varie
problematiche sociali ed emotive nelle situazioni critiche?
Queste domande attendono risposte precise e concrete, senza alibi
o scuse inconsistenti. Esperienze precise a cui fare riferimento esistono già e
sono realizzabili con risorse economiche contenute. Personalmente posso portare
un’esperienza ventennale di un originale Servizio Psicologico scolastico di
sistema; altri professionisti sicuramente possono far riferimento alla loro
preziosa esperienza.
Servono idee, proposte e condivisioni: basta essere motivati a
confrontarsi senza ideologismi astratti. Non servono chiacchiere, ma
investimenti precisi di risorse economiche, esperienza professionale e competenze
umane!
3. Allora in che direzione andare
in futuro?
Nonostante tutto il futuro può essere il tempo anche del sentire e
della compartecipazione emotiva, magari con l’apporto fondamentale della
specifica creatività dell’arte; è il tempo anche del recupero della nostra
autentica essenza; è il tempo anche del fare comunità, con sentimento sociale e
con tanta concretezza operativa; è il tempo anche della ridistribuzione più
equa delle ricchezze del pianeta; è il tempo anche della costruzione di una maggiore
consapevolezza relativa alla cura dell’ambiente.
Il futuro potrà essere il tempo della vividezza, cioè
dell’intensità, della chiarezza, della vivacità. Esattamente il contrario della
mollezza, del grigiore, della piattezza, dell’avvizzimento e dell’aridità. Non
ci vuole spensieratezza incosciente, bensì ci vuole molta coscienza
spensierata; non ci vuole libertinaggio insicuro, bensì sicurezza un po’
libertina, spinta da sana curiosità di ricerca e sostenuta da un cervello...largo.
Altrimenti rischieremo di vivere frenati, chiusi e isolati nell’enorme
rete web di sole comunicazioni virtuali, tormentati e logorati da oscillazioni
repentine tra paura e speranza, disorientati nelle decisioni da assumere.
Non siamo nati per tramontare, ma per risorgere!
Davide Pagnoncelli, psicologo e psicoterapeuta
Email: allargacervelli@gmail.com
Davide Pagnoncelli è Psicologo e Psicoterapeuta, formato in
Teatroterapia e in Arteterapia. Oltre all’attività clinica, ha un’esperienza
ventennale nell’ambito della psicologia scolastica come responsabile di un
originale Servizio Psicologico di sistema. Egli si definisce “allargacervelli”
(non più “strizzacervelli”) perché il suo cervello e quello altrui preferisce
allargarlo, ampliando prospettive. Ha scritto il libro “Figli felici a scuola”,
Bruno Editore, Roma 2018.