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Intevista con Michela Bosio

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Oggi incontriamo Michela Bosio, giovanissima artista bresciana originaria di Rovato (BS), cantante professionista di grande talento che ha scelto un percorso musicale ed educativo di grande impatto sociale.
Con lei parleremo della sua passione per la musica, iniziata nello stesso momento, o quasi, in cui ha iniziato a parlare con una partecipazione allo Zecchino d’Oro a cui ha fatto seguito un percorso ricco di soddisfazioni in numerosi concorsi per piccoli e giovani cantanti.
Ma la creatività e la poliedricità di Michela, l’hanno portata a nuove sfide nella vita e nel suo lavoro.
Sarà lei stessa a parlarcene nel corso del nostro incontro.
Chi è Michela Bosio?
In una semplice parola, UN VULCANO. Mi chiamano così tutti i miei alunni, collaboratori, amici e parenti.
Una ragazza piena di energia, di voglia di crescere, di aiutare gli altri… amante della musica e della voce.

Il canto, una passione oppure il senso della tua vita?
Dalla passione è diventato il senso della mia vita dal 2017, senza il canto, la voce, il mio pubblico, i miei alunni penso non potrei vivere.
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Quando hai capito che la musica sarebbe diventata indispensabile per te e per il tuo lavoro?
Ho fatto un salto di crescita dal 2017 che per me è stato importante e un punto di partenza. Ogni anno per me è una scalata e ad ogni scalino una vittoria. Baso molto la mia vita sulle persone, sulle emozioni sul “vederle star bene”. La mia scuola ormai è soprannominata “centro di benessere” perché è come una grande famiglia di ormai 250 alunni senza contare le scuole in cui abbiamo tantissimi progetti. Amo il mio lavoro e ho collaboratori molto validi.
Pochi mesi fa colpa covid-19 pensavo di dover chiudere la mia scuola, pensavo di morire con lei, con tutti i sacrifici che ho fatto, insieme a mio marito che ogni volta mi sostiene. Pensando sempre in positivo invece stiamo piano piano ripartendo.
Ritornando alla parola della vostra domanda “indispensabile”, lo è, oggi più di ieri, perché il mio lavoro è la mia vita, pensare ad un futuro senza scuola, senza Giococanto®, non esisterebbe Michela Bosio com’è oggi.
Pensate che per migliorare mi sono iscritta anche al triennio di psicomotricità clinica per aiutare i miei alunni anche nella parte motoria.
Nel 1995 hai partecipato allo Zecchino d’Oro: eri piccolissima, ma che ricordi hai di quell’esperienza?
Ero piccola, avevo quasi 4 anni, ogni tanto guardo le video cassette, ma mi ricordo poco poco.

Poi ancora numerosi concorsi per giovani talenti, come il Disney Club (su Rai2), per arrivare anche a cantare davanti al Papa. Emozioni, ricordi, qualche rimpianto?
Delle emozioni davanti a 30.000 persone a San Pietro? Si, mi ricordo ancora benissimo quella emozione, ancora oggi riguardandomi su YouTube, a parte vedermi piccina, sento ancora i brividi. Nessun rimpianto, rifarei tutto uguale, non cambierei nulla.
Nel tempo sei arrivata a creare Giococanto. Un progetto di grande importanza educativa e allo stesso tempo di divertimento. Ma come ci sei arrivata?
Questa è una bella domanda, da spiegare e raccontare è molto lunga, per questo a settembre 2018 è uscito il mio libro “i primi passi…” la mia bografia sulla nascita del Giococanto®,
Ormai è diventato un Metodo Nazionale, stiamo viaggiando in tutta Italia anche per formare educatori, medici, insegnanti, dottori.
E a novembre 2021 saremo come relatori alla Voce Artistica a Ravenna.
Dopo anni di esperienza il progetto Giococanto è maturato e ora ci siamo sentiti pronti per tirare le somme e cosa c’è di meglio di un libro per fissare e soprattutto divulgare il nostro progetto, nelle sue finalità?
Quando ho focalizzato dentro di me la volontà di dedicare la mia vita all’insegnamento della musica per i bambini mi sono resa conto di avere bisogno di un gruppo di collaboratori, per creare un metodo sicuro, e oserei dire perfetto. Sono stata tenace e anche fortunata, ho trovato persone che condividessero il mio atteggiamento. Le persone che insegnano con il metodo del Giococanto devono non solo essere competenti culturalmente e preparate nella loro disciplina (il Giococanto come vedremo è un progetto multidisciplinare) ma devono amare l’idea del gioco in sé, devono volere e potere tornare bambini, riuscire durante il laboratorio a lasciarsi tutto alle spalle, essere liberi e senza pesi: solo così possono riuscire ad aiutare questi bambini, e insieme a loro tornare a immaginare, creare, stare bene. Osservando in primis se stessi, e stare bene insieme alla propria voce e al proprio respiro. La stessa cosa deve accadere con il proprio corpo e in ogni movimento. Questo deve sentire l’insegnante e questo deve trasmettersi al bambino che a sua volta si sentirà libero di creare con la propria voce e col proprio corpo. Libero e sicuro nell’esprimersi, secondo i propri tempi e la propria sensibilità. Questo vale anche, non dimentichiamolo, anche per bambini portatori di handicap, anche gravi e con ridotta capacità motoria.
Ma torniamo alla multidisciplinarità e ai collaboratori che sono riuscita a raggruppare: la psicologa e psicoterapeuta Dott.ssa Katia Rossini,Dott.ssa Marisa Situra logopedista, Paola Olivari musicoterapista, Silvia Boniotti vocologa e laureata in lingua per la parte di inglese.
Va detto per concludere questo breve capitolo, infatti che il Giococanto ha una spiccata vocazione per la lingua inglese che è ampiamente usata durante i laboratori, e che abbiamo deciso di proporre laboratori per un’ampia fascia di età, dai 2 ai 10 anni. E questo trattasi soltanto per questo primo volume poiché in base alle nostre esperienze il Giococanto continua a evolversi e si dimostra attuabile e molto utile anche per adolescenti e adulti.
Un motto con cui viene presentato Giococanto è: “Il modo migliore per un bambino al canto è farlo attraverso il gioco”. Perché?

Perché un PRIMO APPROCCIO ALLA VOCALITA’ E CANTO il nostro gruppo docenti è formato da una logopedista, insegnante di canto, musico terapista, psicoterapeuta, insegnante di inglese.
Copre diverse fasce d’età: dai 2 ai 10 anni (asilo ed elementari).
I bambini vengono introdotti e sensibilizzati alla musica, al ritmo, alla voce e alla respirazione.
Diversi, sono gli obbiettivi che i docenti di Giococanto® si pongono:
– Sviluppo della percezione sensoriale;
– Sviluppo delle capacità interpretative ed espressive;
– Sviluppo della capacità comunicativa;
– Socializzazione ed integrazione con gli altri bambini;
– Impostazione della voce e respirazione corretta, con giochi pratici;
– Miglioramento delle capacità linguistiche (pronuncia, scansione ritmica delle parole e approccio con la lingua straniera, ecc…);
– Sviluppo e concentrazione del bambino.
Entrando ora nel dettaglio i punti essenziali:
-COMUNICAZIONE:
Il Giococanto favorisce la comunicazione perché un bambino che partecipa ai laboratori è attento agli altri e quindi manifesta il piacere di esprimersi condividendo azioni e emozioni, e diventa in grado di accettare il punto di vista dell’altro bambino, allontanandosi dal proprio punto di egocentrismo: a volte infatti i bimbi non si mettono allo stesso piano degli altri. Il bambino impara a conoscere e esprimere le sue emozioni proprio attraverso un continuo gioco di osservazione, immaginazione e imitazione dell’altro. Trasmette tutto ciò sia con la voce sia con il corpo. Nei laboratori è in atto quindi una comunicazione molto importante che comprende gli sguardi, i suoni, i respiri e ogni movimento compiuto: è come se fosse uno spettacolo e diventa un linguaggio comune per tutti i bambini e anche per l’insegnate: l’intero gruppo è naturalmente portato alla continua interazione e collaborazione.

-CREAZIONE:
La creazione, che segue l’immaginazione, è un aspetto fondamentale del Giococanto: è attraverso l’immaginazione infatti che il bambino riesce a partecipare ai laboratori. I nostri laboratori infatti sono qualcosa di completamente opposto al tipico passatempo dei bambini moderni, ovvero il gioco passivo attuato con ii tablet o altri giochi che si fanno davanti a uno schermo. Il docente di Giococanto infatti ha il compito di dirigere la vitalità, l’immaginazione e la creatività del bambino in azioni di movimento e di utilizzo della voce, e ciò cui permette anche di inventare storie su cui il laboratorio spesso si basa.  I bambini vivono nella novità e nella originalità e questa caratteristica viene incentivata nei nostri laboratori. Il bambino ha la possibilità di esprimere con la sua voce quello che sta provando. Tutti i bambini, normodotati e non, che hanno partecipato ai nostri laboratori sono migliorati tantissimo da molti punti di vista: aiutare i bambini a esprimersi e a coltivare la propria immaginazione significa anche aiutare il bambino ad assumere la propria responsabilità all’interno del gruppo.

-ABITUDINE:
Le parole e i gesti che si compiono nei laboratori, anche quelli della prima fase di “raccoglimento (che comprende il rilassamento psicofisico e la concentrazione) sono come dei riti che vengono ripetuti ad ogni lezione, proprio perché il bambino deve sentirsi di fronte a una sorta di rituale e, prima o poi, a seconda dei propri specifici tempi di apprendimento ogni bambino sentirà questa attività come abituale. Tutti noi ripetiamo un’infinità di volte un’azione, anche la più semplice… avete mai pensato a quanto volte vi siete lavati i denti, prima che diventasse un’azione “normale”?
Molte persone esterne al gruppo, come i parenti dei bambini, faticano a volte a capire il perché di queste continue ripetizioni e all’inizio sono delusi perché non vedono i “risultati” che si aspetterebbero. Forse questo approccio è sbagliato: il Giococanto non assomiglia l’allenamento di uno sport che prelude a una competizione, e i risultati si vedranno solo sulla lunghissima distanza. Ma quando crescendo il bambino sarà facilitato nella comunicazione con gli altri, sarà particolarmente creativo e mostrerà una non comune consapevolezza del proprio stato psicofisico si capirà che il Giococanto è stato fondamentale per la sua formazione.
Perché secondo te, i nostri lettori, i genitori e anche i ragazzi, dovrebbero saperne di più su Giococanto?

Per noi i bambini sono tutti uguali. Tutti i bambini sono unici. E nel nostro gruppo devono essere, e sentirsi, uniti.
Per noi è talmente naturale che è quasi difficile esprimere questo concetto. Eppure va sottolineato e chi vuole intraprendere a vario titolo (educatore, musicista ma anche genitore) il Giococanto deve recepire il concetto come fondamentale.
Per noi non esiste nessun tipo di discriminazione del bambino che partecipa al nostro gruppo, un bambino non si esprime attraverso la sua disabilità, per esempio. Non viene etichettato perché è un dislessico. Non facciamo uno screening dei bambini per poterli indicare col dito: non ci viene nemmeno in mente di considerare i bambini in questo modo: non diciamo mai “lui è dislessico, lui ha questo handicap” o altro.
I bambini sono tutti uguali perché ogni bambino ha la sua unicità. Tutti i bambini hanno le stesse possibilità di esprimersi secondo i loro specifici tempi: tutti i bambini possono sbocciare e far emergere le loro qualità insite nella loro personalità.
Un bambino è dislessico? Bene, avrà un altro tipo di unicità rispetto a quella di un altro bambino. Significa che anche questo bambino avrà dentro di sé un altro punto positivo che lo riequilibra con gli altri bambini, quindi il gruppo mantiene il suo equilibro energetico. Anche in questo senso possiamo dire che chi gestisce il gruppo torna bambino: i bambini sono veritieri, sono semplici. Soltanto attraverso lo sguardo di un adulto acquisiscono giudizi come bello o brutto. Per noi i bambini sono tutti uguali anche, ovviamente, da un punto di vista di inclusione sociale e multietnica. I bambini sono esenti da sovrastrutture culturali, perciò all’interno dello stesso gruppo possono convivere bambini che non parlano la stessa lingua, o che non parlano affatto!
Riteniamo che tutti questi aspetti inclusivi siano assolutamente da incentivare nella nostra attività, in primo luogo nell’età infantile ma anche, speriamo, nelle età successive che presentano una maggiore complessità culturale e emotiva.
Alla base della costruzione della personalità del bambino, in riferimento all’area cognitiva emotiva e relazionale ci sono Apertura, Movimento, Libertà di Gioco e Produzione Sonora.
Infatti quando il bambino si relaziona durante i laboratori nelle sue azioni confluiscono i suoi desideri e i suoi bisogni, e ciò avviene mentre sviluppa la capacità di comunicazione e di concettualizzazione.
Il gesto e il suono possono dunque essere considerati una stessa entità, vanno di pari passo fino a identificandosi fra loro, diventano la stessa cosa.
Anche se ci sono bambini con problemi di disabilità che spesso hanno la caratteristica di portare il suono prima del movimento a noi non importa: i nostri bambini sono tutti uguali. Si accettano i tempi di ciascun bambino nella sua particolare maniera di essere al mondo, di viverlo, di scoprirlo e di conoscerlo.
A questo proposti cito l’importantissimo manuale di musico terapia scritto da Rolando Benzon nel 1983: “In ogni movimento è implicito un suono e ogni suono genera ed è generato da un movimento”. Infatti noi sperimentiamo sempre che a ogni movimento eseguito sul posto nello spazio segue una determinata postura e nello stesso tempo anche una vocalità.
Cosa ti aspetti dal domani, dalla vita?
Dal domani al momento niente, visto il periodo in cui ci troviamo, nella vita invece che continui a crescere la nostra scuola e il Giococanto® come aiuto ai genitori e agli insegnanti, per salvaguardare i nostri bambini.

Come a tutti coloro che intervistiamo per L’Astrolabio Online ti chiediamo una cosa: descriviti con tre aggettivi:
Solare, socievole, entusiasta
L'Astrolabio di Swanbook
Redazione: Desenzano del Garda
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