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L'in-TRE-rvista: Alessandra Carnovale, Vincenza Lorusso e Serena Manfrida

Rubriche > Interviste, cronaca e notizie
Si sa che le cose normali o scontate non ci piacciono, premesso questo passiamo al vero oggetto dell’intervista odierna che, però, sarà diversa dal solito…
Tutto ha avuto inizio sabato 29 aprile, il giorno dell’evento conclusivo di “Primavera è Donna 2023”, oddio, a dire il vero tutto ha avuto inizio tra la fine dell’estate e l’autunno 2022, quando sono stati diffusi i regolamenti di partecipazione per “Primavera è Donna 2023” e “La saga della libertà”, concorsi ai quali le protagoniste del racconto odierno hanno deciso di partecipare.
Ma torniamo a sabato 29 aprile: in redazione avevamo già pensato di realizzare una carrellata di interviste alle autrici e agli autori che, presenti alla cena evento, sono salite e saliti sul palco per ricevere dei premi.
Qui sta l’inghippo: facendo mente locale su tutte le straordinarie amiche e amici incontrati, alcuni volti noti e frequentatori delle nostre follie conviviali, molte e molti altri volti nuovi che hanno davvero portato nuova linfa e ricchezza al nostro mondo, volevo pianificare una sorta di palinsesto per le interviste.
E qui salta fuori il secondo inghippo: ho pensato che tre artiste, scrittrici, donne, tra quelle intervenute avevano diversi punti in comune… quali?
È presto detto: tutte e tre sono arrivate viaggiando da sole, viaggiando in treno, sono tutte scrittrici per passione (con le loro professioni diverse), tutte e tre di una simpatia strabordante e con gli occhi che ridono.
La conseguenza ovvia di tutto questo è stata: “Le intervistiamo insieme”, un’unica intervista… o meglio una bella IN-TRE-RVISTA…
La conferma della loro energia positiva è stata l’immediato gradimento da parte di tutte per questa trovata, che poi tanto bizzarra non è.
Loro sono (in rigorosissimo ordine alfabetico ovviamente):
Alessandra Carnovale, romana al 100%, un lavoro impiegatizio, scrittrice, poetessa… ma anche ceramista di prestigio e forse anche di più (ce ne parlerà);
Vincenza Lorusso, nata a Gravina di Puglia, ha vagato per tutto il pianeta come medico missionario, ma le radici sulla terra pare averle messe a Roma (quelle nell’acqua le ha messe altrove).
Serena Manfrida, da Pistoia, scrittrice, insegnante, laurea in lettere ma passione per lingue e culture del mediterraneo e per le figure femminili del ‘900.
Da quel poco che vi ho accennato ne emerge il profilo di tre donne con qualcosa fuori dal comune, eppure un altro aspetto che le accomuna è la loro semplicità.
Ma è il momento di ascoltare la loro voce, o meglio, di leggere le loro parole.
Alcune domande varranno per tutte, alcune saranno invece personalizzate…
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Innanzitutto, due ringraziamenti, il primo per avere accettato con entusiasmo questo bizzarro triangolo (sinceramente l’idea mi è venuta ripensando al triello finale di un film di Sergio Leone), e l’idea di unirvi insieme mi ha davvero intrigato. Il secondo grazie per esservi unite a noi nella serata di sabato. E qui nasce la prima domanda che vi pongo: cosa spinge una persona ad affrontare un viaggio, anche non troppo agevole se vogliamo e con la sola compagnia del proprio zainetto, per unirvi a noi in quel di Salò?
Lo rifareste?
Alessandra
A mia volta ringrazio per l’occasione offertami di farmi conoscere e per la manifestazione del 29 aprile scorso.
Passando alle domande, ho scelto di partecipare alla serata di premiazione spinta dalla curiosità: per l’evento, per le persone che avrei incontrato, tra scrittori e organizzatori del premio, e anche per approfittare dell’occasione di visitare, anche se per poco, una parte di mondo che non conoscevo.
Si, penso proprio che lo rifarei.
Vincenza
Io, Vincenza, trovo che le premiazioni dei concorsi letterari siano occasioni uniche e straordinarie per conoscere altre persone, creare reti, ponti, amicizie. Poi c’è la gioia di vedere la propria opera, riconosciuta e apprezzata tra tante, quindi premiata. E poi, viaggiare è bello: prendere il treno o l’aereo, andare in posti nuovi (io non ero mai stata sul lago di Garda). Un viaggio che è sempre anche dell’anima…
Serena
A voler essere sincera, tutto è partito dalla mia carissima amica e compagna creativa Eloisa, che mi ha incoraggiato a presentare il racconto "Potere" al concorso "Primavera è donna": io ero scettica, lo trovavo un testo un po' troppo enigmatico, almeno sotto certi aspetti. Così, quando ho saputo di essere tra i finalisti, ho provato grande sorpresa e soddisfazione e ho subito programmato la trasferta, sperando in un'occasione fruttuosa di incontro e confronto. E infatti la serata è stata viva e piena di colpi di scena: lo rifarei assolutamente!
Ognuna di voi è stata premiata in una diversa sezione dei concorsi: Alessandra per la poesia e Serena per i racconti in “Primavera è Donna”, Vincenza invece per i romanzi editi di “La saga della libertà”, tre generi letterari diversi se vogliamo, ma una passione, quella della scrittura, che accomuna tre donne con tre diverse professioni. Che ci fa la letteratura nella vostra vita, nel vostro mondo?
La letteratura e la scrittura in generale fanno parte di me sin da piccola. Ho sempre cercato di inseguire la realtà attraverso le parole: una passione, questa, che mi ha guidato nelle scelte relative agli studi e, fortunatamente, sono riuscita ad ancorare alla mia professione di insegnante: anche in classe erco di trasmettere l’amore per la letteratura e stimolare le capacità creative degli studenti,  scrivendo con loro fiabe, articoli, racconti.
Serena
I libri sono da sempre i miei compagni di vita: penso di aver imparato a leggere in età pre-scolare de di non aver mai smesso di leggere da quel momento; forse ho un poco rallentato il ritmo durante gli anni dell’università, passandoci sopra già tanto tempo, tra formule chimiche e tassonomie, ma non ricordo di periodi della mia vita trascorsi senza almeno un libro sul comodino. Dalla lettura alla scrittura poi il passo è stato breve.
Alessandra
La letteratura è ricchezza, è bellezza: vite e sogni che si sommano che ci fanno andare oltre. La letteratura è sentimento e passione. La scrittura è per me come la copertina di Linus. Attraverso la scrittura io esisto e riaffermo la mia esistenza oltre quello che la gente vede e sa di me. È come dire… Esisto in quanto scrivo, al di là di quello che poi pubblico…
Vincenza
Che bambine eravate? Cosa volevate fare da grandi? Sogni? Sogni diventati realtà? Sogni nel cassetto?
Vincenza
Io volevo diventare medico missionario ed è esattamente ciò che ho fatto. Ero una bimba sensibile dai grandi ideali: un mondo giusto, uguale, con i valori della solidarietà e della fratellanza.
Sogni nel cassetto? Un amore grande e per sempre. La pace nel mondo.
Serena
Ero una bambina da cui si pretendeva molto: timida, insicura ma testarda. Amavo leggere, fantasticare, scrivere; genitori e conoscenti ne approfittavano per piazzarmi a raccontare storie ai bambini più piccoli, innanzitutto, mia sorella. I miei sogni principali, ribaditi ossessivamente in pensierini, temi, pagine di diario erano diventare una scrittrice e condividere la vita con animali salvati dalla strada o da rifugi: sul primo sto ancora lavorando; il secondo è raggiunto!
Alessandra
Ero una bambina piuttosto solitaria (un tratto che in buona parte ho mantenuto), amante dei libri e degli animali. Ho desiderato diventare maestra, poliziotta, psicologa, interprete, di occuparmi di ecologia e ambiente…  
Sognavo anche di visitare l’Australia, ma (ancora) non ci sono stata.
E ora che le bimbe Alessandra, Serena e Vincenza sono divetnate tre donne mature, cosa portano dentro di quelle tre bimbe e cosa sono diventate? Come vi vedete quando specchiate il vostro sguardo allo specchio?
Alessandra
Beh, la passione per i libri e l’amore per gli animali sono rimasti. A questi si è aggiunta la ceramica, come accennavi sopra e tanto altro ancora.
Coltivare tanti interessi presenta però una controindicazione: si vorrebbe poter disporre di più tempo per poterli seguire tutti al meglio e questo, con i ritmi e le grandi distanze di una città come Roma, alla lunga può ingenerare momenti di ansia…
Vincenza
Di quella bimba porto i valori, la sensibilità la generosità. Ma ho vinto la sua timidezza, le paure, i tabù. Mi sono caricata di una determinazione e di una forza che mi hanno condotta fino a dove sono ora. Allo specchio, vedo le rughe, il tempo che è passato, l’amore di uomini che non ho saputo trattenere e per i quali ho sofferto.
Serena
La definizione che ho data prima, insicura ma testarda, a dire il vero mi calza tuttora. Ho imparato però, strada facendo, a essere un po' meno intransigente, più aperta verso gli altri e anche più indulgente verso i miei errori e le mie fragilità. Credo di aver trovato un equilibrio (precario, per carità), che ho inseguito per anni. Diciamo che sono riuscita a venire a patti con me stessa e anche con alcuni eventi della mia vita.
Il mio libro racconta la mia storia che è un po’ fuori dal comune: ha tante vite insieme: quella della donna, della madre, del medico, della sorella. Quella della sopravvivenza ad un attentato. Della figlia rinnegata. Quella della cooperante.  Il mio libro racconta mondi lontani che a volte solo si vedono in televisione, senza averli mai visti o vissuti. Racconta della miseria e della bellezza di Paesi africani e del Sud America. Racconta la solitudine e la forza delle donne. Racconta del valore delle cose che abbiamo e che non riconosciamo.
Vincenza
I libri che ho pubblicato sono molto diversi tra loro. "Un dono per le voci" è una raccolta di racconti che ho scritto da giovanissima; "Helle Busacca: la scala ripida verso le stelle" e "Diario epistolare a Pavolini" sono opere di saggistica, rispettivamente una monografia critica e una curatela.
Penso però che tutti condividano alcune caratteristiche distintive della mia scrittura riconoscibili anche in "Potere": il taglio asciutto, l’originalità, la capacità di cogliere un particolare attimo con nitidezza e senza retorica, mirando sempre a spiazzare il lettore.
Serena
Come vento sul monte (flower-ed) disponibile in e-book presso tutte le librerie on-line o come cartaceo on-demand, è diviso in tre sezioni, la più cospicua delle quali tratta, con registro ironico, di amori moderni: precari, clandestini, narcisistici, dove l’Altro a cui si tende si rivela un fantasma, un’illusione. Le altre sezioni sono un tributo all’Arte, che ci addolcisce la vita, e una riflessione sulle donne, tra le quali non mancano figure mitologiche come Atena, Medea o Ipazia d’Alessandria.
L’ironia e le figure mitologiche sono presenti anche ne La scorza delle parole (Eretica Edizioni), recentemente andato fuori catalogo, che rappresenta un lungo itinerario che dalle “radici” costituire dalla cultura classica giunge fino moderne alle nevrosi, mettendo a nudo i rapporti di forza che governano le relazioni umane, ma anche quelle del mondo naturale, come nelle poesie che raccontano di una Terra volubile e capricciosa.
Alessandra
Gli ultimi anni sono stati decisamente complicati per quel maledetto virus a cui vanno assommati nuovi venti di guerra che forse percepiamo più forti perché abbastanza vicini a noi, ma in realtà i venti di guerra ci sono sempre stati, bastava volerli ascoltare (è il mio pensiero questo). Cosa servirebbe alla vita per essere migliore?
Serena:
Una domanda impegnativa...Personalmente, non credo che attraversare esperienze difficili renda automaticamente migliori; a volte, anzi, fa emergere ancora di più l'egoismo, il menefreghismo, la logica del "mors tua vita mea" che in momenti più tranquilli si camuffa meglio. La paura, poi, spesso si trasforma in aggressività. Servirebbe più lucidità e consapevolezza nell'affrontare le sfide e le difficoltà che il mondo di oggi ci prospetta.
Alessandra:
Una rivoluzione culturale: l’esperienza della pandemia avrebbe dovuto insegnarci l’importanza della cooperazione e spingerci a escogitare nuove soluzioni e nuovi equilibri, più rispettosi per tutti, anche verso l’ambiente in cui viviamo. Abbiamo peccato forse di mancanza di immaginazione nel progettare altri modelli e ora, con la guerra e la crisi climatica che incalzano, siamo in quella che è stata definita “permacrisis”, una condizione di crisi permanente,
Vincenza:
Credo che si dovrebbe essere più solidali, più generosi, meno avidi e attaccati al potere, ai soldi, al consumo che ci consuma e ci logora. Dovremmo trattare gli altri come vorremmo essere trattati, con amore, gentilezza.
D’incanto, un lunedì mattina, o anche un giovedì, cambia poco… vi svegliate e scoprite che dovete per forza cambiare la vostra attività principale, la vostra vita. Come reagite?
Alessandra
I cambiamenti mi spaventano sempre un po’; non li affronto mai a cuor leggero…
Vincenza
Ogni occasione è buona per cambiare, reinventarsi e sondare nuovi confini. Ogni cambiamento è crescita, sfida, bellezza. Non mi dispiacerebbe cambiare la mia attività principale… Anzi…
Serena
Difficile dirlo. Vediamola così: potrei sempre tornare al mio proposito infantile di fare la ballerina sul cavallo (ma solo se l'equino fosse d'accordo).
Ed ora il finale classico delle nostre interviste: descrivetevi in tre aggettivi (ovviamente ognuna dice i suoi)
Vincenza:
smemorata,
sensibile,
empatica.
Serena:
riservata,
fantasiosa,
orgogliosa.
Alessandra:
ironica,
indipendente,
costante.
L'Astrolabio di Swanbook
Redazione: Desenzano del Garda
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