Il destino delle due gemmelle del Titanic ... - L'Astrolabio Online Magazine

L'ASTROLABIO ONLINE
Magazine di Arte Cultura Territorio Ambiente Società
Vai ai contenuti

Il destino delle due gemmelle del Titanic ...

Arte e Cultura > Viaggiando e curiosando con Aurora Cantini
09 agosto 2020

Il destino delle due gemelle del Titanic e della ragazza che scampò ai loro tre naufragi
di Aurora Cantini
Tutti conosciamo la tragica storia del Titanic. Tutti abbiamo pianto davanti al film del 1997 che ha saputo creare una delle storie d’amore più belle di tutti i tempi e ricostruire la morte di una delle navi il cui nome nessuno dimenticherà mai. Ma forse pochi sanno che su quella possente e colossale nave, inabissata alle prime ore del mattino del 15 aprile 1912 nelle profondità dell’Atlantico, c’era una ragazza speciale. Una ragazza che, pur essendo della classe operaia, sopravvisse insieme a pochi altri passeggeri e legò il suo destino ad altre due navi, ugualmente possenti e colossali: le gemelle del Titanic. La fanciulla si chiamava Violet Jessop e le due gemelle erano l’Olympic e il Britannic (ex Gigantic). Tre transatlantici costruiti dalla White Star Line. Identici come solo i gemelli omozigoti possono esserlo. Tre transatlantici uniti da un identico destino terribile: il naufragio.
Sostieni L'Astrolabio Online
Dona con PayPal
un piccolo contributo
per noi è un grande tesoro
ci aiuterai a fare informazione
Nella foto sopra Violet Jessup; a fianco l'Olympic
Iniziamo da Violet, perchè la vera inaffondabile era lei. Nata nel 1887 in Argentina, era figlia di due immigrati irlandesi. A 16 anni perse il padre e come capitava spesso a quei tempi, la madre con i 6 figli decise di ritornare in Inghilterra, trovando lavoro come cameriera sulle navi.
Quando si ammalò le subentrò la figlia primogenita, Violet, che divenne hostess di bordo/infermiera e fu assunta dalla White Star.
È stata l’unica persona a salire su tutte e tre i transatlantici gemelli della compagnia di navigazione.
La prima “gemella” a “vedere la luce” fu l’Olympic. Venne costruita quasi in contemporanea con la gemella Titanic, ma venne varata qualche mese prima, il 20 ottobre 1910. Con i suoi 269 metri di lunghezza e i 4 fumaioli titanici era la più grande nave del mondo. Lussuosissima, imponente, di una bellezza sfolgorante, l’Olympic compì il suo viaggio inaugurale il 14 giugno 1911 al comando del capitano Edward Smith, lo stesso che avrebbe comandato il Titanic nel suo unico viaggio. Il transatlantico stupì tutti arrivando a New York dopo 5 giorni, 16 ore e 42 minuti. Qualche mese dopo, il 20 settembre 1911, al momento di lasciare il porto di Southampton si scontrò con l’incrociatore Hawke, che lo speronò. Nonostante lo squarcio l’Olympic riuscì a rientrare in porto. Venne riparato nel bacino di carenaggio di Belfast, accanto alla gemella che ormai stava per essere ultimata: il Titanic. Nella notte del terribile naufragio, l’Olympic stava percorrendo lo stesso viaggio del Titanic ma nella tratta di ritorno (New York – Southampton). Quando ricevette l’SOS della gemella viaggiò a velocità massima per raggiungerla. Invano. Il Titanic era già scomparso negli abissi.
L’Olympic fu l’unica delle tre gemelle a rimanere integra, ma non durò a lungo. La nave venne demolita nel marzo 1935 dopo il suo ultimo viaggio a New York.
Violet dovette cercarsi un nuovo incarico e lo trovò l’anno seguente, all’alba del 10 aprile 1912. Il Titanic era pronto a intraprendere il suo viaggio inaugurale. Quattro giorni dopo Violet assisteva impotente e atterrita alla tragedia che si stava consumando davanti a i suoi occhi, tra grida e pianti e desolazione gelida e buia.
il Titanic
Il relitto del Titanic
Erano le 2 e venti del 15 aprile 1912 quando il Titanic si inabissava nell’Oceano Atlantico trascinando con sé più di 1500 vittime innocenti, in quella che doveva essere una traversata immortale. Quello che doveva dare inizio ad una nuova epoca, un’epoca di splendore.
Tutti correvano qua e là come topi in gabbia, ma a Violet venne ordinato di stare sul ponte composta con le altre hostess, senza farsi prendere dal panico, perché doveva dare esempio di come comportarsi in caso di emergenza a quanti non parlavano inglese e non capivano le istruzioni. Poi ricevette l’ordine di aiutare donne e bambini a salire sulle scialuppe, su una delle quali salì lei stessa. La scialuppa numero 16. Venne tratta in salvo dal Carpathia.
Il Britannic
Due anni dopo scoppiò la Prima Guerra Mondiale e Violet si imbarcò di nuovo al servizio della Croce Rossa Britannica. La nave su cui prestò la sua opera era la terza gemella: il Britannic.
In realtà il suo vero nome era Gigantic, ma dopo il naufragio del Titanic fu ribattezzata e modificata in alcune strutture. Varata il 26 febbraio 1914, era quindi la più giovane delle tre gemelle, ma nello stesso tempo era di poco più larga e pesante. Prima che il Britannic potesse iniziare il servizio transatlantico tra New York e Southampton scoppiò la Prima Guerra Mondiale e venne trasformata in nave ospedale. Ospitava 3000 posti letto e alcune sale operatorie.
La mattina del 21 novembre 1916, vicino alle coste greche, nel Canale di Ceo, Mar Egeo, il Britannic fu scosso da un’esplosione. Aveva colpito una mina di profondità tedesca e affondò in 55 minuti.
Si ripeteva, inesorabile, lo stesso destino del Titanic. I quattro fumaioli si schiantarono sul ponte uno dopo l’altro, la poppa si sollevò in aria centinaia di metri, la prua si spezzò. La poppa rimase verticale per un istante. Esattamente come quattro anni prima con il Titanic. Un attimo sospeso. Poi con un ruggito ribollente di schiuma il Britannic si inabissò. A bordo vi erano 1066 persone. Ma grazie alla temperatura dell’acqua di 21 gradi (rispetto ai -2 della notte del Titanic), alle numerose scialuppe riempite all’inverosimile e al tempestivo arrivo dei soccorsi dopo l’SOS, si ebbero solo 30 morti. Il relitto spezzato in due tronconi, proprio come il gemello Titanic, venne scoperto nel 1975 da Jacques Cousteau, a 120 metri di profondità.
Violet sopravvisse, seppur ferita alla testa. Continuò a viaggiare sulle navi fino al 1950, quando si ritirò a vita privata dopo 40 anni di servizio. Morì nel 1971 per insufficienza cardiaca, senza aver più avuto notizie di nessuna delle tre enormi navi gemelle su cui aveva viaggiato in gioventù.
Il naufragio del Britannic
Il relitto del Britannic
L'Astrolabio di Swanbook
Redazione: Desenzano del Garda
Contattaci:
redazione@lastrolabio.swanbook.eu
Torna ai contenuti