Tappa 8 - 31/03/2021
Rubriche > 3x3: 3 domande e 3 risposte a cura del Dott. Pagnoncelli > 3x3 Archivio
L’arte
dell’allargacervelli…
L’arte
dell’allargacervelli… è il sottotitolo di questo ottavo appuntamento con la
rubrica “3 x 3: tre domande e tre risposte” che vede dibattere la giornalista
Francesca Ghezzani e il Dottor Davide Pagnoncelli
1. Precedentemente hai
accennato all’apporto importante dell’arte per rinascere, per riconoscere
meglio se stessi, per rivitalizzarsi, ma come possiamo definire l’arte dal tuo
punto di vista?
Andiamo
al di là delle definizioni da vocabolario… Noi siamo quello che pensiamo
(testa, conoscenza, ragionamento, argomentazione), ma siamo anche quello che
sentiamo (pulsioni, emozioni, sentimenti, passioni, cuore). Dobbiamo dar da
mangiare e bere anche al sentire, dobbiamo nutrire il cuore, l’intelligenza
emotiva…
Esistono modalità e strumenti connettivi per
superare le distanze spaziali: le emozioni e i sentimenti! E l’arte con questi va
a nozze… L’arte è cibo per
l’intelligenza emotiva!
L’atto
artistico scopre e crea un’altra prospettiva rispetto all’ordinarietà, cioè
produce qualcosa di stra-ordinario: la fa col sentire, con l’intuizione, con la
risonanza…
Non si
colleziona una cosa, un quadro, una musica: non si collezionano oggetti, si collezionano emozioni, momenti e
vissuti ricchi di emozioni e di sentimenti. Davanti a un’opera d’arte si
risuona, certo non si ragiona e non si argomenta: si sente, si vibra; semmai si
compartecipa il sentire.
2. Che
rapporto c’è tra arte e psicologia, psicoanalisi?
Rispondo
con due considerazioni. La prima: certamente l’arte è terapeutica, ha valenza
terapeutica, riabilitativa ed educativa. Munch affermò acutamente: “Io dipingo
perché per me è terapeutico!” L’arte si prende cura dei vissuti personali.
La
bellezza ci appartiene, noi apparteniamo alla bellezza, noi siamo parte della
bellezza! La bellezza dell’arte salva il
mondo, lo rende più gradevole, più abitabile. Anche le tragedie, i drammi,
perfino le patologie vengono rielaborate, trasformate, transustanziate
dall’arte. “L’ombra è il testimone della presenza della luce”, scrisse
Platone.
Ciò che
non si esprime può diventare veleno per l’anima, invece quando le emozioni prendono forma, le persone stanno bene!
La
seconda considerazione: se l’arte può essere terapeutica, altrettanto si può
dire che la terapia è arte (la
psicoterapia, la psicoanalisi); arte e non solo scienza. La terapia è intrinsecamente artistica. Anzi, dal mio punto di
vista e per la mia esperienza, la terapia non può non avere valenze artistiche,
non può non avere connessioni con l’arte, come un flusso emotivo ricorrente e
ri-generante.
L’anima
parla attraverso le immagini, l’inconscio
è artistico, è poetico. E noi
sappiamo più di quello che comprendiamo!
L’arte
eterna è l’arte forte; preciserei che l’arte autentica e genuina è talmente
potente da diventare dirompente! L’arte è talora frenesia, caos creativo,
fatica, lacrime e sudore; l’arte è
training, un percorso di consapevolezza. Al pari di un percorso
psicoanalitico, l’evoluzione artistica è un percorso esperienziale, un training
tosto, ma stimolante e suggestivo.
3. So
che hai realizzato alcuni progetti-pilota ce ne parli?
All’interno
di un Corso di Formazione presso il Museo Civico di Vicenza organizzato
dall’Associazione Amici dei Musei di Vicenza sono stati programmati tre incontri tra Storia dell’arte e
Psicoanalisi in collaborazione con la prof.ssa Katia Brugnolo artista e
docente presso l’Accademia di Belle Arti di Verona. La
novità è stata la presentazione congiunta delle opere degli artisti e del
loro percorso evolutivo, sia dal punto di vista personale, biografico ed
esistenziale, sia dal punto di vista artistico.
L’artista e le opere sono connesse intimamente
tra loro,
come due facce della stessa medaglia e chi fa esperienza delle opere d’arte, si
immerge nelle ramificazioni profonde dell’artista con le sue opere e ne esplora
il mondo interiore. L’artista non è presentato solamente con dati anagrafici e
cronologia di produzioni realizzate, ma diventa maestro, stimolo ed esperienza
di vita attraverso modalità espressive irripetibili. In particolare sono stati analizzati tre grandi
artisti: Joan Mirò, Salvador Dalì e René Magritte. Ognuno di questi geni ci
ha insegnato qualcosa di importante e ci può ancora insegnare qualcosa di
significativo… se li sappiamo leggere nel loro percorso sia artistico che
umano.
Credo che
ci saranno sviluppi futuri in seguito
a questo progetto-pilota: per esempio visite alla mostra di Mirò nel prossimo
autunno a Traversetolo (PR) con abbinamento di attività creative oppure
laboratori per imparare a estrarre l’arte che si ha dentro di sé, a sollecitare
la parte creativa della propria personalità, ovviamente in base al proprio
talento specifico. Tutto ciò non tramite corsi, bensì sperimentando percorsi: percorsi di esplorazione, viaggi di ricerca
artistica con apertura prospettica, ovviamente sempre con duplice apporto
di un’esperta docente d’arte e di uno psicoterapeuta a indirizzo psicoanalitico.
Inoltre,
a richiesta ho già realizzato delle “recensioni
specifiche” di opere di artisti emergenti collegate strettamente al
percorso esistenziale dell’artista. Ho denominato questa nuova modalità: Art Artist Therapy (AATH). È un altro
modo di gustare e di rivivere la personalità, l’intelligenza emotiva e il
percorso creativo dell’artista connesso alle produzioni artistiche.
Si
delinea, quindi, un percorso per
scoprire il senso, la finalità, i sogni e i desideri dell’artista, partendo
dalle opere, dalle originali modalità di espressione e di comunicazione.
Per
informazioni e aggiornamenti: allargacervelli@gmail.com
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