Il defibrillatore
Rubriche > Imprese e aziende > Consumatori & aziende > Sicurezza e salute
04/05/2020
Da mesi è in fase di preparazione una legge che consenta di contrastare l’arresto cardiaco, una patologia che rappresentare la principale causa di morte nei paesi occidentali. L’obiettivo di questa legge, che ha avuto l’appoggio di tutto l’arco parlamentare, è quello di rendere obbligatorio l’uso dei defibrillatori DAE.
“Defibrillatori ovunque” è la parola d’ordine di questo disegno di legge, approvato già in prima lettura alla Camera dei Deputati e poi passato la Senato, ma le solite lungaggini dei lavori e poi l’esplosione della gravissima emergenza sanitaria provocata dal Covid-19, non ha permesso di portare a termine l’approvazione di una legge di assoluta civiltà, che sembrava essere già in dirittura d’arrivo.
Nihon Khoden AED-3100
Noi crediamo sia fondamentale che i defibrillatori DAE siano diffusi ovunque, iniziando dalle aziende, dove la loro collocazione è importante tanto quanto (e forse ancora più) quella degli estintori, e poi nei centri sportivi e non solo in quelli dove si allenano atleti professionisti e agonisti, ma soprattutto in quelli frequentati da tutta la popolazione e da atleti amatoriali di tutte le età, dove i rischi di arresto cardiaco possono anche essere più elevati che non negli ambienti dello sport professionistico.
Ma sarebbe anche importante che le scuole, i condomini, gli hotel, le strutture di accoglienza, fossero dotati di defibrillatore, oltre a una loro diffusione per le vie delle nostre città dotandole di quelle postazioni che contengono un DAE.
Se molti dei nostri lettori si stanno chiedendo che cos’è un DAE, cercheremo di spiegarlo nella maniera più semplice.
DAE significa Defibrillatore Automatico Esterno, il suo uso è facile e intuitivo e alla portata di tutti, purché l'operatore abbia effettuato un corso di abilitazione all’utilizzo dell’apparecchio.
Un defibrillatore automatico
esterno è un dispositivo che invia una scarica elettrica ad alto voltaggio al
cuore della persona colpita da arresto cardiaco improvviso. L’emissione di
questa scossa elettrica tecnicamente viene chiamata defibrillazione,
Il suo scopo è quello è di
riportare il cuore al suo normale ritmo cardiaco, dopo l'arresto
cardiaco improvviso.
In parole povere il DAE è uno
strumento che può realmente salvare la vita e averne uno nelle vicinanze di una
persona in arresto cardiaco può essere fondamentale e risolutivo.
Può purtroppo capitare frequentamente che
un’ambulanza, per quanto possa arrivare velocemente, possa comunque non
giungere per il soccorso in tempo utile per intervenire sul paziente, perché
distanza o traffico intenso possono rallentarne la corsa e allungare i tempi di
arrivo sul posto.
L’obiettivo di questa legge, che tutti noi speriamo possa essere approvata in tempi rapidi dopo la
conclusione o il rallentamento dell’emergenza Covid-19, è quello di creare una
grande e tentacolare “squadra del cuore” in grado di consentire la rianimazione
delle persone in arresto cardiaco ovunque si trovino, perché ogni minuto che
trascorre dal momento dell’arresto cardiaco all’intervento di primo soccorso
riduce del 10% la possibilità di sopravvivenza della persona colpita: in
pratica dopo 5 minuti queste possibilità si riducono del 50%, dopo 10 minuti …
lascio fare a voi il conteggio.
Se i defibrillatori saranno
ovunque sul territorio, come accade già in numerose città e paesi 'cardioprotetti' (così viene definito un comune che ha provveduto a dislocare sul
suo territorio le postazioni DAE), grazie ad una App sul telefonino si scoprirà
immediatamente dove si trovano i defibrillatori più vicini e i volontari che possono
intervenire.
Ora, amice e lettori. sappiamo che la possibilità
di sopravvivenza dopo un arresto cardiaco è strettamente collegata alla
tempestività dell’intervento di primo soccorso.
I relatori che hanno proposto
questa legge hanno basato la loro relazione sull’esperienza apripista delle provincia Piacenza, che con l’iniziativa 'Progetto vita Piacenza', pensato e portato avanti dalla dottoressa Daniela Aschieri, primaria di cardiologia all'ospedale di Castel San Giovanni
(Piacenza), ha salvato più di 120 vite e questo è potuto accadere grazie a 919
defibrillatori installati sul territorio.
La Dottoressa ha detto che sfoganando l’uso dei defibrillatori automatici e semplificandone l’accesso si può
aumentare esponenzialmente la sopravvivenza ad un arresto cardiaco.
La cultura della
defibrillazione precoce dovrebbe essere insegnata agli studenti dai loro stessi
insegnanti. Solo così si potrà costruire una comunità capace di salvare vite
umane, perché l’arresto cardiaco è un’epidemia silenziosa che uccide più di
70.000 persone all’anno.