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Tappa 5 - 19/12/2020

Rubriche > 3x3: 3 domande e 3 risposte a cura del Dott. Pagnoncelli > 3x3 Archivio
Carissimi lettori, siamo giunti alla quinta tappa della rubrica 3 x 3: tre domande e tre risposte - Spunti per ulteriori approfondimenti personali.
Nell’avvicinarsi alla fine di questo anno che la pandemia ha reso così difficile e doloroso proseguiamo a esternare e condividere alcune riflessioni in un dialogo tra la giornalista Francesca Ghezzani e il Dottor Davide Pagnoncelli, autore di questa rubrica.  
  1. L’emergenza non è ancora finita, malauguratamente, ma quali domande cominciare a porsi per il dopo covid19?

Parto da un quesito fondamentale per me: Quali ferite si sono prodotte? Quali si produrranno? Perché bisogna cominciare a lavorare sulle ferite ancora aperte e -purtroppo- che si apriranno quasi certamente nei prossimi mesi e anni…
Certo non si può pretendere di quantificare con precisione gli effetti e i contraccolpi dovuti alla pandemia, ma una cosa è certissima: è urgente trovare modi di aiutare le persone a suturare in modo ottimale le ferite in atto e intervenire su quelle future con interventi tempestivi ed efficaci al fine di favorire una completa cicatrizzazione.
Le ferite non sono e non saranno esclusivamente sanitarie ed economiche… Ci sarà bisogno di guarigioni anche psicologiche, emotive, sociali, etiche, spirituali! Le chiacchiere sono e saranno inutili: servono fatti, progetti, investimenti di risorse economiche, ma soprattutto -ripeto soprattutto- di risorse umane e professionali. Investire sulle persone e sulle loro competenze, rilanciare il lavoro e valorizzare chi è motivato a operare seriamente ed eticamente. Occorre andare alla caccia, quindi, di competenze umane e professionali, da attivare al più presto!
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2. C’è una seconda domanda, una seconda urgenza?


Come non disperdere e valorizzare i saperi e l’umanità, oserei dire la saggezza, delle persone che ci hanno lasciato?
Questo sapere sapienziale potrà essere molto utile per affrontare il futuro, sia come individui che come società. Chi perde la memoria storica e la sapienza delle generazioni precedenti, inesorabilmente ripeterà gli errori del passato e migliorerà con più difficoltà.


3. E dato che la rubrica si chiama “3 per 3”, aggiungiamo una la terza urgenza?


Si può restare insensibili di fronte al forte innalzamento dei livelli di sofferenza, di ansia, di fobie, di depressione, delle dipendenze senza sostanza, del ritiro sociale tra i giovani?  A nessuno dice niente, per citare solo un esempio, l’aumento dei suicidi e delle patologie psichiatriche degli adolescenti?
Noi adulti non possiamo assolutamente tradire i sogni e i bisogni dei nostri bambini e dei nostri ragazzi. Noi non siamo vissuti per ostacolare e far tramontare i sogni delle nuove generazioni, ma per aprire l’alba di nuove possibilità che realizzerà chi verrà dopo di noi.
Nella prossima tappa indicherò poche ma precise proposte sui punti succitati; ovviamente tante altre, spero, saranno realizzate da altre persone.
È fondamentale, però, essere precisi e concreti: “Bisogna alzare il c…”, mi diceva un ragazzo di sedici anni, “il tempo scorre inesorabile e chi soffre non può aspettare i tempi di chi sta bene e fa pure business sul virus”.
I responsabili del bene pubblico a vari livelli, gli ordini professionali, le istituzioni e organizzazioni sociali dovranno prendersi le loro responsabilità, mettendoci la faccia e attivando competenze di vario tipo.
Per l’anno nuovo non c’è miglior regalo che concretizzare progetti puntuali, mettendo in condizione di intervenire coloro che sono motivati a farlo!
Davide Pagnoncelli, psicologo e psicoterapeuta
Email: allargacervelli@gmail.com

L'Astrolabio di Swanbook
Redazione: Desenzano del Garda
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