Cristina Girelli
Rubriche > Premi Territorio & Cultura: le candidate
21
febbraio 2023
UNA
VENTATA DI MODA:
INTERVISTA
A CRISTINA GIRELLI
di Aurelio Armio
Continuiamo con le presentazioni delle
fanciulle sotto indagine che rischiano di essere accusate di appropriazione “debita
e meritevole” di uno dei premi “Territorio & Cultura”, premi che verranno
assegnati il prossimo 29 aprile nella serata di gala per la conclusione di
“Primavera è Donna 2023: Maddalena, le altre e la metamorfosi”.
Proseguiamo pertanto con la nostra
carrellata di artiste e imprenditrici nominate; a dire il vero, più che di
carrellata, dovendo parlare della protagonista della nostra intervista è più
appropriato parlare di “sfilata”, giacché Cristina Girelli, questo è il suo
nome, è una talentuosa e creativa stilista.
Sappiamo che la moda per lei non è
solo una professione ma è parte della sua vita.
Cristina è una professionista che si
muove agilmente nei molteplici aspetti della moda. Ama definirsi stilista,
artigiano di moda e insegnante di stile e portamento.
Se questo è l’antipasto, non ci resta
che tuffarci nel suo mondo e scoprire il più possibile su di lei.
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Buongiorno Cristina, un piacere fare
una chiacchierata con lei. Quando le è stato comunicato che era stata
selezionata per l’assegnazione di uno dei premi “Territorio & Cultura” non
ha mostrato solo entusiasmo, ma anche quasi stupore. Perché mai?
Buon giorno, piacere mio, e grazie a
Voi per questa chiacchierata di presentazione.
Si, è vero, quando mi è stato
comunicato di essere una delle candidate selezionate per l’assegnazione di uno
dei premi “Territorio & Cultura”, mi sono meravigliata. Non ero a conoscenza
di questa possibilità, ho pensato che probabilmente qualcuno o qualcuna avesse
gentilmente fatto il mio nome… ma… con che merito? Un premio si merita… ed io
perché ero stata selezionata? Anche leggendo i nominativi delle altre
candidate, alcune mie conoscenti, ho provato a chiedermi quale era il mio ruolo
e come avevo fatto a trovarmi in quella lista…? HO RINGRAZIATO, rimanendo nella
domanda e in fiduciosa attesa…. (ps. lo sono tutt’ora!)
I nostri lettori sono gente curiosa
all’inverosimile e, quindi, sono ansiosi di conoscere tutto di Cristina
Girelli. Cominciamo da Cristina bambina. Chi era? Cosa faceva? Cosa Sognava?
Che bella
domanda! Cristina Girelli da bambina sognava di diventare una ballerina di
danza classica, ma la mia statura e la mia struttura fisica non me l’hanno
permesso. Quindi, in età adolescenziale, dopo aver praticato uno stage
intensivo in Accademia del Balletto a Reggio Emilia e non avendo passato
l’esame per poter accedere e frequentare le lezioni, decisi che l’alternativa sarebbe
stata la moda. Diciamo però che ha sempre fatto parte della mia vita. Fin da
piccola guardavo come vestivano le mie maestre a scuola e ne riportavo una
descrizione dettagliata a mia madre, partendo dalle scarpe. Ricordo poi che
ritagliavo dai giornali le immagini delle modelle che mi piacevano, le
incollavo su un quaderno, inventavo per loro un nome e facevo una relazione dei
loro outfit. Una sorta di “archivio personale di moda”. Poi era la volta delle
bambole: sceglievo i loro look e realizzavo qualche abitino a seconda
dell’occasione. Ma quello che più mi appassionava era il gioco delle sfilate con
mia sorella e le mie cugine. Prendevo del tessuto e componevo addosso dei
vestiti. Provavamo abiti e scarpe con il tacco prelevati dagli armadi della
nonna e della zia, e organizzavamo delle vere e proprie sfilate e concorsi di
moda con tanto di fascia per la vincitrice. Scrivevo la scaletta con le uscite,
gli outfit, il percorso, gli incroci, la presentazione, le coreografie,
sceglievo le musiche e c’erano persino gli intermezzi pubblicitari inventati da
noi. E non mancava nemmeno il pubblico: mandavamo l’invito ai genitori, ai
parenti, agli amici e ai vicini di casa.
Forse faceva già i vestitini per le
bambole, oppure la moda è arrivata dopo? E perché una ragazza, una giovane donna
decide di entrare nel mondo della moda?
Si, come detto sopra la moda
è sempre stata una parte di me e del mio percorso, come la danza (allora quella
classica, oggi quella orientale). Devo ad entrambe, ciò che sono oggi. Ho
sempre cercato di esprimermi attraverso esse. Loro mi hanno permesso di
conoscermi, di capirmi e di scoprire la vera me, ed io ora, grazie ad esse, ho
la possibilità di farmi conoscere in questo meraviglioso mondo chiamato moda
dal mio punto di vista singolare ed unico.
dettaglio macramè per scarpe
Prima di arrivare dove è arrivata,
cioè ad avere il suo laboratorio (un bel traguardo direi), che percorso ha
fatto? Si è ispirata a qualcuno in particolare o fin da subito ha fatto
esplodere il suo talento e le sue idee?
Un bel traguardo, ma sempre sul percorso... avanti, un passo alla
volta e in trasformazione costante…
Prima del laboratorio la “gavetta”. E senza lo studio non si può
procedere. Ho frequentato la scuola di Operatrice della Moda a Mantova, che poi
mi ha permesso di lavorare per due aziende in qualità di disegnatrice/stilista
nell’Ufficio Ricerca e Sviluppo Collant e Seamless, che definisco “accessori
dell’abbigliamento”, anche se, di fatto, nella moda subiscono gli stessi iter lavorativi
e le stesse tempistiche dell’abbigliamento. Negli ultimi anni in Calzificio, però,
ho sentito l’esigenza di specializzarmi anche sull’abbigliamento, come se mi
mancasse un tassello. Ho deciso, quindi, di frequentare l’Accademia di Stilismo
a Milano (mentre continuavo a lavorare in azienda) e poi verso la fine dell’anno
accademico è subentrato il Corso di Macramè (che tuttora frequento per gli
aggiornamenti). Questi ultimi due, sono stati la mia chiave di lettura nella
moda, nonché lo sprone per dar vita al mio laboratorio artigianale. Pensare di
poter far qualcosa di concreto da sola, o per lo meno di provarci: io nella
parte progettuale e creativa, affiancata da collaboratrici fidate e qualificate
nella parte esecutiva. Il
tutto, però, comincia dai nodi… con l’ideazione e la realizzazione del logo.
Si definisce “stilista e artigiano di
moda”, premesso che personalmente adoro la definizione artigiano in ogni sua declinazione
perché, in fondo, la radice della parola è la stessa di arte e chiunque faccia
buon uso della propria creatività è un artista. Ma ci racconti bene perché si
definisce così?
ARTIGIANO di moda perchè è il mio mestiere. E’ il lavoro delle mie mani
che intrecciano ed elaborano il mio pensiero. E proprio attraverso il macramè, esprimo
la mia arte. Macramè ovvero l’arte di intrecciare i fili che attraverso dei
nodi formano il progetto desiderato. E metaforicamente parlando, mi piace
pensare ai nodi come ai legami, alle relazioni che si intrecciano con le persone
che si affidano a me acquistando la mia arte.
STILISTA, invece, è emozione e bellezza. Come dire architetto per il
progetto, scultore per la forma, pittore per il colore e musicista per
l’armonia. Per me tutto è fonte di ispirazione, capto nuove idee e poi le rielaboro
aggiungendo impegno, passione, vocazione e tanta felicità.
Allo stesso tempo di definisce anche
“insegnante di stile e portamento”, indubbiamente il filo conduttore tra il
creare abiti e vederli indossati è molto stretto, anzi azzarderei a dire
“attillato”. Riporto qui una sua frase emersa durante il breve scambio di
messaggi preparatorio per l’intervista: “Puoi avere l’abito più bello del
mondo… ma se lo porti male…”, dai ci parli anche del suo essere insegnante e di
voler fare dei corsi di portamento. Un sogno? Un obiettivo? In progetto
concreto?
Insegnante di stile e
portamento perché durante l’adolescenza, oltre alla scuola di moda e ai corsi
di danza, c’è stato un percorso formativo e lavorativo da indossatrice e modella.
Ho sfilato per diversi brand di moda e saloni di parrucchieri, ho posato in
servizi fotografici per cataloghi di collant, intimo seamless e sportswear, ho
interpretato abiti e figure di moda che mi venivano richieste, cercando sempre
di migliorarmi, di imparare e di carpire il più possibile di questo settore. E
proprio focalizzandomi sulla mia esperienza personale e professionale, essendo
anche la coreografa delle mie sfilate, ho capito che non solo avrei voluto vestire
le persone, ma che le avrei anche aiutate a sentirsi belle nell’indossare il
proprio abito, a gestirlo nelle diverse occasioni, a camminare in modo corretto
ed elegante, e soprattutto ad insegnare le varie tecniche di postura. Già, “puoi
avere l’abito più bello del mondo… ma se lo porti male…” è proprio questa la
correlazione, tra l’abito e il modo d’indossarlo che crea il tuo stile
personale. Un sogno nel cassetto divenuto realtà, perché da sempre osservo la
gente muoversi, soprattutto le donne quando hanno difficoltà a camminare sui
tacchi… e la mia vocina interiore che dice: “vai e spiega in modo semplice come
si fa”. Da qui il progetto concreto, sviluppato in due corsi, adatti alle
esigenze di ogni singola persona. Un corso dedicato a tutte le donne che
desiderano imparare i segreti per muoversi con stile, grazia ed
eleganza, ed un corso rivolto a tutte coloro che lavorano nel mondo della moda,
dell’immagine e della bellezza, per apprendere come muoversi in passerella e
come posare per un servizio fotografico. Per entrambi i casi, la possibilità di
frequentare individualmente o in gruppo.
papillon macramè e abito da cerimonia per lei
coprino in macramè
Cosa si aspetta dal futuro: quello più
immediato e quello più a lungo termine?
Dal futuro mi aspetto più
eleganza, più bellezza e più denaro. Che tutti i sacrifici e gli investimenti
fatti su me stessa vengano ricompensati nella giusta misura. Sono molto
contenta di come stanno procedendo le cose, so che ci vorranno tempi ed
ingranaggi giusti per arrivare alle mete prefissate e che quando mi sembrerà di
essere arrivata, si presenteranno nuove sfide, nuove alternative, nuove
prospettive… ma è proprio questo il bello della vita! Essere in continua
evoluzione e trasformazione. Nel futuro immediato, invece, vorrei che molte,
moltissime persone abbiano voglia e tempo di affidarsi ad uno dei miei sevizi.
Che sia un corso di portamento, un abito, un oggetto in macramè o meglio
ancora, tutti insieme!
Cosa rappresenta la moda, secondo lei,
nella società in cui viviamo?
Secondo me, moda è l’essere
se stessi. E’ la capacità di esprimersi liberamente, ed oggi più che mai è visibile
sulle passerelle. Molti stilisti mettono in risalto questo aspetto di abiti
comodi, informi, androgini, capi che, indistintamente vanno bene sia per l’uomo
che per la donna. Si potrebbe discutere
su questo, io personalmente preferisco la distinzione intesa come la donna in
abito e tacchi e l’uomo in completo elegante, anche se non disdegno un capo dal
taglio maschile visto sulla donna. Il concetto è che siamo noi, nella nostra
unicità, nella nostra fisicità e con la nostra personalità a fare la moda, ad
indossarla e ad esprimerci attraverso essa.
Per concludere la nostra richiesta
classica che facciamo a chi intervistiamo,: si descriva in tre aggettivi.
SENSIBILE
CURIOSA
CREATIVA