Intervista a Giuseppe Macauda
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Il
protagonista dell’intervista di oggi è una delle prestigiose firme del nostro
magazine online.
Nativo
di Modica (RG), una delle perle del barocco siciliano (il Duomo di Modica è
patrimonio dell’Unesco), ma anche città di una prelibatezza assoluta: il
Cioccolato Modicano IGP.
Il
personaggio che stiamo per intervistare è docente di Chimica e Scienze naturali
al Liceo “G. Verga” della sua città. Innamorato della sua città, del territorio
Ibleo, profondo conoscitore degli ecosistemi locali, nel 2007 ha pubblicato il
libro “Patrimonio Naturalistico Ibleo” edito da EdiArgo.
Da
sempre appassionato di poesia, ha ottenuto importanti riconoscimenti in tutta
la penisola. Questo suo grande amore per la poesia ha fatto sì che
l’Amministrazione Comunale di Modica lo insignisse dell’encomio pubblico e
solenne per la “Capacità di esprimere in versi, con competenza e passione, la
sua sensibilità e la sua modicanità”.
Da
poche settimane è uscito il suo libro di poesie “Cromie” edito da Swanbook, una
raccolta di poesie che sta ottenendo un ottimo impatto tra i lettori e
importanti risultati nelle vendite.
Per
farla breve stiamo parlando del Professor Giuseppe Macauda, poeta, naturalista
e amico.
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Giuseppe, la vita intensa e ricca di passioni diverse ma che ben si
amalgamano fra loro, ruota attorno alla tua città. Cosa significa per te essere
Modicano e chi è Giuseppe Macauda?
Nascere a Modica significa respirare ogni giorno il
profumo della storia e dell’arte.
La Torre del Castello, dall’alto di uno
sperone roccioso, ricorda gli antichi fasti della capitale della Contea.
Le
chiese e i monumenti barocchi impreziosiscono il tessuto urbano e inondano il
corso di bellezza pura.
Giuseppe Macauda è un modicano che ama la sua città e che
dedica molto del suo tempo allo studio del patrimonio culturale e naturalistico
della sua terra, rivolgendo particolare attenzione alle tradizioni popolari e ancora di più alla flora spontanea dell’altopiano modicano. Attualmente, grazie alla nomina della Giunta municipale, come
membro del Consiglio di Biblioteca contribuisce attivamente all’ organizzazione
di importanti eventi letterari e culturali.
Sei docente scolastico, poeta e profondo conoscitore del territorio Ibleo. Immaginando una classifica virtuale, come metteresti in ordine queste tue tre passioni?
Al primo posto c’è la scuola e la passione per l’insegnamento. Il mestiere di insegnante è il più bello del mondo. Mi ha permesso di rimanere per trenta anni “immerso” nella cultura, a contatto con i giovani nella fase di crescita più significativa ai fini della loro formazione umana e culturale.
Poesia e natura sono amori giovanili che si sono consolidati nel tempo. Sono due passioni che vivo in modo osmotico. Le mie poesie parlano delle bellezze naturali; l’altopiano ricamato dai muri a secco, i balconi barocchi, i profumi e i colori dei nostri prati polifiti sono a loro volta pura poesia.
Poesia e natura sono, per me, le due vie che possono condurci alla riconquista della “humanitas” perduta.
Cosa rappresenta per te l’insegnamento e il tuo rapporto con i giovani che accompagni nella strada del sapere?
Insegnare oggi significa guidare i giovani durante il loro percorso di formazione culturale, etica e sociale. Significa proporre i saperi che aprono il cuore e fornire loro gli strumenti logici per analizzare i vari aspetti della realtà e sviluppare il senso critico.
Penso che sia ancora molto valido ai giorni nostri quello che affermava Plutarco duemila anni fa: “gli studenti non sono vasi da riempire, ma fiaccole de accendere”.
Il mio rapporto con gli allievi è stato basato sulla stima e sul rispetto reciproco. Ho dedicato loro le mie migliori energie mentali e tutta la mia passione pedagogica. Non ho mai recitato il ruolo, ma ho portato fra i banchi i miei pregi e i miei difetti.
Alcune commoventi lettere di ringraziamento numerosi miei ex allievi, oggi affermati professionisti, rappresentano il più alto riconoscimento ricevuto nella mia vita sociale e professionale.
E la natura, la tua natura del ragusano: cos’ha di così coinvolgente e
magico?
Le
“cave” iblee, piccoli canyon fluviali scavati nella roccia calcarea, sono
autentici scrigni in cui si conservano preziose nicchie ecologiche ricche di
specie animali e vegetali tipiche della macchia mediterranea. Introdursi in
questi luoghi serve a scoprire la diffusa presenza di piante aromatiche e officinali
e, soprattutto, a sollecitare i sensi con colori irripetibili e odori
inebrianti
Abbiamo,
inoltre, un mare bellissimo. Le incantevoli baie, caratterizzate da un mare
turchese con un fondale che degrada dolcemente verso il largo, presentano formazioni dunali ricche di quella flora che testimonia un basso impatto antropico.
Quando la poesia è entrata nella tua vita?
Io
scrivo da molti anni. Nella prima fase scrivevo per me, spesso cercando nei
versi una funzione quasi terapeutica. Trasformare le emozioni in versi aiuta a
prendere coscienza delle proprie gioie e dei propri dolori.
In
un secondo momento ho avvertito una sorta di imperativo categorico, che mi
spingeva a fare emergere il grande valore del nostro paesaggio, delle tradizioni
contadine e dei sapori del passato. Quel mondo antico che abbiamo sacrificato
sui falsi altari degli oggetti digitali luccicanti.
“Cromie”
è uno scrigno di gemme poetiche, è il coronamento di un sogno, un desiderio
realizzato o un punto di partenza?
E’
sicuramente il coronamento di un sogno. Da anni ricevo proposte di
pubblicazioni a pagamento, ma ho sempre rifiutato perché considero
pubblicazioni vere solo quelle che derivano da un riconoscimento editoriale.
Swanbook, investendo sulla mia raccolta mi ha onorato e gratificato molto. “Cromie”
è un punto di partenza, perché il confronto con gli scrittori di altre parti
d’Italia è appassionante e stimolante, oltre che occasione di crescita in
termini stilistici, culturali e umani. Ho ancora tanta voglia di scrivere e di
migliorarmi.
Cosa può scoprire il lettore in questo libro?
Nella
silloge ci sono, prima di tutto, le emozioni forti che ci accomunano. Le
emozioni che suscitano i luoghi del cuore, le opere degli uomini del passato e
gli affetti puri.
C’è,
poi, il tentativo di proporre ai lettori una riflessione sull’antropocentrismo,
volta alla riscoperta dell’importanza della salvaguardia degli equilibri
naturali.
Giuseppe a Roma con la scrittrice e giornalista radiofica e televisiva Cinzia Tani
Se volete saperne di più sul libro "Cromie" e qualcos'altro su Giuseppe Macauda cliccate qui