Marta Mari
Rubriche > Premi Territorio & Cultura: le candidate
27 febbraio 2023
Eccoci a presentare ancora una delle candidate ai Premi “Territorio & Cultura” che verranno assegnati nell’evento conclusivo di “Primavera è Donna 2023: Maddalena, le altre e la metamorfosi” che si terrà sabato 29 aprile 2023 presso l’Hotel Conca D’Oro di Salò.
L’artista che presentiamo oggi è
inserita nella sezione “Musica, teatro e spettacolo”, si tratta della
prestigiosa e giovanissima soprano Marta Mari, una voce già nota negli ambienti
del bel canto.
Marta è di Brescia, una città che ha
molto a che fare con la lirica, anche se spesso passa in sordina. Non sono
molti a sapere che il bellissimo Teatro Grande di Brescia è il luogo dove si è
consacrato il primo vero grande trionfo della “Madama Butterfly” del grande
maestro Gioacchino Puccini, dopo che la prima assoluta alla scala era stata un
flop. Il maestro decise di rivedere qualcosa nell’opera che poi venne
riproposta a Brescia, dove fu un vero trionfo.
Vorrei anche aggiungere che “Madama
Butterfly” rappresenta qualcosa di importante anche per la protagonista della
nostra intervista, ma di questo ce ne parlerà lei direttamente.
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Bentrovata
Marta e benvenuta sulle pagine dell’Astrolabio Online. Lei è giovanissima;
eppure, è già una voce conosciuta e affermata, ma partiamo dall’inizio, da
Marta bambina. Chi era Marta e cosa sognava di diventare da grande?
Marta era una
bimba molto timida ma che aveva un forte propensione per l’arte e la musica,
soprattutto grazie a quest’ultima è riuscita a vincere la timidezza. Da grande
sognava inizialmente di fare la restauratrice e di poter girare il mondo, poi
il destino ha scelto diversamente e ne sono felice, così la musica è diventato
il mio lavoro principale e come desideravo mi ha permesso di girare il mondo.
La passione
per la lirica, il bel canto e l’opera, sono amori poco usuali nei giovani del
XXI° secolo. Come è entrata la lirica nel mondo di Marta, o meglio come è
entrata Marta nell’universo della lirica?
La lirica è
entrata in modo semplice nella mia vita: all’età di 14 anni volevo entrare in
conservatorio per studiare pianoforte ma ero troppo grande, così l’anno
seguente ho fatto l’esame per entrare nella classe di canto, visto che ero
molto portata per il canto e così ero sicura di poter continuare a studiare
pianoforte... poi una volta in conservatorio mi sono appassionata sempre più al
canto e al mondo dell’opera così da voler diventare una cantante lirica.
Brescia per un
certo periodo è stata città d’adozione per due grandi interpreti lirici, anche
loro che hanno avuto a che fare con la “madama pucciniana”: parlo della
compianta Daniela Dessì, che ci ha lasciati davvero troppo presto e di Fabio
Armillato, entrambi genovesi di nascita. Lei di loro, o meglio di Daniela Dessì
ha ricordi importanti. Ce ne vuole parlare?
Daniela e
Fabio sono due persone a cui sono molto legata. Daniela, è stata una grande
figura di rifermento durante il mio percorso di studi, da lei ho appreso tutto
sul canto: è stata importante per me in molte scelte artistiche, era la mia
guida e il rapporto che avevamo era molto bello anche fuori dalle lezioni. Ho
solo ricordi belli con lei, dalle lezioni di canto ai pomeriggi a bere un thè
insieme. Le sono grata per tutto quello che mi ha dato e la porto sempre nel
mio cuore.
Quando ha
capito che la lirica poteva essere anche una professione?
Ho capito che
la Lirica poteva essere una professione nell’ultimi anni di conservatorio. Dopo
aver partecipato ad alcuni concorsi e durante i primi concerti sentivo che
poteva essere la mia strada e poi, dopo che ti senti dire “sei nata per
cantare”, ovviamente ci provi con tutto il cuore, non è una strada sempre
facile ma dà moltissime soddisfazioni e poi mi succedeva sempre ad ogni
concerto e in ogni opera di sentire il cuore felice nel fare musica, così ho seguito
“questa felicità” e non me ne sono pentita!
Ha già
interpretato diversi ruoli in opere importanti e ha cantato in teatri
importanti. Quali sono i ricordi più belli che porta con sé della sua ancora
giovane carriera?
Si ho già
debuttato diversi titoli importanti, sicuramente quelli a cui sono più legata
sono Suor Angelica a Cagliari, perché è stato il primo ruolo principale cantato
in una Fondazione, con uno splendido cast sotto la direzione del Maestro
Renzetti, è stato un ruolo “scommessa” proposto proprio dal Direttore
d’Orchestra ed è stato un vero successo, ben 15 minuti di applausi da parte del
pubblico. Il secondo è Cecilia di Licinio Refice sempre a Cagliari, diretta da
Giuseppe Grazioli e con la regia splendida del grande regista Leo Muscato, dove
lo splendido lavoro insieme a fatto fiorire il personaggio creando delle
splendide sfumature che hanno lasciato un segno prima nel mio cuore e poi nel
pubblico. E’ stato un titolo a cui tenevo particolarmente perché io, due anni
prima, avevo inciso le liriche scritte da Refice ed ero felice di poter cantare
una sua opera, è stato come chiudere un cerchio. L’ultima a cui sono legata è
sicuramente la “Madama Butterfly” cantata a Trapani, in primis perché è la mia
opera preferita… poi perché sul palco con me, oltre ad avere colleghi di grande
spessore così come il regista, avevo mia figlia Sofia che interpretava “Dolore”,
il bimbo di Butterfly: poter cantare sul palco con vicino mia figlia è stata
un’emozione indescrivibile.
In genere i
cantanti lirici hanno dei compositori e dei ruoli che preferiscono più di
altri. Quali sono i suoi?
Il compositore che più amo è Giacomo
Puccini, di lui adoro tutte le opere che ha scritto, su tutte sicuramente “Madama
Butterfly”. Ho saputo però apprezzare anche Verdi, per quanto di lui adoro solo
alcuni ruoli quali Aida (Aida), Violetta (Traviata)e Desdemona (Otello).
Io, da profano
del mondo lirico… arrivo da percorsi musicali molto differenti… ho una
curiosità che credo che poi non sia solo mia: quando le viene assegnato un
ruolo per un’opera come si prepara per diventare l’eroina?
Quando mi
viene assegnato un ruolo, parto dalla lettura del libretto dell’opera, e
informandomi sulle fonti da cui è tratta e le nozioni storiche riguardanti
l’opera. Poi una volta studiata la parte musicale cerco di comprendere la
psicologia del personaggio e la sua evoluzione durante l’opera. Io poi riesco a
connettermi con il personaggio una volta che salgo sul palco prova dopo prova, grazie
anche all’aiuto del regista che con la sua visione può aiutarmi a capire il
personaggio e poi generalmente cerco sempre nei personaggi qualcosa di affine
al mio carattere così da renderli più “vivi”.
Cosa sogna Marta
per il futuro?
Per il futuro
sogno sicuramente di arrivare a cantare il più a lungo possibile… di poter interpretare
nel ruolo di Desdemona (il mio sogno nel cassetto), ma soprattutto di poter cantare
al Metropolitan di New York.