Il Theremin: lo strumento che si suona senza toccarlo
Rubriche > Notizie e curiosità
Qualcuno leggendo il titolo potrà
dire: “L’articolista è uscito pazzo! Come si può suonare uno strumento senza
toccarlo!”
Si può! Si può! Eccome che si può!
In realtà lo strumento di cui vogliamo
parlare è nato per sbaglio.
Chi è passato alla storia per essere
il suo inventore era in realtà un fisico ricercatore che stava effettuando
studi di laboratorio con alcuni dispositivi che aveva ideato per la misurazione
dei gas nel vuoto.
Proprio nell’effettuare questi studi lo
scienziato si accorse che, in determinate situazioni, queste apparecchiature
producevano un fischio che cambiava tonalità a seconda di come si avvicinasse o
allontanasse una mano dall’apparecchiature.
Il fisico, che era anche musicista, o
meglio un pregevole violoncellista, decise di sviluppare l’idea fino ad
arrivare alla costruzione di un vero e proprio strumento musicale elettronico
che battezzò “eterofono”.
La cosa incredibile di tutta questa
vicenda è l’epoca nella quale è accaduta: non stiamo parlando di 10, 20, 30 o
50 anni fa, ma stiamo parlando di qualcosa che è accaduto nel 1919, quindi più
di un secolo fa.
A tutti gli effetti questo “eterofono”
può essere tranquillamente considerato il primo vero sintetizzatore elettronico.
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I cultori di musica, intendo musica
rock e psichedelica su tutte, ricorderanno certamente l’avvento nel
palcoscenico musicale alla fine degli sessanta, per poi affermarsi decisamente
nel decennio successivo dei sintetizzatori elettronici, meglio conosciuti come
moog synthesizer, strumento musicale a testiera lagato principalmente al nome
di Keith Emerson, uno dei più importanti tastieristi del rock e non solo (era anche
un grande pianista di musica classica e jazz), che prima con i Nice e
poi in maniera decisamente più decisa con la band Emerson, Lake & Palmer
ne stato uno dei grandi utilizzatori di questo strumento.
Ma torniamo al nostro “eterofono”.
Ketih Emersom al moog
Lev Sergeevič Termen con il theremin
Lo strumento, che non prevedeva contatto
fisico tra esecutore e strumento, coem abbiamo accennato poco sopra, fu
inventato nel 1919 dal fisico sovietico Lev Sergeevič Termen (noto in Occidente
come Léon Theremin o Theremine) e si basa su oscillatori che, lavorando in
isofrequenza al di fuori dello spettro udibile, producono, per alterazioni
delle loro caratteristiche a seguito della presenza delle mani del musicista
nel campo d'onda, dei suoni sul principio fisico del battimento, questa volta
nel campo delle frequenze udibili.
Dal punto di vista pratico l’eterofono
è composto da due antenne poste sopra e a lato di un contenitore nel quale è
alloggiata l'elettronica. Il suono viene prodotto allontanando e avvicinando le
mani alle antenne: con quella superiore si controlla l'altezza del suono, mentre
quella laterale permette di regolarne l'intensità.
Il timbro musicale può variare tra
quello di un contrabbasso, per arrivare al suono del violino e a quello vocale.
Lo strumento è considerato molto difficile da suonare proprio perché
l'esecutore non ha contatto fisico con esso, quindi non possono esserci
riferimenti visibili alla posizione relativa delle due mani.
Come dicevamo, Lev Sergeevič Termen era
anche un musicista (violoncellista) e quindi approfittò dei circoli musicali
che frequentava per far conoscere la sua invenzione che riscosse un notevole
interesse. Qualche tempo dopo Lenin gli propose di diffondere lo strumento in
Europa. Fu organizzato un tour nelle maggiori capitali europee: Berlino, Londra
e Parigi. A Parigi la curiosità causò disordini fra le migliaia di persone che
non erano riuscite ad avere un posto in teatro.
Nel 1928 Termen sbarcò a New York dove
lo strumento fu presentato a un ristretto gruppo di musicisti e magnati dell'industria
(vi erano anche Arturo Toscanini e Henry Ford).
Fu fondata un'azienda per lo sviluppo
e la costruzione dell'eterofono, che venne ribattezzato in theremin in onore
del suo inventore. In seguito furono concessi i diritti di costruzione
commerciale alla RCA ma, a causa della crisi economica di quegli anni, il
prezzo di vendita era talmente alto che ne impedì la diffusione.
In passato il theremin è stato usato
da diversi musicisti rock; oggi lo si sta riscoprendo anche nel pop radiofonico
italiano: come nei brani di Vinicio Capossela suonato da Vincenzo Vasi oppure
come nell'album "Vietato Morire" di Ermal Meta suonato da Giulia
Riboli.
È stato utilizzato spesso, in studio e
nei concerti dal vivo: Jimmy Page dei Led Zeppelin lo utilizzò in Whole Lotta
Love e in tutte le esecuzioni dal vivo di questo pezzo per oltre vent'anni, diventando
probabilmente il miglior utilizzatore di questo strumento. Indubbiamente Led
Zeppelin è stata la band che ha portato a conoscenza delle masse l’esistenza di
questo strumento.
Anche i Beach Boys impiegarono
estensivamente il theremin nella produzione dell'album Pet Sounds, lo si può
ricoscere nel singolo Good Vibrations.
Nel 1983 Michael Jackson fece uso di
questo strumento per il celeberrimo brano Thriller.
E’ più volte diffuso l’utilizzo del
theremin nelle colonne sonore di diversi film, spesso di fantascienza o horror,
per attribuire un'atmosfera "spaziale" alla pellicola o per
sottolineare le scene più inquietanti; ma anche in un film commedia come Il
delinquente delicato del 1957 con Jerry Lewis, il theremin viene utilizzato con
successo per una gag, in cui il comico interagisce con lo strumento con esiti
esilaranti. I theremin attuali sono costruiti con tecnologia a transistor che
li rende molto più economici, non è raro imbattersi in ultraeconomici kit fai
da te.
un kit di montaggio di un theremin
Ma come funziona il theremin?
Il nucleo centrale dello strumento è
composto da due oscillatori che lavorano in isofrequenza: la produzione del
suono si basa sul principio fisico del battimento delle onde generate dai due
dispositivi.
La frequenza generata da ciascuno dei
due oscillatori è fuori dallo spettro udibile (sopra ai venti kHz); lo
strumento, a riposo, non produce alcun suono in quanto non vi è differenza di
frequenza.
Collegando un'antenna al condensatore
di uno dei due oscillatori è possibile variarne la componente capacitiva e, di
conseguenza, la frequenza di lavoro, semplicemente avvicinando o allontanando
un ostacolo (solitamente la mano del musicista) all’antenna.
Il segnale sonoro così generato è
inviato direttamente a un altoparlante o, a seconda del progetto dello
strumento, a un amplificatore e successivamente ai diffusori.
Versioni più raffinate del theremin
prevedono anche un secondo stadio elettronico, analogo al primo, che prevede un
convertitore che trasforma la frequenza di battimento in una tensione
elettrica; il suono prodotto dal primo stadio è successivamente attenuato in
proporzione alla tensione generata dal secondo stadio onde rendere lo strumento
dinamico e permette all'esecutore di variare l'intensità e il volume del suono
lavorando con l'altra mano vicino a un'altra antenna.
Questo strumento “antico” è in realtà
quanto di più moderno possiamo immaginare, credo che la quasi totalità degli
ascoltatori di musica ne abbiamo sentito i suoni e le note, ma ignorando che
fossero prodotte da uno strumento elettronico nato quando l’elettronica era
forse ancora fantascienza.