Sirmione da scoprire
Arte e Cultura > Viaggiando e curiosando con Aurora Cantini
Una gita a Sirmione fa parte del bagaglio culturale e di svago di ognuno di noi.
Una meta obbligata, da vivere e gustare almeno una volta nella vita. La
piccola cittadina affacciata sul Lago di Garda è unica nel suo genere.
Una stretta penisola che si protende come una bandiera verso il cuore
del lago, sul lato sud. Una striscia di velluto e di sogno, che si
mostra in tutta la sua bellezza solo superando il ponte levatoio che
annuncia lo stupendo e maestoso Castello Scaligero, affacciato
direttamente sulle sue acque.
Dall'alto delle sue mura si possono
ammirare spettacolari panorami, primo fra tutti quelli sull'intera
penisola e quello verso Colombare, frazione da cui si accede per
giungere al centro storico.
Una
volta entrati nel cuore del centro storico, le tappe in cui soffermarci
sono chiare e ben delineate. Oltre al Castello con il suo alto e
massiccio Mastio e la sua darsena, i passi ci conducono sia a destra che
a sinistra alle varie spiagge, spiaggette, moli e lungolago da fiaba.
Appena
dietro il Castello si mostra la romantica Spiaggia delle Muse, con la
sua passeggiata su più livelli, che porta direttamente alla Spiaggia
delle Bionde, proprio sotto la scogliera su cui sono appollaiati i resti
della villa romana di Catullo.
Una
serie di viuzze, con i negozi tipici e le antiche abitazioni legate le
une alle altre, attraversano piazzette e angoli caratteristici, con
sosta alla chiesa della Madonna della Neve o alle Terme.
Passeggiata e spiaggia delle muse
Passeggiata che conduce alla spiaggie delle Bionde e sullo sfondo il promontorio delle Grotte di Catullo
Particolare delle Grotte di Catullo: il grande pilone
Sirmione è Catullo,
il grande poeta romano, di cui è certa l’origine veronese ma non la sua presenza
nella cittadina gardesana. La via centrale, una via che sembra davvero una
passeggiata nel verde di un mondo in miniatura, prende il suo nome. La si
percorre facilmente, con armonioso passo, tra gli uliveti degradanti sul
pendio, fino alle Grotte di Catullo. Sono i resti di una maestosa villa romana
affacciata direttamente sul promontorio a picco sul lago. La cima della
penisola.
Lungo Via Catullo
c’è la possibilità di salire alla chiesina solitaria di San Pietro in Mavino,
un eremo di epoca romana, dove si può ammirare la Campana dei Caduti.
Tutto è
talmente concentrato e morbidamente avvinto, che c’è tempo anche per sedersi su
una delle tante pachine nei vari parchi e zone boschive con giardini in stile
liberty.
Comodi sentieri e stradine permettono di deviare facilmente il
percorso.
La
gente, sempre numerosa e variegata, va su e giù, come spinta da un vento
leggero, ma non caotico. La quiete è la parola d’ordine, il cicaleccio è
smorzato. Tutti osservano, additano, fotografano. Sanno cosa cercare e cosa
vedere. Sono lì apposta.
Eppure
nessuno dà uno sguardo se non una superficiale occhiata, senza neppure leggere,
ad una piccola targa posta su una murata sul lato sinistro di Via Catullo che
conduce alle Grotte. Una targa muschiata, macchiata di verde, non appariscente.
“In
questa villa, negli Anni Cinquanta, soggiornò accanto al marito Giovanni
Battista Meneghini, Maria Callas."
Sopra due immagini di Villa Medeghini-Callas.
A sinistra la targa commemorativa.
A sinistra la targa commemorativa.
Si alzano gli occhi
e appare la facciata liscia e senza fronzoli di una superba villa con torretta,
di color giallo.
Un dono d’amore del marito, arredata personalmente da Maria
Callas in ogni lussuoso dettaglio.
La Divina qui ha vissuto sette anni, qui ha
intonato i suoi canti con voce da usignolo, qui ha guardato le acque del lago
cambiare colore. Qui ha scelto di amare un uomo controverso e più grande di lei
di 17 anni, l’armatore greco Aristotele Onassis, qui ha detto addio al marito Giovanni
Battista Meneghini. Qui ha pianto. Ma nessuno lo sa. Eppure ci si commuove
davanti a quel silenzio. Una Memoria.
La gente continua a
transitare, nessuno degna di un’occhiata quella targa riservata e quasi timida.
Dirimpetto si apre un dolce parco, intitolato Maria Callas. Si passeggia, ci si
riposa. Senza saperlo siamo dentro la Storia. Maria Callas è anche Italia.
Nell'atrio delle Terme Acquaria sono esposti alcuni preziosissimi abiti di scena di Maria Callas che fanno parte della collezione curata dal Prof. Michele Nocera.
Quando tornerete a
Sirmione, fermatevi un istante davanti a quella targa su Villa Callas. Sentirete ancora la sua
voce che piange sulle note di Violetta o della Turandot. Inconsolabile.
Immutabile.