Antoine Saint-Exupèry
Arte e Cultura > Viaggiando e curiosando con Aurora Cantini
Antoine, Piccolo Principe, 120 anni di fiaba!
I 120 anni del grande Piccolo Principe
di Aurora Cantini
Il Piccolo Principe è il libro più tradotto dopo la Bibbia e il
Corano. Tutti lo conoscono o l’hanno letto. Ma dell’autore cosa ne è stato?
Antoine Jean Baptiste Marie Roger De Saint-Exupéry nacque 120 anni fa a Lione, il 29 giugno 1900. Era il terzo di
cinque fratellini e trascorse la sua infanzia nel castello di famiglia di
Saint-Maurice-de-Rèmens, dove il padre era visconte. Una fiaba. Eppure molte
furono le giornate di buio che offuscarono la gioia di questo bambino dal
nasino appuntito e dalla testa tra le nuvole.
La mamma lo chiamava “pizzica la luna” per via di
quello spadino sempre rivolto all’insù tra due occhi rotondi e quasi sorpresi,
sotto una massa di riccioli biondi che gli creavano come una luce mistica,
un’aureola solare. Antoine rimase orfano quando aveva solo quattro anni e la
mamma dovette arrangiarsi per crescere i figlioletti, tra mille ristrettezze
economiche.
Il ragazzino
si innamorò presto del volo. Un amore nato con lui e cresciuto anno dopo anno.
In maniera misteriosa e imperscrutabile, come sono spesso i destini degli
uomini. Voleva dormire sulle nuvole, passeggiare sulla luna, tuffarsi
nell’arcobaleno, nuotare nel cielo. Divenne un aviatore.
Il suo compito era
portare la posta in giro per il mondo, prima da Tolosa a Dakar, poi
dall’Argentina alla Francia seguendo la linea aeropostale. Nello stesso tempo,
sorvolando le acque e i cieli e i deserti, le montagne e le valli, cominciò a
scrivere storie fatte di sogni, storie fatte di cielo. Partecipava anche a
molte competizioni aeree, spesso uscendone ferito, anche gravemente. Sorvolò
Mosca, Buenos Aires, Saigon, New York, Patagonia, Guatemala…
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Quando
nel giugno 1940 la Francia si arrese a Hitler Saint-Exupéry decise di
imbarcarsi per New York, insieme a tanti altri migranti in fuga dall’Europa.
Soffriva molto per quello che avvertiva come L’Apocalisse che avrebbe stravolto
il mondo. Triste e taciturno, isolato e silenzioso, si inventò un amico
immaginario con cui parlare: il Piccolo Principe. Si consolava e consolava il
suo cuore in quelle lunghe notti di scrittura ininterrotta, finché nell’autunno
del 1942 il libro fu terminato.
La
guerra divampava e Saint-Exupéry venne mandato in missione di ricognizione fra
la Sardegna e la Corsica per conto dell’Aviazione francese. Il 31 luglio 1944,
mentre con il suo P-38 volava sul Mar Tirreno diretto a Lione, scomparve nel
nulla.
Solo
nel settembre del 1998 venne ritrovato, impigliato nelle reti di un pescatore,
un braccialetto d’argento, con sopra inciso il nome “Saint-Ex”. Si cominciarono
a cercare i resti del suo aereo. Ma nulla.
Finalmente,
nel 2004, ecco sbucare dal buio i moncherini del relitto, a più di 60
metri di profondità, al largo dell’Ile de Riou.
Ma
cosa era successo al giovane scrittore?
Il
corpo non è stato mai più ritrovato. Alcuni anni fa l’ex aviatore della
Luftwaffe, Horst Rippert, ammise di avere colpito l’aereo facendolo inabissare.
Antoine
Saint-Exupéry se ne è volato lassù, insieme al suo Piccolo Principe, inseguendo la sua rosa, innamorato della notte. Per
quel piccolo angelo dal nasino all’insù non c’è posto qui sulla terra tra i
mortali. Nessuna tomba, nessuna croce, solo infinito azzurro e nuvole di cielo.
Auguri Antoine, 120 anni di fiaba!