Ezio Bosso: l'uomo che sapeva commuovere - L'Astrolabio Online Magazine

L'ASTROLABIO ONLINE
Magazine di Arte Cultura Territorio Ambiente Società
Vai ai contenuti

Ezio Bosso: l'uomo che sapeva commuovere

Arte e Cultura > Personaggi
15/05/2020

Ci sono notizie che mai nessuno vorrebbe dare, questa è una di quelle.
Ieri sera nella sua casa di Bologna si è spento Ezio Bosso, uno dei talenti musicali più fervidi, energici, geniali e appassionati dell’ultimo mezzo secolo, un grande musicista e artista, ma ancora di più un grande uomo di immensa cultura e di grande spessore umano.
Ezio aveva 48 anni.
Dal 2011 conviveva con una grave malattia neurodegenerativa che gli fu diagnosticata dopo un intervento al cervello per l’asportazione di un tumore. Dopo l’intervento fu colpito da una sindrome autoimmune.
La sia vita diventò un vero calvario, ma qui sono emerse le sue infinite qualità di uomo: la sua malattia, per quanto molto limitante, non lo fermò, non fu un ostacolo per lui: è vero che la sua attività di pianista, di grande pianista e concertista dovette essere interrotta perché il male aveva compromesso l’uso delle mani, ma la sua vita era la musica e continuò ad esserne grande divulgatore e studioso, grande direttore d’orchestra e soprattutto grande motivatore per i giovani.
Bosso amava la vita, era comunque pieno di entusiasmo e il suo entusiasmo si trasformava in una capacità di coinvolgimento per i giovani che partecipavano ai suoi eventi, alle sue lezioni di musica applicata.
La decisione di abbandonare il pianoforte, indubbiamente dolorosissima per lui, è recente, ne diede l’annuncio nello scorso settembre, quando disse: «Se mi volete bene, non chiedetemi più di sedermi al pianoforte e di suonare. Tra i miei acciacchi adesso ho anche due dita fuori uso. Se non posso dare abbastanza al pianoforte, è meglio lasciar perdere».
Non molto tempo fa disse di essere allo studio di partiture «che forse non dirigerò mai», e aveva confessato la sua voglia matta dopo questi giorni di isolamento: «Abbracciare gli amici. Di natura sono timido, riservato, e con il corpo ho un approccio particolare. Non abbraccio chiunque, solo chi amo. Sempre avvolgendo l’altro totalmente. Questa astinenza forzata mi pesa. Sarà interessante ritrovare un rapporto fisico. Magari ci sarà un po’ di imbarazzo, magari un po’ di paura. Ci metteremo a ridere o ci spunteranno le lacrime. Non so come sarà. Ma qualsiasi cosa sia sorrideremo. Felici di essere vivi».
In una recente intervista ad un importante quotidiano nazionale aveva detto: «La prima cosa che farò sarà mettermi al sole. La seconda sarà abbracciare un albero». Dalla sua casa di Bologna, Ezio Bosso parlava in questo modo dei suoi propositi per quando «si apriranno le gabbie».
Purtroppo non potrà mai essere così, Ezio Bosso ci ha lasciati, lasciandoci in dono un immenso patrimonio artistico, ma soprattutto di grande umanità e di determinazione.
Ezio è stato un grande esempio di come sapere vivere e convivere con addosso un nemico invincibile, e con la capacità di affrontare la vita sempre con entusiasmo e con il sorriso sul volto.
Ecco, noi tutti vogliamo ricordarlo così allegro e sorridente, nonostante tutto.
L’eredità artistica e culturale che ci lascia è quelle di seguire quei suggerimenti che il grande maestro ha sempre ribadito: amare e proteggere il grande repertorio classico, quello a cui lui ha dedicato tutta la sua vita.
I famigliari hanno comunicato che le esequie si svolgeranno nel rispetto di quella privacy che Ezio ha sempre voluto e desirato, quindi sarà un momento personale, intimo e riservato.
L'Astrolabio di Swanbook
Redazione: Desenzano del Garda
Contattaci:
redazione@lastrolabio.swanbook.eu
Torna ai contenuti