Tappa 1 - 11/09/2020
Rubriche > 3x3: 3 domande e 3 risposte a cura del Dott. Pagnoncelli > 3x3 Archivio
Mi è stato chiesto di tenere periodicamente un’agile rubrica rispondendo a tre domande di una giornalista su tematiche significative.
Tanto per cominciare rovescio i ruoli … Chi l’ha detto che una giornalista debba solo chiedere e non possa rispondere? Quindi stavolta intervisto io la giornalista Francesca Ghezzani … Nelle prossime tappe toccherà a me rispondere.
E naturalmente, chiamandosi la rubrica "3X3: tre domande e tre risposte", domande e risposte saranno rigorosamente numerate da 1 a 3.
1.
Tra le tante interviste e i numerosi programmi realizzati nella tua professione, cosa ti ha colpito di più, cosa ti ha emozionato maggiormente?
Premetto che sono lieta di rispondere a queste tue domande, Davide, anche se rimango fermamente convinta che sia sempre più facile intervistare che essere intervistati.
Detto ciò, per venire al tuo quesito, posso dirti che occupandomi molto di giornalismo medico-scientifico mi sono emozionata ogni volta che ho ascoltato le storie vere di persone che hanno combattuto una malattia, che hanno perso la dignità per essere incappate in pericolose dipendenze, che si sono messe a nudo per mettersi al servizio degli altri infondendo fiducia e regalando loro un messaggio di speranza. Ho cercato di trattenere le lacrime anche per non dar vita a quel giornalismo patetico fatto di piagnistei volto solo ad alzare l’audience, ma essendo una persona fin troppo empatica gli occhi lucidi in quelle occasioni sono stati pressoché inevitabili.
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2.
Dato che hai uno “sguardo largo” sulle caratteristiche della società e sulla sua evoluzione, puoi suggerire tematiche importanti da approfondire?
Purtroppo, molto spesso assisto più a una involuzione che a una evoluzione sia in termini di pensiero che di valori e la reazione di tanti davanti alla pandemia che ci ha colpiti me ne ha dato tristemente la conferma. Insisterei in particolare sul concetto di prevenzione in ogni ambito, di famiglia come punto di riferimento per i giovani di oggi che saranno gli adulti di domani, sui fenomeni culturali che i social media hanno innescato, sul cyberbullismo, sull’importanza dello studio inteso non solo come acquisizione di contenuti ma, soprattutto, come strumento per sviluppare teste libere e pensanti.
3.
Hai uno o due suggerimenti per chi si occupa
di comunicazione, utili anche ai tuoi colleghi?
Semplicemente cercare di fare informazione
eticamente corretta, senza ricorrere al sensazionalismo e alla tv del dolore.
La categoria dei giornalisti negli ultimi mesi
- durante il lockdown e pure dopo – a mio avviso ha perso ulteriormente punti
agli occhi dei cittadini che si sono sentiti bombardati da notizie
contraddittorie e da titoloni a effetto.
Questo ha contribuito a creare ancor più
confusione in quella gran parte di opinione pubblica che già da tempo si
sentiva poco rappresentata a livello politico da chiunque salisse al Governo e
ora anche da esperti che, più che essere in corsia a combattere il Covid-19, si
sono ripetutamente contraddetti in occasione di interviste e ospitate varie,
con il risultato che le informazioni ricevute siano spesso apparse come tutto
il contrario di tutto.
Non è facile il nostro lavoro, sia chiaro,
perché da una parte combattiamo con le fake news a opera di chi, in modo doloso
o per superficialità, diffonde ormai alla velocità della luce notizie infondate
e, dall’altra, perché siamo sempre di corsa contro il tempo per essere i primi
a informare senza avere così tutto quel tempo necessario per la verifica delle
fonti.
È innegabile che in questa crisi dell’editoria
la caccia ai like, agli ascolti e ai lettori sia spietata per stare a galla, ma
non per questo dobbiamo alimentare odio e ulteriori incertezze spezzando un
Paese che, già di per sé, avverto fin troppo spesso diviso e in preda a facili
polemiche poco costruttive.