Demetrio Stratos: il suono della voce
Arte e Cultura > Personaggi
La storia che voglio raccontare è una storia particolare, di una persona che ho avuto modo di incontrare nella mia vita in periodi diversi.
Si tratta di un uomo, un artista a tutto tondo che mi azzardo nel definire ‘incompiuto’, non per delle sue particolari lacune, anzi, era completo, eccome se lo è stato.
Il definirlo ‘incompiuto’ nasce semplicemente dal fatto che sono assolutamente certo che lui stesso avrebbe voluto ‘compiersi’, anziché morire a 34 anni appena compiuti a causa di una gravissima forma di leucemia.
Stiamo parlando di Efstràtios Dimitrìu, così è stato registrato all’anagrafe quando nacque ad Alessandria d’Egitto da genitori greci.
Questo bimbo dal nome parzialmente impronunciabile è conosciuto come Demetrio Stratos, storico frontman dei Ribelli prima e poi fondatore degli Area.
Come dicevamo qui sopra, Demetrio è nato ad Alessandria d’Egitto il 22 aprile 1945 e ha smesso di vivere il 13 giugno 1979 a New York, mentre era ricoverato in attesa di essere sottoposto a un intervento e terapie per combattere quel male che lo aveva assalito all’improvviso.
Demetrio l’ho incontrato una prima volta quando lui, da poco in Italia, era il frontman dei Ribelli, gruppo del Clan Celentano. Per una serie di bizzarre circostanze e comunque in occasione di un evento non lieto, io piccolo bambino, mi ritrovai faccia a faccia prima con Celentano, cosa che mi fece piangere per la sua straordinaria bruttezza di allora e poi mi capitò di incrociare lo sguardo di un giovane uomo che mi accarezzò, mi sorrise e mi fissò con quel suo sguardo quasi assurdo: tanto magnetico che ti penetrava, uno sguardo che ricordo benissimo ancora oggi.
Col tempo, crescendo, e dopo averlo rincontrato anni dopo, ho capito che quello sguardo era generato dal carisma che emanava quell’uomo.
Ma queste sono chiacchiere da vicolo o poco più e nulla c’entrano con l’artista, per quanto mai come in questo caso, artista e uomo siano assolutamente la stessa cosa.
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I Ribelli
al centro Demetrio Stratos
il primo alla sua destra il batterista Gianni Dall'Aglio
al centro Demetrio Stratos
il primo alla sua destra il batterista Gianni Dall'Aglio
Torniamo alla sua vita: il piccolo Demetrio trascorse i suoi primi dodici anni di vita ad Alessandria d'Egitto, studiando pianoforte e fisarmonica al prestigioso «Conservatoire National d'Athènes».
La famiglia era di fede cristiano-ortodossa e questo gli consentì, fin da piccolo, di assistere a cerimonie accompagnate da musica religiosa bizantina, oltre ad ascoltare la musica araba tradizionale. Nel 1957 fu mandato a studiare a Cipro, nel Collegio di Terra Santa di Nicosia.
Il suo arrivo in Italia avvenne nel 1962, a Milano, dove si iscrisse alla Facoltà di Architettura del Politecnico.
Fu in Italia che cambiò definitivamente il nome in Demetrio Stratos, in pratica invertendo il nome e il cognome di battesimo. Nel 1963 formò un gruppo musicale studentesco di soul, blues e rhythm and blues e debuttò come cantante nel 1966 con un 45 giri che lo fece notare dai Ribelli e si unì alla band come pianista e voce solista, con i quali rimase fino al 1970, incidendo svariati 45 giri di successo (come Pugni chiusi, Chi mi aiuterà e Oh Darling!) e un album.
Nel frattempo, nel1968, si era sposato con Daniela Ronconi, fu un matrimonio in rito bizantino; dal matrimonio è nata la figlia Anastassia, che fin da piccola fu fondamentale per Demetrio e i suoi studi sulla voce. Lui ne osservò attentamente la fase pre-verbale della sua vita, analizzandone voce e suoni che emetteva prima dell’adattamento alle regole della comunicazione.
Dopo l'esperienza con i Ribelli si lega all’etichetta Numero Uno di Lucio Battisti e fonda insieme al batterista Giulio Capiozzo gli Area, la band insieme alla quale si affermerà in Italia e all'estero sulla scia della fusion e del rock progressivo.
Nel 1978 lasciò gli Area per dedicarsi esclusivamente alla ricerca vocale e si consolida la sua fama internazionale, e sono numerose collaborazioni con grandi artisti del panorama musicale mondiale di allora.
Insieme a Mauro Pagani (uscito dalla PFM, band di cui è stato tra i fondatori) lavorano ad un grande progetto di cultura e musica. In questo periodo la sua fama internazionale esplose definitivamente, collaborò anche con John Cage con cui tenne una serie di concerti al Roundabout Theatre di New York; è proprio di questo periodo "Event" con Merce Cunningham e la Dance Company, eseguito con la direzione artistica di Jasper Johns, quella musicale di Cage e la collaborazione di Andy Warhol per i costumi.
Nel 1979, a soli 34 anni Stratos fu colpito da una gravissima forma di anemia aplastica. Il cantante andò a curarsi al Memorial Hospital di New York.
La notizia si diffuse in breve tempo in tutti gli ambienti musicali italiani.
Fu organizzato a Milano un concerto (Concerto per Demetrio) per raccogliere fondi che sarebbero serviti per garantirgli la costosa degenza, in attesa di un trapianto di midollo osseo.
A questo concerto aderirono tutti gli amici musicisti e gli artisti di primo piano del panorama musicale e artistico di quel periodo. Ma le sue condizioni si aggravarono improvvisamente e il cantante morì il 13 giugno 1979, il giorno prima del concerto, per collasso cardiocircolatorio.
Demetrio improntò la sua vita musicale coltivando le sue esperienze e gli studi sulla sperimentazione e sulla ricerca vocale: era tutto improntato sullo studio della voce come strumento.
Questo lo portò nel corso degli anni settanta a raggiungere risultati al limite delle capacità umane.
Ma non si limitò alla studio della voce, si dedico a intense ricerche di etnomusicologia ed estensione vocale in collaborazione con il CNR di Padova tra il 1976 e il 1978, e studiò le modalità canore dei popoli asiatici.
Il prof. Franco Ferrero, che presso il
Centro Studi per le ricerche di Fonetica del CNR dell'Università di Padova
analizzò gli effetti che Stratos riusciva a produrre, ammette: «Stando a quanto
ho riscontrato durante l'emissione, le corde vocali non vibravano. La frequenza
era molto elevata (le corde vocali non riescono a superare la frequenza di
1000-1200 Hz). Nonostante ciò Demetrio otteneva non uno, ma due fischi
disarmonici, uno che da 6000 Hz scendeva di frequenza, e l'altro che da 3000 Hz
saliva. Non si poteva supporre, quindi, che un fischio fosse l'armonico
superiore dell'altro. Constatai anche l'emissione di tre fischi simultanei».
Le analisi sulla voce di
Stratos, sia quelle effettuate a Padova, sia successivamente, hanno dimostrato
che il musicista riusciva a produrre diplofonie, suoni bitonali e difonici
(canto armonico, meccanismi vocali sovraglottici, fischio laringeo), abilità
diverse tra loro che è raro trovare nella stessa persona. Grazie alle già
notevoli doti innate, alle tecniche acquisite, e agli studi con il CNR, Stratos
riuscì a raggiungere risultati che rimangono ancora ineguagliati
Per il quarantennale della morte sono
state fatte diverse celebrazioni, ma tutte poco riconducevano alla vera
caratura umana e artistica dell’artista, più che altro sembravano essere create
non nel suo ricordo, ma con metodi e linguaggi tipici dei media, cioè fare
ascolti a discapito di veri contenuti.
Spesso si è svilito se non addirittura
dimenticato il peso artistico di Stratos, forse perché era un personaggio
scomodo e incontrollabile, riportando una citazione di Roberto Masotti di
Rolling Stones Italia.
Stratos è stato un artista certamente ribelle,
sicuramente cosmopolita, soprattutto sempre dalla parte degli ultimi e dei
perdenti, sempre in contrasto con gli stereotipi del “pop” consumista, lui
seguiva li suo istinto e grazie a questo era capace di entrare nell’animo della
gente attraverso una voce unica e irripetibile.
Vorremmo che Demetrio Stratos non
fosse considerato un’icona della musica, perché vorrebbe dire snaturare il suo
pensiero, sempre presente in ogni suo testo e la sua arte.
Si è detto e letto di tutto su di lui,
del suo aspetto macho e carismatico, di un aspetto burbero a volte truce,
qualcuno ha persino affermato “di mussoliniana memoria” tentando di fare di
Stratos una specie di icona bipartisan, ma direi di lasciare davvero stare
certi paragoni.
In fondo sono chiacchiere di chi non l’hai
conosciuto, e che basa i propri giudizi e pareri sul poco di lui che è
custodito nelle teche della RAI.
Forse il suo sguardo potrà apparire sprezzante e odioso, forse lo era davvero; sicuramente poteva incutere qualcosa di simile ad un reverenziale timore, ma posso garantire, memore di quel suo sguardo e di quella carezza ricevuta da bimbo, che in quello sguardo e in quello dall’aspetto selvatico regnava una dolcezza di uomo vero e che tutto voleva essere tranne che un mito o un’icona, men che meno nei meandri della sinistra di quei tempi o della destra radicale. Riporto una citazione degli Area, che dicevano sulla loro musica, di essere “cinque musicisti che hanno una rabbia repressa perché hanno suonato per tanti anni quello che volevano i media e i discografici”, o come diceva Iannacci: “gli sciocchi in blu”.
Di Demetrio Stratos e degli Area possiamo ricordare
l’irriverenza e un vero anticonformismo verso tutto quello che era pianificato
e preimpostato, per meglio capire questo loro aspetto cercate quel video ancora
in bianco e nero dei tempi in cui la RAI fu praticamente costretta a presentare
gli Area perché erano diventati un vero fenomeno musicale del momento: bene
scoprirete in Demetrio Stratos che volutamente sbaglia tutti i tempi del
playback, Patrizio Fariselli cha abbandona le testiere per giochicchiare con
una melodica e peggio ancora fa Paolo Tofani che lascia la chitarre per farsi
la barba.
Non voglio aggiungere altro a questa
dissertazione in ricordo di un artista vero, di un artista ‘incompiuto’ non per
sua scelta, ma voglio ricordare un greco nato in Egitto e naturalizzato
italiano che si chiama Demetrio Stratos e che da piccolo mi ha dato una carezza
e poi, nel tempo, da giovane pseudo-musicista rampante mi ha voluto sul palco
con lui per una jam improvvisata.