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La signora del basket: Graziella Bragaglio

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CHI E’ GRAZIELLA BRAGAGLIO
 
 
Oggi incontriamo la Dott.ssa Graziella Bragaglio, nota ai più per essere alla guida, dal 2009, della Leonessa Basket Brescia sponsorizzata da Germani, da tempo stabilmente tra le squadre e società più solide della pallacanestro italiana.
 
Ma Graziella Bragaglio non è solo questo, è molto di più, dietro l’immagine di una donna sempre molto disponibile verso media e la sua gente, scopriamo la vita di una donna assolutamente normale, per quanto stiamo parlando di una donna impegnata anche nel mondo del lavoro e anche con compiti importanti e di prestigio, fra i quali naturalmente includiamo la famiglia, il marito e i figli.
Naturalmente, prima di iniziare questa chiacchierata, è doveroso raccontare ai nostri lettori chi è Graziella Bragaglio, donna determinata e appassionata e che crede fortemente in tutte le avventure che affronta.
Infatti, Graziella, originaria di Nave, è anche Amministratore Delegato di Poliambulatorio Oberdan, X-Ray Service e Cierrebi Srl.
Ha conseguito la Laurea presso la Scuola per Tecnico Sanitario di Radiologia Medica di Brescia nell’anno 1981 e proprio in quest’ambito, è stata titolare dell’insegnamento di “Tecniche Radiologiche e Tomografia Computerizzata e Risonanza Magnetica” presso la Scuola per Tecnici Sanitari di Radiologia Medica.
Dall’anno 2001 è il responsabile per la formazione di eventi inseriti nel programma di Educazione Continua in Medicina presso il Ministero della Salute.
Dal 2001 al 2006 intrattiene diversi rapporti di consulenza per la gestione tecnica del Servizio di Radiologia dell’Ospedale di Ponte San Pietro a Bergamo, dell’Istituto Clinico S.Ambrogio e del Policlinico S.Marco di Zingonia, Bergamo.
Dal 2001 è anche Amministratore Unico della società di Servizi X-Ray Service (www.xrayservice.it), che opera come attività di gestione servizi di Radiologia, dotata, a partire dall’anno 2008, anche di un servizio di Diagnostica per Immagini (Tac ed Ecografia). Dal 2008 è Amministratore Unico del Poliambulatorio Oberdan Srl di Brescia (www.poliambulatoriooberdan.it).
Ma è anche molto ricco il suo palmarès in ambito sportivo. L’avventura inizia nel 2006 (fino al 2009) quando diventa Presidente della società di pallacanestro A.D. Virtus Brescia. Dalla stagione 2009-2010 ad oggi, ricopre il ruolo di Presidente di Basket Brescia Leonessa, club che milita nella massima categoria del Campionato Italiano e, dalla stagione 2018-2019 partecipa con sempre crescenti successi al Campionato di EuroCup. Dal 25 aprile 2013 e per il quinquennio sportivo 2013-2017 ha ricoperto infine la carica di Presidente della Lega Nazionale Pallacanestro.
Con lei al timone di comando il Basket Leonessa, ha conseguito un filotto impressionante di titoli e traguardi: Campioni d’Italia serie A Dilettanti; promozione in Lega A; partecipazione alla Semifinale e Finale di Coppa Italia di Serie A; partecipazione ai Playoff di Serie A nella stagione 2017-2018, raggiungendo la semifinale; partecipazione al circuito sportivo di EuroCup.
Numerosi sono anche i riconoscimenti conseguiti anche a livello personale da Graziella Bragaglio per la proficua attività in ambito sportivo. Nel 2010 è vincitrice dell’«Oscar dello Sport bresciano» e del premio «Vittoria Alata»; nel 2013 è insignita del premio «Sport e Passione» istituito dall’assessorato allo Sport della provincia di Brescia e, nello stesso anno, ottiene anche il premio «Natale dello sportivo».
2015/2016: la festa della promozione in Seria A1, dopo gara 5 con Fortitudo Bologna
Nel 2014 è Ambasciatrice italiana per il progetto «Women for Expo»; nel 2016 è premiata con il il «Trofeo Gabriele Fioretti» in qualità di Dirigente dell’anno; nel 2017 ottiene nuovamente il premio «Oscar dello Sport bresciano» e l’anno successivo, nel 2018, ritira il «Premio Reverberi» per speciale contributo al basket ed il premio sportivo «GLGS-USSI, Realtà Sportive Lombarde». Sempre nel 2018, le viene assegnato il premio dell’EWMD (European Women’s Management Development di Brescia) «She made a difference» che riconosce il contributo scientifico, culturale e sociale della città di Brescia e dell’Italia. Nel marzo 2019 è ospite d’onore e madrina del «Premio Leonessa» dedicato alle atlete bresciane e, nello stesso mese, è ospite premiata del 12° compleanno di EWMD Brescia, nel quale interviene con un talk in merito al tema «Valori comuni europei».
L’INTERVISTA

Con questa chiacchierata parleremo ovviamente di basket, ma non solo, toccheremo anche altre tematiche, incluse quelle che purtroppo stanno monopolizzando la vita sociale e le attenzioni della cittadinanza e della popolazione nella lotta contro un nemico invisibile e vigliacco.
Di Graziella Bragaglio i bresciani e il mondo del basket in genere conosce il suo ruolo di presidente della Leonessa Germani Basket. Ma una volta dismessi i panni di presidentessa, Graziella Bragaglio è prima di tutto madre e moglie, e poi imprenditrice e manager in importanti realtà nel settore medico e della salute. Quindi parliamo di una donna poliedrica e straordinariamente attiva. Come riesce a amalgamare tutti i suoi impegni, doveri e, perché no, passioni?

La gestione, nel complesso, non è effettivamente facile. Da imprenditrice, tuttavia, ho imparato l'arte della programmazione, l'unica via percorribile per ottimizzare il tempo e organizzare le giornate tra gli impegni lavorativi dettati dal mio ruolo di Amministratore Delegato di una complessa struttura sanitaria e quelli scanditi dal mondo della pallacanestro, oltre naturalmente agli impegni familiari. Sono abituata a questi ritmi frenetici da sempre: come spesso mi piace ricordare, basti pensare che ho continuato a lavorare anche durante ogni gravidanza, praticamente fino a cinque minuti prima di partorire e ho ricominciato subito dopo.
Lei è bresciana Doc, questa Sua brescianità è stata in qualche modo di impulso e incitamento per il Suo immergersi nel mondo dello sport?

Certamente. Sono molto legata alle mie origini e credo che il rapporto con le proprie radici sia una risorsa preziosa e imprescindibile, da preservare e tutelare nel tempo: senza un punto di partenza, non c'è destinazione. Il motore del mio impegno, messo a servizio dei bresciani sia con l'attività sanitaria, sia con gli sforzi profusi per riportare a Brescia il grande basket, è innanzitutto l'amore nei confronti della mia città e della sua provincia. La passione per questa terra è la leva che ha spinto me e mio marito a sognare in grande, partendo dal basso per restituire al territorio qualcosa di importante e duraturo. Caparbietà ed etica del lavoro sono qualità scritte nel DNA bresciano: per questo non mi sono mai fatta da parte quando si è trattato di rimboccarsi le maniche e impegnarsi duramente per ottenere risultati.
Lei è una delle poche, donna presidente di società in Lega A, un muro che è stata abbattuto anni fa da Anna Cremascoli a Cantù, e Licia Ferrrini di Reggio Emilia .Cosa significa per una donna essere presidente di una società di basket maschile? Ci sono molte differenze tra il dirigere una società sportiva e un’azienda ‘normale’?

Essere al timone di una società e lavorare in un mondo prevalentemente gestito da figure maschili richiede uno sforzo rilevante, soprattutto perché i ruoli dirigenziali sono ancora e troppo spesso riservati al mondo degli uomini. D'altro canto, è risaputo che nella nostra società e in relazione a numerosi pregiudizi, lo sport praticato dagli uomini attira un'attenzione ben maggiore rispetto a quello praticato dalle donne. Tuttavia, questo incarico è per me anche motivo di orgoglio. Fin dalla sua nascita, ormai undici anni fa, abbiamo sviluppato il progetto Basket Brescia Leonessa alimentandolo con passione, sentimento e razionalità: grazie all'amore per la pallacanestro che mio marito ha trasferito a me, posso dire che questo sport è parte integrante della mia famiglia e della mia realtà da sempre, ragione per cui ho deciso di cimentarmi in questa bellissima esperienza. Credo che alla base della direzione di una qualsiasi attività, che sia una società sportiva o un'azienda nel senso più stretto del termine, sia anzitutto necessaria una dote: il pragmatismo.
Graziella Bragaglio e il marito Matteo Bonetti
Sotto le Sua guida, sempre affiancata da Suo marito Matteo Bonetti, la Leonessa in pochi anni ha bruciato tappe probabilmente inimmaginabili per i tifosi e per coloro che osservano in basket in maniera defilata. Ma tutto questo penso sia certamente figlio solo di amore a passione, ma anche di una accurata programmazione pianificazione, mi corregga se la mia considerazione non è corretta.

Confermo. Come ho già sottolineato, avere senso pratico è fondamentale per riuscire a gestire le tante sfumature delle varie attività quotidiane, specialmente quando esse richiedono uno sforzo scrupoloso in termini di concentrazione, energia e rigore, come accade per gli ambiti di cui mi occupo e, in primis, in campo dirigenziale. In fase di pianificazione è fondamentale prestare attenzione a ogni dettaglio, non tralasciando anche tutti quegli aspetti che, a primo impatto, possono risultare marginali. Naturalmente nel programmare la strutturazione della società, specialmente all'inizio, non avremmo potuto prevedere o immaginare cosa sarebbe successo: qualche preoccupazione c'è stata, ma il coraggio e la passione hanno sempre avuto la meglio e solo così siamo riusciti a costruire il meraviglioso progetto che oggi è Basket Brescia Leonessa.
La società che guida è stata una delle prime in Italia, se non la prima ad avere una sua casa, un suo palazzetto. Cosa significa per la società questo importante passo verso il futuro?

Come club, abbiamo seguito la progettazione e la costruzione del PalaLeonessa in maniera minuziosa e con enorme impegno. Portare a compimento quest'opera di rinnovamento sportivo è stata una vera e propria impresa e non nego che, in alcuni momenti, è sembrata come una montagna impossibile da scalare. Coordinati con il Comune di Brescia, che ha promosso il progetto in maniera seria e appassionata fin da subito, siamo riusciti a ultimare i lavori del palasport in tempi record, regalando alla città un nuovo "gioiello", costruito sulla struttura di quello che, anni fa, era lo storico EIB: il tempo della pallacanestro cittadina. Volevamo che il PalaLeonessa diventasse la casa di tutti i bresciani e così è stato: penso che sia un bell'esempio per tutti i club italiani.
Il roster della squadra ruota attorno a quelle che per me sono due pilastri colossali, parlo di David Moss, un totem della pallacanestro in Italia, ha vinto un po’ dappertutto ma è venuto a Brescia accettando una serie diversa dall’A1 e Luca Vitali, credo in miglior play italiano degli ultimi 10 anni. A loro aggiungerei Brian Sacchetti, che è arrivato a Brescia portando esperienza, ma soprattutto entusiasmo e professionalità. Io li vedo come il fulcro attorno al quale ruota tutto il resto dei ragazzi. Cosa rappresentano questi atleti e ‘uomini’ per la società, per i compagni e, perché no, per i tifosi e la città?

Oltre a essere incredibili professionisti, sono prima di tutto dei ragazzi straordinari il cui valore è sotto gli occhi di tutti. Per dare continuità al progetto abbiamo scommesso, in questi anni, su figure che potessero diventare un punto di riferimento per la società non solamente sul fronte sportivo, bensì che rappresentassero un modello da seguire per tutta la tifoseria, specialmente la frangia di giovani e giovanissimi, che vede nei giocatori il proprio esempio di vita. La qualità delle persone, prima ancora delle caratteristiche atletiche, è sempre stata la nostra priorità. Direi che ci siamo riusciti molto bene, perché tutti i ragazzi passati tra le file di questo club hanno sempre lasciato un'impronta positiva, facendosi amare e restituendo altrettanto affetto. David, Luca e Brian sono tra questi: la rappresentazione della competizione sana e le colonne portanti dei nostri anni nella massima serie.
E Vincenzo Esposito, il primo giocatore italiano che ha calcato il parquet nella NBA, cosa ha portato?

L'esperienza e la mentalità di Vincenzo Esposito ci hanno spinto a sceglierlo come capo allenatore per inaugurare un nuovo corso di Basket Brescia Leonessa, consapevoli dell'enorme apporto tecnico che il coach avrebbe portato con sé. Vincenzo è una persona di grande calore, appassionata e decisa, oltre che preparata. Ha lavorato molto bene in questi mesi e sono sicura che ne avremmo viste delle belle... Certamente tra le qualità che più gli riconosco vi sono determinazione e genuinità, insegnamenti che trasmette costantemente ai propri giocatori, con i quali è in grado di impostare rapporti umani profondi e basati sulla reciproca fiducia.
nelle immagini con David Moss, Luca Vitali e coach Vincenzo Esposito
Con Lei al timone la Leonessa è stata Campione d’Italia dei dilettanti, da lì in poi una lunga ed entusiasmante cavalcata fino ad una finale di Coppa Italia, che sarebbe stata strameritata, ma lasciata all’avversaria per un’inezia. Dove vuole arrivare la Germani Leonessa? E’ lecito sognare e far sognare i tifosi?

Il nostro mantra è quello di rimanere sempre con i piedi per terra. Di anno in anno cerchiamo di rafforzare l'entusiasmo di chi ci segue, dando stabilità alla realtà di Basket Brescia Leonessa affinché possa continuare a vivere nel tempo. Questo significa compiere sforzi via via sempre più importanti, ricordandoci però da dove siamo venuti e godendoci il presente e tutte le gioie e i successi che esso regala, affrontando al contempo le sfide che si presentano. Chiaramente, è altrettanto vero che lo sport vive di emozioni e, come tali, è giusto ambire a traguardi sempre più importanti, senza accontentarsi mai e dando il massimo per centrare gli obiettivi preposti.
Parliamo di ricordi e di momenti speciali. Personalmente ho ancora negli occhi quel tributo infinito del PalaGeorge al termine di gara quattro dei playoff 2018, contro Olimpia Milano, quando dopo quattro semifinali da infarto, i tifosi hanno tributato alla squadra uno degli applausi più lunghi e commoventi che io ricordi per un evento sportivo. Una dimostrazione d’amore di ringraziamento alla squadra e alla società, ricordo ancora i ragazzi raccolti a centro parquet stralunati e inebetiti per quell’omaggio per loro. Ci racconti i suoi tre momenti che più degli altri sono incancellabili da quando è alla guida della squadra.

Dal punto di vista sportivo non posso, anzitutto, dimenticare la promozione dalla A2 alla massima serie: il coronamento di un sogno che, solo qualche anno fa, sembrava impensabile. L'annata 2015/2016 fu inimmaginabile: conducemmo un campionato di vertice per poi disputare una serie play off all'ultimo sangue, che decretò il ritorno di Brescia nell'elite della pallanestro italiana dopo ben 28 anni. Fu un momento magico, che rimarrà scolpito per sempre nella memoria di tutti i bresciani e del quale sono fiera di aver fatto parte. A seguire, certamente la partecipazione, per due anni consecutivi, al campionato di EuroCup: un traguardo inedito nella storia sportiva bresciana che quest'anno ci ha regalato l'ulteriore gioia di essere entrati a far parte delle migliori 16 squadre d'Europa: abbiamo davvero scritto la storia! Infine, il PalaLeonessa: aver contribuito a restituire ai bresciani la casa del basket cittadino non ha davvero prezzo.
L’emergenza Covid-19 ha praticamente cancellato lo sport in Italia. Le società di basket e la Lega sono state le prime a sospendere l’attività. Un segno di grande responsabilità civile e rispetto nei confronti degli atleti, dei tifosi ma anche di tutta la popolazione. Come sono stati vissuti questi momenti all’interno della società e della squadra?

A livello nazionale, credo che il basket abbia reagito all'emergenza in maniera responsabile, adottando tutte le misure del caso in forma preventiva e con la giusta cautela per assicurare la salute della squadra, dello staff e degli spettatori. Come Basket Brescia Leonessa ci siamo mossi immediatamente bloccando le attività del settore giovanile e dando disposizione a tutti i componenti del club di rimanere a casa. C'è chiaramente dispiacere per il mancato completamento della stagione, ma di fronte a un'emergenza di tale portata è stato giusto seguire questa linea e interrompere quanto prima l'attività: la salute prima di tutto.
Usciamo dal basket, Brescia è la Leonessa d’Italia, una città che ancora oggi sta dimostrando di esserlo anche in questo momento terribile, dove insieme a Bergamo e alle rispettive province, ha pagato uno dei tributi più drammatici a causa del Covid-19. Come si immagina, cosa augura e cosa si aspetta dalla Brescia del dopo emergenza?

Brescia e il suo popolo conservano, per natura, un'immensa tenacia. La solidarietà e la dignità con cui i bresciani hanno risposto alla situazione di estrema difficoltà e dolore la dice lunga sulla resistenza di queste persone che, senza alcun dubbio, sapranno rinascere. Come società, attraverso la nostra attività che sul web non si è mai fermata, abbiamo contribuito a diffondere messaggi positivi e di speranza: sono certa che sapremo fare tesoro dell'esperienza e ripartire più forti di prima.


In famiglia Graziella Bragaglio come è? Tutto il suo mondo fatto di impegni e passioni coinvolge tutti?

Ho sempre ricevuto massimo sostegno e supporto da parte della mia famiglia in quella che, di fatto, è un'attività che riguarda tutti. Come già anticipato, la passione per la pallacanestro è un "affare di famiglia" da diverso tempo ed è un ambiente nel quale tutti noi ci sentiamo pienamente coinvolti. Ancora una volta, la sistematicità ha fatto la differenza: programmare il tempo mi ha permesso di essere presente in famiglia senza trascurare il lavoro e viceversa.
Se dovesse mandare un saluto e un augurio ai nostri lettori, cosa direbbe?

Auguro di realizzare le proprie ambizioni, non dimenticando mai che esse sono il frutto di lavoro, sacrificio, emozione e anche un pizzico di fantasia, che non guasta mai. Questo è il connubio vincente per trasformare i propri sogni in obiettivi concreti e tangibili.







E non dimentichiamoci che La Germani Leonessa Brescia annovera tra le sue file 3 giocatori che sono pedine fondamentali della Nazionale Italiana di Basket: Luca Vitali, Awudu Abass e Brian Sacchetti.
La squadra
Vincenzo Esposito, il coach
Giacomo Baioni, assistant coach
Matteo Cotelli, assistant coach
Luca Vitali
David Moss
Brian Sacchetti
Awudu Abass
Andrea Zerini
Travis Trice
Marco Ceron
Tyler Cain
Tommaso Laquintana
DeAndre Lansdowne
Tommaso Guariglia
Kenneth Horton
Playoff stagione 2018/19 - Gara 4 con Olimpia Milano
Gli sguardi attoniti e emozionati dei giocatori che raccolgono un lunghissimo tributo di riconoscimento e gratitudibe dal loro pubblico, nonostante la sconfitta ma comunque dopo una stagione esaltante dove la Leonessa ha tirato fuori gli artigli in ogni match
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Redazione: Desenzano del Garda
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