Latte e fratture
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26-11-2014
Elevato
consumo latte non riduce fratture ma aumenta mortalità.
Secondo
uno studio pubblicato sul British Medical Journal, un elevato consumo di latte
non solo non riduce il rischio di frattura, ma può addirittura aumentare la
mortalità.
«Una
dieta ricca in latticini viene consigliata per prevenire le fratture
osteoporotiche, ma le ricerche sull'importanza del latte in termini di rischio
fratturativo e mortalità danno risultati contrastanti» dice Karl Michaëlsson
del Dipartimento di scienze chirurgiche all’Università di Uppsala in Svezia,
che assieme ai colleghi ha verificato se un’alimentazione ricca di latte
aumenta lo stress ossidativo incrementando il rischio di mortalità e fratture.
«Ciò a causa degli elevati livelli di lattosio e galattosio, elementi che hanno
dimostrato di aumentare l'infiammazione cronica nei modelli animali» spiegano
gli autori, che hanno valutato i questionari sulla frequenza di assunzione di
96 alimenti tra cui latte, yogurt e formaggi, compilati da due coorti di cittadini
svedesi: 61.433 donne e 45.339 uomini. I dati raccolti sono stati incrociati
con stile di vita, peso e altezza, istruzione e stato civile, monitorando i
registri nazionali per stimare fratture e mortalità. «Durante il follow up di
20 anni, 15.541 donne sono decedute e 17.252 hanno sofferto fratture» precisa
Michaëlsson, sottolineando che nella coorte femminile non è stata osservata
alcuna associazione tra riduzione del rischio fratturativo ed elevato consumo
di latte.
Anzi, chi
ne beveva più di tre bicchieri al giorno, in media 680 ml, aveva un rischio
maggiore di morte rispetto a chi consumava meno di un bicchiere al giorno,
ovvero 60 ml.
Gli uomini sono stati seguiti in media per 11 anni,
durante i quali 10.112 soggetti sono morti e 5.066 hanno avuto fratture. «Anche
nella coorte maschile la mortalità e il consumo di latte erano direttamente
correlati, sebbene in modo meno evidente che nelle donne» riprende il
ricercatore, concludendo che un maggior consumo di latte in maschi e femmine
non riduce il rischio di frattura, ma aumenta quello di morte. «Questi
risultati aprono interessanti possibilità sui potenziali danni causati dal
latte» commenta in un editoriale Mary Schooling della City University a New
York, osservando, tuttavia, che servono studi ulteriori sull’argomento, dato
che gli autori sottolineano le difficoltà di una precisa valutazione della
dieta seguita dai partecipanti avvisando di interpretare i loro dati con
cautela. «Data la tendenza all’aumento del consumo di latte vaccino dovuta al progressivo
sviluppo economico mondiale, la sua influenza sulla mortalità andrebbe
stabilita con precisione» conclude la ricercatrice.
BMJ
2014; 349 - doctornews33