La signora dei racconti: Gabriella Vicari
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Una delle emozioni più belle che si
vivono facendo interviste è quella di incontrare chi è “scrittore per la prima
volta” perché, come tutte le “prime volte”, i sapori e le emozioni che lo
scrittore vive sono certamente speciali e spesso non le si dimenticheranno mai.
In questa intervista, che anticipa
l’uscita del suo libro incontriamo proprio una scrittrice che sta per
affrontare un nuovo debutto, uno dei tanti debutti che si affrontano nella
vita, ma siamo certi che questo abbia qualcosa di diverso da tutti gli altri.
“l’Isola di Nenè e altre storie” è
l’opera prima di Gabriella Vicari, siciliana D.O.C., anzi, meglio dire D.O.P.,
perché davvero merita la Denominazione di Origine Protetta, come è giusto che
per tutto ciò che rappresenta alla perfezione li territorio di origine.
Gabriella ha il dono di saper leggere
lo spirito della sua Sicilia e di raccontarlo con una semplicità che permette
di addentrarsi in un mondo antico e moderno allo stesso tempo.
Un libro che contiene 11 racconti che
si susseguono in un intreccio di epoche diverse, che si mescolano fra loro in
un disordine talmente armonico che nemmeno si percepisce.
I personaggi che Gabriella cita e dei
quali racconta le storie sono talmente veri da poter essere quasi accarezzati.
Ogni personaggio che incontriamo nei
racconti del libro potrebbe essere assolutamente una persona qualsiasi, di
quelle che si incrociano passeggiando per la strada o che ci troviamo accanto
al bar mentre sorseggiamo un caffè o meglio ancora mentre “ti manci u pani
francisi cu la granita”.
Sarà lei stessa a parlarci di lei e di
come è nata questa splendida raccolta di racconti.
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Chi è Gabriella Vicari?
Un’ isola nell’isola, così dice Pirandello, questa
definizione credo che mi calzi a pennello, poiché l’isola di per
sé è metafora di libertà, ma anche di imprigionamento, di fuga, di felicità e
bellezza, di possibilità e di fantasia. Ecco io mi sento tutto questo, credo
che coabitino dentro di me aspetti contrastanti, capaci di farmi vivere forti
emozioni.
Chi era e cosa sognava la bimba
Gabriella?
Sono cresciuta a pane e rock and roll, i miei
fratelli già adulti si divertivano a creare un palcoscenico nel salotto di casa
e a vedermi ballare, scatenata mi esibivo divertendomi molto, una bimba felice.
Ricordo ancora la copertina del mio disco preferito: “American Graffiti”, con
la cameriera sui pattini a rotelle, che nel profondo sud, che odorava di
zagara, mi faceva sognare L’ America, Hollywood simbolo per antonomasia del
mondo dello spettacolo.
Ha portato a termine il suo percorso
di studi a Torino, se non erro. Questo certamente ha reso necessario un
distacco, seppur temporaneo, dalla sua Sicilia. Che cosa ricorda di quel
periodo?
In realtà in Piemonte ho iniziato il mio percorso
professionale, molto giovane ho iniziato a lavorare come infermiera
all’ospedale Maggiore di Chieri in provincia di Torino. Ho intrapreso poi il
percorso di specializzazione in management e in counseling e mi sono dedicata
alla didattica insegnando all’università di Torino nella facoltà di medicina e
chirurgia. Ho vissuto in Piemonte gli anni della mia crescita professionale e
personale. Ho conosciuto colleghi provenienti da tutta Italia e anche
dall’estero. Un fondersi di culture e di tradizioni sotto un unico credo: “LA
CURA”. Esperienza indimenticabile, per il suo valore culturale, affettivo e
formativo
I suoi studi sembrano essere piuttosto
distanti dall’immaginarla attrice e scrittrice, qual è il trait d’union che
unisce il tuo lavoro con l’arte e la cultura?
Ho una formazione classica, ho frequentato il
Liceo “G. Garibaldi” di Partinico, una cittadina in provincia di Palermo. Il curriculum
di studi del Liceo classico prevede attività di approfondimento della
letteratura, attraverso la partecipazione alle tragedie dei miti greci, che
vengono rappresentate tutti gli anni al teatro greco di Siracusa, monumento di
fama internazionale. Sono stata, dunque, educata all’arte e alla bellezza.
Prima di arrivare ad essere
“scrittrice” e addentrarsi nel mondo dell’editoria sei attrice e anche
piuttosto affermata nei salotti culturali siciliani. Cosa la affascina della
recitazione?
Il teatro per me rappresenta una lente
di ingrandimento, teatro vuol dire GUARDARE, OSSERVARE, attraverso il teatro
osservo gli eventi, i fatti, che entrano nella mia vita e nella mia storia. Amo
il valore del percorso che la recitazione ti lascia compiere, immedesimarsi in
un altro, diverso da te, riuscire a trasmettere forti emozioni, curare la
presenza scenica attraverso l’uso del corpo, della parola.
Poi è arrivato il momento del primo
libro. “L’isola di Nenè e altre storie” è un titolo che affascina. Come è nato
il desiderio di vederlo realizzato, di poterlo toccare con mano e dare la
possibilità al lettore di sfogliarne le pagine e leggerle?
Io penso che non esistano storie, ma
esistono fatti, vicende che si susseguono uno dopo l’altro e che diventino
storie quando qualcuno le racconta. Io ho sempre avuto una grande passione per
raccontare le storie, ereditata da mio padre, che si chiamava Nenè. Come un
fotografo devi pensare a dove piazzare il treppiede, poi devi leggere la luce
sull’esposimetro e scegliere il diaframma per la profondità di campo, equilibrando
il tutto. Lo scatto può essere ricercato o improvviso, dunque può provenire da
un’idea matura di voler raccontare una vicenda o improvviso, come un lampo,
dall’idea geniale di un carpe diem, ma l’importante che sia comprensibile e che
arrivi all’altro. Scrivo per ampliare il mio spazio di movimento dove far
camminare i miei personaggi, con le loro storie, le loro emozioni, il loro
personale modo di stare al mondo. Mi piace scrivere perché, come diceva
Sciascia, facendolo mi sento vivere oltre che esistere. Bufalino lo chiama il
RIESSERE, come il miracolo del ricordo che si compie attraverso la scrittura, che
sconfigge il silenzio, i buchi grigi del tempo. La pubblicazione di questa
raccolta giunge in un tempo difficile che ci vuole fermi. Mi piace credere che
il lettore intraprenderà il suo viaggio verso l’isola, immergendosi nel profumo
delle mie storie.
Qual è la Sicilia che vuole raccontare
e descrivere nei tuoi racconti?
La mia Sicilia, terra amara d’amuri e
di mari.
Come lo immagina il futuro di
Gabriella?
Vivo nel “qui ed ora”, cercando di
costruire oggi ciò che spero mi accolga domani. Vorrei che mi accogliesse la
gratitudine di chi mi vuole bene, l’amore delle persone care, la stima dei miei
colleghi e, perché no, l’apprezzamento dei miei lettori.
Per finire concludiamo con la consueta
richiesta che poniamo a tutti i nostri intervistati.
Si descriva con tre soli
aggettivi.
Solare, sincera, siciliana.
Il libro "L'isola di Nenè e altre storie" edito da SBE Swanbook Edizioni sarà disponibile a partire dai primi giorni di dicembre.
Chi volesse acquistare il libro può farlo visitando il sito web dell'editore: www.swanbook.eu