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Macauda Giuseppe: Cromie

Arte e Cultura > Libri
18/05/2020

“Cromie” di Giuseppe Macauda, affermato poeta e scrittore, nonché docente scolastico, è una raccolta di poesie che si riflette alla perfezione nel titolo, un titolo che è anche contenuto in una poesia che potrete leggere nelle pagine del libro: “Cromie di maggio”.
“Cromie” è un libro che doveva essere pubblicato già da alcuni mesi, ma il periodo di emergenza da cui il paese sembra solo ora muovere i primi passi verso un ritorno ad una graduale normalità, ci ha permesso solo ora di poter sfogliare il libro.
Davvero nei versi di Giuseppe incontriamo un universo di cose semplici e belle, si percepiscono i profumi della campagna, della quotidianità della gente semplice, di quella gente che ha sempre le mani sporche di terra, di quella terra che è la loro vita e che con quelle mani dalle unghie nere di terra, loro plasmano e accarezzano, prime di coglierne i generosi frutti.
Il poeta riesce a trasportarci nella sua campagna Iblea, in quel ragusano tanto bello quanto poco conosciuto ai più, poi dalla campagna ci ritroviamo negli stretti vicoli di piccoli borghi, dove dalle finestre fuoriescono gli odori della casa.
E tutto questo è spesso incorniciato dai colori del mare e dall’odore della salsedine che è come se si accoppiasse sensualmente con gli odori dei sambuchi, del vento, dei fiori e dei monti.
L’intensa prefazione del libro, scritta dal prof. Vincenzo Trapani, è l’esatta fotografia del Giuseppe Macauda poeta, ma anche del Giuseppa Macauda appassionato amante della sua terra, del suo mare e dei suoi monti.
Una prefazione che è il giusto preludio a quello che il lettore scoprirà pagina dopo pagina.
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I riferimenti e le citazioni che riportano a Dostoevskij, che troviamo nelle pagine iniziali del libro, non sono per nulla un’esagerazione, tutt’altro: ma non è compito mio darne spiegazione, basta leggere il leggere il libro e tutto si chiarirà da solo.
 
Per concludere voglio citare alcune parole del prof. Trapani che sono la giusta chiusura per questa breve presentazione di un libro piccolo che quando lo avrete letto vi accorgerete che invece è un grande libro.
 
“M’incanta sempre quello che si potrebbe definire il lato dostoevskijano dell’ispirazione di Macauda, voglio dire quel magnifico dipingere i paesaggi naturali, come Dostoevskij riusciva a dipingere i paesaggi dell’anima umana: senza fronzoli, ma ricchi di linfa vitale.
Esemplare, in tal senso, è “Cromie di maggio”. La più vangoghiana delle poesie che cantano la natura, che  con i suoi verdi smeraldi, i rossi vermigli e i candidi bianchi, è la plastica rappresentazione verbale della brillante tavolozza di Vincent. Ma al valore estetico si accompagna un solido racconto morale. Quello di generazioni di uomini che hanno sofferto sulla loro pelle le belle cromie di maggio, che accendono la natura, ma bruciano i volti di chi la lavora e ha vissuto lo spettacolo dei tramonti sussurrando preghiere che sanno di bestemmie. Il tutto reso con la delicatezza di una espressione che pare renda tutto esplicito e poi scopriamo che quello che conta è implicitamente detto."

recensione di A. Armio
Da "Cromie": Un rettangolo di luce

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