The Yardbirds: la fucina dei chitarristi
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The Yardbirds sono una band
storica inglese, nata nel 1963 nell’epoca dell’undergound.
Il loro sound di basava su
R&B e blues, nonché musica psichedelica che stava prendendo sempre più
piede in quel periodo.
Probabilmente il brano che più
indentifica la band è “For you love”, un grande successo e uno dei classici
dell’epoca, ma non vanno dimenticati “I’m a man” brano riproposto da numerosissimi
gruppi di quel periodo e ancora oggi, e soprattutto “Dazed and confused”
diventato a sua volta un cavallo di battaglia degli Zeppelin, ma di Led
Zeppelin parleremo più avanti nell’articolo.
Uno dei grandi fattori di
notorietà che ha avuto la band al di là della loro musica è quella di aver dato
inizio alla carriere di quelli che, insieme a John Mayall e Mick Taylor (colui
che fu la chitarra solista dei Rolling Stones dopo la morte di Brian Jones)
possono essere definiti i più grandi chitarristi della storia del blues e del
rock: Eric Clapton, Jeff Beck e James Patrick Page, meglio conosciuto come
Jimmy Page.
Una delle prime formazioni: il secondo da sinistra è un giovanissimo Eric Clapton
In un certo senso la band si
può dire che abbia gettato le basi per la successiva evoluzione nella
musica che ha portato all’hard rock e in seguito all’heavy metal, consolidatasi con l’ascesa
del Led Zeppelin (ecco che ancora ritorna questo nome, ma poi capiremo il perché).
Questi tre chitarristi ebbero
ben presto un ruolo importantissimo nel panorama musicale internazionale, tutto
sommato un ruolo che ancora oggi, nonostante gli anni siano parecchi per ognuno
di loro, rimane inalterato.
Ai tempi furono musicisti di
primo piano nell’affermazione di quello che venne definito “British blues” e il rock psichedelico; aprirono la strada a importanti innovazioni chitarristiche negli anni sessanta, come il fuzz tone, il feedback e la distorsione, oltre ad
un notevole miglioramento dell'amplificazione e soprattutto furono tra i primi a dare un ruolo primario, di maggior
enfasi e creatività, al virtuosismo solistico e alla sperimentazione, naturalmente in
studio, ma nel caso di Jimmy Page anche sul palco (all’epoca degli Zeppelin), a
tal riguardo voglio riportare una citazione che fece Robert Plant qualche anno
dopo: “i riff di Page, sono i riff di Page”.
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Eric Clapton
Ma torniamo ai nostri Yardbirds, il primo nucleo gruppo è nato nel 1963 dalla fusione di due complessi preesistenti, cioè la Metropolis Blues Band, in cui militavano Keith Relf (voce e armonica) e Paul Samwell-Smith (basso e voce), e i Suburban R&, cui appartenevano Chris Dreja (chitarra ritmica e voce), Jim McCarty (batteria) e Anthony "Top" Topham (chitarra solista). Nel mese di settembre del 1963 The Yardbirds ebbero l'onore di sostituire i Rolling Stones come "house band" del Crawdaddy, un notissimo locale di Richmond, specializzato in Rhythm & Blues, fu un inizio repentino del loro successo, lì la band ottenne i primi consensi di pubblico tra gli appassionati del genere. Nell'ottobre successivo Topham, che essendo il più giovane del gruppo stava ancora frequentando le scuole superiori, si ritirò immediatamente dalle scene musicali perché i suoi familiari non volevano che trascurasse gli studi per la musica e il nuovo lead guitasist che entrò nel gruppo fu Eric Clapton.
L’ingresso di Clapton portò
nuova energia al sound della band e dopo numerosi concerti arrivò il primo contratto
discografico con la Columbia, etichetta con cui pubblicarono, nel 1964, alcuni
singoli con però non ebbero entusiasmanti riscontri nelle vendite. Sempre in quell’anno
parteciparono al Beatles Christmas Show, uno speciale televisivo dei Fab Four,
che servì a farli conoscere al vasto pubblico britannico.
Infatti poco dopo ottennero il
successo con For “Your Love”, un brano pop, pubblicato nel febbraio 1965 ed
alla cui incisione prese parte il tastierista Brian Auger. Questo singolo
raggiunse la prima posizione nella classifica britannica dei 45 giri e la sesta
in quella statunitense ed è ancora nella storia della musica.
Ma questo spostamento dei contenuti musicali del gruppoverso un genere molto più comemrciale, divergeva dagli orientamenti musicali di Eric Clapton, purista del blues, e il suo distacco dalla band fu inevitabile.
La perdita di uno dei membri
di maggior talento rischiò di essere fatale per il futuro del gruppo, fu allora
che Clapton consigliò come suo sostituto il giovane turnista Jimmy Page, che
tuttavia rifiutò l'offerta non volendo perdere il lavoro da session man e
raccomandò a sua volta un amico, Jeff Beck.
Infatti nella seconda metà degli anni ’60 le chitarre
di Page erano praticamente presenti almeno nel 60% delle produzioni in studio londinesi,
comprese registrazioni di Beatles, Rolling Stones e altri artisti di primissimo
piano.
Il suggerimento di Page fu raccolto e l'allora sconosciuto Jeff Beck a marzo entrò
ufficialmente nella formazione.
In seguito Page dichiarò che
la sua rinucia agli Yardbirds fu determinata dal timore di poter incrinare il reciproco
rapporto d'amicizia e stima artistica nei confronti di Slowhand, nel caso di un
suo ingresso nel complesso.
Gli Yardbirds di Beck viaggiarono spediti verso un rock
decisamente innovativo e sperimentale, ricco di distorsioni e wah wah, e in
questo periodo ottennero una nutrita serie di successi, sono di questo periodo
i loro due album migliori: “Having a Rave Up” e “Roger the Engineer”.
Jeff Beck
The Yardbirda e Bobby Solo a Sanremo 1966
A fine gennaio del 1966 accadde forse la cosa più bizzarra del percorso artistico della band: gli Yardbirds parteciparono al Festival di Sanremo cantando due canzoni, “Questa volta” e “Pafff...
bum!” abbinati rispettivamente a Bobby Solo e a Lucio Dalla.
Quello stesso anno
la rivista musicale Beat Instrumental nominò Beck miglior chitarrista dell'anno
e il suostile influenzò numerosi altri musicisti del periodo.
Nonostante il successo il
complesso affrontò importanti cambiamenti, il carattere umorale di Beck
cominciò ad essere mal tollerato dai compagni e mal tollerato era anche il suo
incostante modo di suonare dal vivo: sul palco alternava serate in particolare
stato di grazia con esibizioni fiacche ed incolori.
Fu proprio in quel periodo che il
bassista e leader musicale Paul Samwell-Smith abbandonò il gruppo, con l’alibi di
dedicarsi al lavoro di produttore: in realtà era stanco dell'atmosfera di
estrema litigiosità che si era creata all'interno della formazione e che fu la
caratteristica della band nel tempo che seguì.
La sua decisione fu
definitivamente influenzata dopo una disastrosa esibizione.
Jimmy Page, questa volta si offrì come sostituto al basso e la sua prima apparizione live coi nuovi compagni fu il 21 giugno al Marquee Club di Londra.
Nell’agosto successivo il gruppo fece un tour americano; alla vigilia di un concerto a San Francisco, per di Beck, Page dovette sostituire il compagno alla chitarra solista ed ebbe modo di mostrare tutto il suo immenso talento. Al rientro di Beck, Chris Dreja lasciò la chiatarra ritmica e venne quindi spostato definitivamente al basso e la band continuò con un'inedita e avveniristica per l'epoca formazione a due chitarre soliste.
Di questa formazione, certamente una delle più brillanti e avveniristiche del periodo, è rimasto pochissimo materiale.
Da segnalare che sempre in quell’anno il gruppo fece un cameo nel film Blow-Up di Michelangelo Antonioni.
un inedito Jimmy Page bassista
A fine ottobre parteciparono al Dick Clark's Caravan of Stars, un "tour collettivo" statunitense che li vedeva condividere la ribalta con altre celebrità pop. In una delle prime date Jeff Beck abbandonò il palco ad esibizione in corso, dopo aver dato in escandescenze.
Pochi giorni dopo, raggiunto a Los Angeles dal resto del gruppo, fu licenziato per il suo comportamento poco professionale, per quanto la motivazione ufficiale della separazione fu per motivi di salute.
Jeff Beck formò un suo gruppo: il “Jeff Beck Group”, con Rod Stewart alla voce, Ron Wood (ora chitarra dei Rolling Stones, passando prima dai Faces insieme a Rod Steward) e Nicky Hopkins alle tastiere.
Page restò come unico chitarrista, implementò le sperimentazioni, aggiungendo anche alcuni assoli di chitarra suonati con un archetto da violoncello: restano famose le sue interpretazioni di “Dazed and Confused”, cover non dichiarata di un pezzo di Jake Holmes, che Page eseguì successivamente anche con i Led Zeppelin (questo nome che ritorna sempre) facendone uno dei cavalli di battaglia della banda, giungendo perfino ad inserirla nel loro primo album.
Jimmy Page
Nonostante l’enorme talento di
un Page, che nella sua rapida e incredibile crescita tecnica era ormai leader
della band, il successo degli Yardbirds iniziò a scemare, l’ultimo album fu un
flop e stessa sorte toccò ai singoli.
Nel 1968 si creò un
clima di totale autodistruzione all'interno del gruppo: liti furiose, divergenze di
orientamento musicale, l’assunzione di marijuana e LSD di alcuni elementi che poi volevano portare la band verso un sound psichedelico con influenze folk e
classiche:
Jimmy Page invece preferiva un
hard rock di derivazione blues, il genere con cui si sarebbero affermati come
capofila i Led Zeppelin. Chris Dreja era l’unico ad essere orientato verso la
musica di Page, e allo stesso tempo sviluppò anche una grande passione per la
fotografia.
Fu così che la band iniziò a
sfasciarsi: a marzo Relf e McCarty abbandonarono gli Yardbirds per fondare quella
che sarebbe stata la prima formazione di progressive folk i “Renaissance”, ma
furono convinti dal manager Peter Grant a restare per un ultimo tour. L'ultima
esibizione degli Yardbirds si tenne il 7 luglio 1968.
A tutti gli effetti quel concerto sanciva lo scioglimento
della band, come dicevamo appena sopra il cantante Keith Relf e il batterista
Jim McCarty andarono a formare i Renaissance, per abbracciare sonorità più
morbide.
I due transfughi cedettero a Page
e Chris Dreja i diritti del nome Yardbirds, affinché completassero gli impegni
contrattuali presi (una tournée in Scandinavia nel settembre 1968) con una
nuova formazione, sotto il nome di New Yardbirds.
Ma Dreja decise di abbandonare
la musica, lasciando nelle mani di Page una grossa patata bollente: c’erano i
contratti delle tournée in Scandinavia da rispettare e per evitare grane legali, Page dovette ripensare a una rifondazione della band almeno per portare a
termine quei programmi e onorare gli ultimi impegni. Fu qui che nacque il nome
di New Yardbirds.
Contattò un bassista e polistrumentista
di talento, con cui aveva lavorato moltissimo come turnista, un certo John Baldwin (che solo
più avanti adottò, su suggerimento del suo manager, il nome con cui tutti lo conosciamo, quello di John Paul Jones).
Jimmy Page inizialmente pensò a
Terry Reid come nuovo cantante, ma Reid rifiutò, come in seguito rifiutò anche i Deep Purple. Reid però segnalò a Page come alternativa, un cantante di
Birmingham al tempo poco conosciuto che era il vocalist di un gruppo sconosciuto,
gli Hobbstweedle, tale Robert Anthony Plant, che a sua volta raccomandò il suo
amico di infanzia John Bonham alla batteria e con il quale aveva suonato nei “Band
of Joy”.
A questo punto il nuovo gruppo
era pronto e furono portati finalmente a termine gli impegni contrattuali in Scandinavia utilizzando
provvisoriamente il nome The New Yardbirds.
In realtà già dalle prime esibizioni
dei New Yardbirds qualcosa di diverso nell’energia di quella band stava
emergendo.
New Yardbirds o Led Zeppelin?
I quattro subito mostrarono
capacità inusitate nel gestire il palcoscenico nel corso dei concerti: quella
serie di concerti fu l’atto di nascita della più feroce band di rock che il
panorama musicale possa ricordare.
La scaletta dei brani suonati
durante quella tournée corrisponde più che altro ai pezzi contenuti in “Led
Zeppelin”, il primo album ufficiale del gruppo che decise di assumere proprio
quel nome: Led Zeppelin.
Leggende narrano che il nome sia nato dal suggerimento
di Keith Moon, batterista degli Who e giudicato dai lettori della rivista “Rolling
Stone” il secondo miglior batterista di tutti i tempi della musica rock, proprio dopo John Bonham.
In realtà Keith Moon e il suo
compagno negli Who, il bassista John Entwistle erano stati interpellati anni
prima da Page per formare un gruppo insieme, e fu lo stesso Moon, così si dice,
che dopo aver sentito suonare i New Yardbirds, disse che il nome più adatto da
dare alla band era “Lead Zeppelin”, ovvero uno Zeppelin di piombo, poi fu
decisa la contrazione in Led.
Per cui ecco perché il nome Led
Zeppelin è sempre ricorrente nella storia degli Yardbirds, cioè quela band non
è stata solo la fucina dei chitarristi, ma anche la forgia del “Martello degli
Dei”, così la ha definito gli Zeppelin nel libro biografia del gruppo, lo
scrittore giornalista Stephen Davis.
Ma questa è un'altra storia, che forse un giorno vi raccontermo.